«L'importanza di chiamarsi Ernesto»
Mercoledì 9 novembre 2022 ore 20.45, al Teatro Comunale di Pergine
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Dal thriller alla commedia: dopo il grande esordio con Misery tratto dal romanzo di Stephen King, la Grande Stagione del Teatro di Pergine prosegue con uno dei testi più rappresentati di Oscar Wilde, «L'importanza di chiamarsi Ernesto».
Lo spettacolo in scena mercoledì 9 novembre alle 20.45 è una produzione della compagnia «Il Demiurgo», realizzata in collaborazione con Remedia srl e Nassau - Cantiere di Pirateria Teatrale.
La regia è firmata Carlo Sciaccaluga, mentre il palco sarà calcato da Alessandro Balletta, Franco Nappi, Chiara Vitiello, Carolina Rapillo, Simona Pipolo, Roberta Frascati e Marco Serra.
Che il nome che portiamo sia importante lo sappiamo bene ma lo ha meglio sottolineato Oscar Wilde nella sua divertente quanto dissacrante commedia teatrale «The Importance of Being Earnest», che significa onesto ed Ernest onesto non lo era affatto.
«L’importanza di chiamarsi Ernesto» è una delle commedie più rappresentate di sempre, partorita dal genio di Oscar Wilde: la storia, intrisa di ironia e sarcasmo, scorre con ritmo incalzante dalla prima all’ultima battuta, traversando equivoci e scambi di identità, fino al classico lieto fine e mette alla berlina la rispettabilità artefatta della Londra vittoriana attraverso dialoghi brillanti, surreali e provocatori.
Ambientata in una pudica e ipocrita alta società Inglese la storia pone al centro due amici: Jack e Algernon.
Jack Worthing, uomo baldanzoso dagli sconosciuti natali, vive in campagna insieme a Cecily, una ragazza diciottenne di cui è tutore, e con l'istitutrice di quest'ultima, Miss Prism. Jack decide di trasferirsi a Londra e di frequentare i salotti cittadini presentandosi come Ernest: intende soprattutto visitare la casa dell'amico Algernon Moncrieff, per poter incontrare sua cugina, la bella Gwendolen Fairfax, della quale è intenzionato a chiedere la mano.
La giovane accetta la proposta di matrimonio, convinta anche dal fatto che il suo pretendente si chiami Ernest, nome che su di lei esercita un particolare fascino.
Intanto Algernon viene a sapere che all'amico è stata affidata la giovane Cecily e, desiderando conoscerla, va in campagna: riesce ad entrare in casa e la seduce, affermando di essere il fratello minore di Jack.
Cecily e Gwendolen così diventano amiche ma, confidandosi, scoprono che i rispettivi fidanzati hanno mentito sulla propria identità, e la storia si complica fino al sorprendente finale.
La presentazione di Carlo Sciaccaluga
«L'Importanza di chiamarsi Ernesto è uno dei più grandi capolavori comici di tutti i tempi. Un capolavoro con un titolo pressoché intraducibile in italiano, perché rendere l'assonanza tra l'inglese earnest (onesto) e il nome di battesimo Ernest è uno scoglio insuperabile.
«E quindi? E quindi, al netto della traduzione del titolo, in questa commedia non bisogna mai credere a niente e a nessuno.
«Perché la verità cambia a seconda di come i protagonisti la raccontano. Wilde critica ferocemente la società in cui viveva, e che neanche un anno dopo il debutto di Ernest lo processerà e condannerà.
«Dentro la struttura della farsa, per cui le invenzioni comiche (e le risate) si susseguono fittissime, non ci sono sconti per nessuno: uomini, donne, convenzioni sul matrimonio, politici di destra e sinistra, femministe, sacerdoti.
«La commedia prende continuamente di mira la società che si autoconvince di essere virtuosa e benpensante, mentre in realtà è dura, fredda ed egoista.
«Wilde attacca tutti, prende in giro tutti, e lo fa come solo lui sapeva fare, con un'intelligenza e un umorismo straordinari, che hanno influenzato tutto la comicità del Novecento: non ci sarebbero stati i Monty Python senza Oscar Wilde, e probabilmente nemmeno Quentin Tarantino.»
«E su un altro livello lo spettacolo è anche una celebrazione dell'ingegno umano, che permette alle persone di far di sé stesse ciò che desiderano; è un'apologia del racconto, della finzione che crea la realtà, perché la vita imita l'arte più di quanto l'arte imiti la vita.
«Sono forse queste le impressioni che rimangono più vive nel pubblico, dopo essere stato divertito e provocato, quando lascia il teatro alla fine della serata.
«Il male e il bene non esistono. Forse la realtà stessa non esiste, o ne esistono tante. Il senso della vita, poi, lasciamolo perdere.
«Dei sacerdoti non c'è da fidarsi, le tate perdono i bambini per strada, le madri sono oppressive e ciniche, gli innamorati stessi sono innamorati più dell'idea dell'amore che dell'altro o dell'altra.
«E allora? Se non si può credere in niente, cosa ci resta? Ridere. A crepapelle. Festeggiando l'ironia e l'intelligenza, i veri doni dell'essere umano.»
L'importanza di chiamarsi Ernesto | Mercoledì 9 novembre 2022 ore 20.45 – Teatro Comunale di Pergine di Oscar Wilde regia Carlo Sciaccaluga con Alessandro Balletta, Franco Nappi, Chiara Vitiello, Carolina Rapillo, Simona Pipolo, Roberta Frascati, Marco Serra |