Un piano per il recupero le Gallerie di monte Cardinal

Sono una grande testimonianza delle battaglie della Prima Guerra sul Lagorai

Tre Comunità Territoriali unite per salvaguardare uno dei luoghi di battaglia più importanti della Prima Guerra Mondiale e per realizzare un museo a cielo aperto per commemorare il battaglione Monte Arvenis, protagonista di epiche battaglie di montagna.
Valle di Fiemme, Valsugana e Tesino e Primiero - che gravitano attorno alla zona che custodisce le preziose testimonianze - intendono recuperare e valorizzare una serie di gallerie realizzate e scolpite dagli alpini del battaglione Monte Arvenis (8° reggimento) sul versante di val Vanoi della cresta rocciosa che da forcella Cardinal sale alla cima omonima.
 
Si tratta di gallerie di elevato pregio artistico e architettonico, senza uguali sul fronte alpino soprattutto la caverna-comando della 153ª compagnia del battaglione.
In tempo di guerra intorno a essa sorgeva un’importante base logistica della quale ora rimangono altre gallerie, resti degli alloggiamenti, delle cucine, di una fucina e di una cisterna per l’acqua.
Ghiaccio, acqua e vento e l’instabilità e friabilità della roccia porfirica circostante hanno seriamente compromesso la stabilità delle gallerie, tanto che già alla fine degli anni Novanta era stata espressa preoccupazione per un possibile cedimento.
Ora, in vista anche della ricorrenza del Centenario dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, le tre Comunità si uniscono per portare avanti un concreto progetto di recupero delle testimonianze più significative.
Trattandosi di un’ipotesi progettuale preliminare, non è ancora stato richiesto alcun finanziamento, né pubblico né privato.
 
«Nonostante le evidenti difficoltà logistiche – sottolinea Silvia Delugan, autrice del piano di salvaguardia e responsabile del progetto cultura della Comunità di Fiemme – si tratta di un intervento importante per salvare e valorizzare un sito che possiede una serie di caratteristiche che lo rendono unico tra gli scenari della Prima Guerra Mondiale.»
 
Le gallerie si trovano sulla Catena del Lagorai, dove la rete dei sentieri segnalati sfrutta, in molti casi, la viabilità militare dell’epoca, mulattiere e piste costruite dai soldati dei due eserciti, quando lungo il crinale passava il fronte italo-austriaco.
«Salvaguardando tale patrimonio – ricorda Delugan – si andrebbe a riqualificare questo territorio caratterizzato da paesaggi incontaminati dove è possibile abbandonare i sentieri affollati per incontrare la storia, comprendere quei valori che le tragiche vicende del nostro recente passato possono trasmettere.»
 
Storici e appassionati conoscono bene l’importanza storico-militare di tutta la zona che divenne fronte di prima linea proprio perché la Catena del Lagorai, caratterizzata a sud da un continuo e strapiombante versante, costituiva una muraglia invalicabile. Vette fino ad allora quasi sconosciute come il Cauriòl, il Cardinal, la Busa Alta ed altre, fino a cima Cece, diventarono così teatro di importanti battaglie di montagna in cui Alpini, Kaiserjäger e Landesschützen scrissero pagine di storia e di alpinismo.
«Questi luoghi vanno recuperati – ammonisce Delugan – prima che sia troppo tardi.»