Rivalutazione degli stipendi dei consiglieri regionali

Luca Oliver, presidente Acli Trentine: «Scelta sbagliata! La crisi economica chiede alla classe politica esempi virtuosi e solidali nei confronti di chi soffre di più»

«Una scelta sbagliata, inopportuna e pericolosa per quanto riguarda il clima sociale e le pesanti difficoltà che stanno colpendo diversi settori della società e molte categorie di lavoratrici e lavoratori.»
Commenta così il Presidente delle Acli trentine Luca Oliver la scelta della maggioranza del Consiglio regionale di approvare, durante la seduta di ieri, un emendamento al bilancio che consente di sbloccare la rivalutazione degli stipendi dei consiglieri regionali.
«Le Acli – ricorda Luca Oliver – si erano fatte promotrici nella passata legislatura di un Disegno di legge di iniziativa popolare che puntava alla riduzione delle indennità e alla promozione di un Fondo per il sostegno della famiglia e dell’occupazione. La proposta come noto non ebbe alcun seguito, ma questo provvedimento segna addirittura un passo indietro e un esempio di irresponsabilità che peserà ulteriormente nei rapporti fra i cittadini e gli amministratori della cosa pubblica.»
 
«In un momento dove la pandemia rischia di trasformarsi nella più grande crisi economica ed occupazionale del pianeta – prosegue Oliver – è necessario ristabilire un rapporto di solidarietà fra tutti gli strati sociali ed in questo processo i politici dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio. In questo modo, invece, si sono ristabiliti degli automatismi che risultano ingiustificati sia sul piano retributivo sia sul piano politico in quanto rivelano un atteggiamento egoistico che tende alla divisione e al conflitto anziché alla condivisione e al dialogo fra tutte le componenti della nostra comunità. La scelta di ricorrere a questo provvedimento – conclude Oliver – tanto più con una sorta di procedura d’urgenza e con il voto segreto, palesa la volontà politica di rincorrere il privilegio individuale e di casta piuttosto che l’interesse generale della società ed il sostegno alle categorie più deboli e maggiormente colpite dalla crisi.»