Cantone: «La corruzione il male dell'Italia»
L’intervento al Festival dell’Economia del presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone
«Le mafie hanno un rapporto strutturale con la politica e con gli enti locali e quindi la corruzione è strutturalmente utilizzata dalla mafia. La geografia della corruzione risente di questo fenomeno che in passato era più concentrato al sud, ma negli ultimi anni è andata a estendersi via via in tutto il Paese.»
Così è intervenuto al Festival dell’Economia di Trento, il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone. «La mafia – ha detto – ha spostato molto del suo core business sull'attività imprenditoriale, rendendo quindi più forte il rapporto con la corruzione e così gli interessi economici si sono trasferiti al Nord, dove per lungo tempo si è pensato che la mafia non esistesse.
«La criminalità – ha detto ancora – essendo un’attività economia, ha grande capacita di aggiornarsi e di nascondersi con meccanismi sempre più sofisticati.»
«La corruzione è il male dell’Italia?» – chiede Alberto Faustini direttore del Trentino che ha intervistato il magistrato.
«Sì - risponde Cantone – per una ragione fondamentalmente, perché noi siamo tra i paesi fondatori dell’Europa ed abbiamo un livello di corruzione che ci pone fra i paesi del Mediterraneo e non fra quelli del Nord Europa, che individuano nella corruzione una delle cause del sottosviluppo italiano.
«Anche se – ha aggiunto – a livello internazionale vengono apprezzati, forse più che in Italia, gli sforzi che stiamo facendo per contrastarla.»
«La rotazione dei dirigenti – ha detto poi, parlando della pubblica amministrazione e dei suoi rapporti con il mondo imprenditoriale – dovrebbe essere una regola aurea in ogni organizzazione, perché la specializzazione senza alternative crea comunque un monopolio, ma nella pubblica amministrazione le conoscenze devono circolare.
«Se si resta troppo in settori delicati è inevitabile che si perda l'imparzialità. Dicono che così si perde in esperienza ma – ha detto scherzando – si guadagna in entusiasmo.
«Quanto alle denunce di dipendenti o dirigenti infedeli il magistrato ha osservato che in Italia il whistleblowing è stato introdotto in modo timido e non si è nemmeno riusciti a trovarne una traduzione, anche questo è significativo.
«Il rapporto imprenditoria burocrazia - ha aggiunto - non va criminalizzato. Bisogna sminarlo usando lo strumento della trasparenza.
«Se un imprenditore va al ministero a parlare con un dirigente è fisiologico: se questo è tracciato, quando l'imprenditore è andato e l'oggetto del colloquio, poi è tutto più chiaro.»