La protonterapia vista dalla ricerca, dalla medicina e dall'industria

Maurizio Amichetti al Festival dell'Economia: «La protonterapia ha un grande futuro ma serve più marketing sanitario»

Tre relatori con competenze diverse ma complementari si sono confrontati sulla protonterapia, che dal 2014 ha a Trento un suo centro specializzato nella cura dei tumori con fasci di protoni accelerati.
Particolarmente indicata, questa terapia, per i tumori nella scatola cranica e per pazienti pediatrici. Perché, a differenza dei raggi X, i protoni non danneggiano i tessuti sani.
Relatori all'incontro sul tema nell'ambito del festival, oggi, Maurizio Amichetti, medico e direttore dell'U.O. di Protonterapia di Tento, Marco Durante, fisico delle particelle e l'ingegnere e imprenditore nel settore degli apparecchi medicali Vincenzo Dimiccoli.
«La protonterapia ha un grande futuro – ha detto Amichetti – ma serve più marketing sanitario.»
 
Tra poche settimane, ha assicurato la Ministra alla Salute Beatrice Lorenzin, le tariffe delle cure di Protonterapia, possibili a Trento dal 2014, saranno a tutti gli effetti incluse nei LEA, i livelli essenziali di assistenza, che li collocano a carico del servizio sanitario nazionale e non del paziente.
A Trento l'autonomia sanitaria li rende già gratuiti per i malati che vengono indirizzati a questa terapia con i protoni accelerati che è particolarmente efficace e mirata con alcuni tipi di tumori.
In oncologia pediatrica e per tumori complessi per articolazione o posizione, la protonterapia aiuta a non danneggiare i tessuti sani vicini al tumore. Mentre la radioterapia classica non è in grado di avere questa accortezza.
 

 
Maurizio Amichetti, che dirige il centro di protonterapia di via al Desèrt, è ottimista.
«La protonterapia ha un grande futuro, mentre la radioterapia basata sui raggi X ha raggiunto probabilmente l'apice della sua evoluzione. I raggi X sono come la luce.
«Se metto un filtro perché non facciano troppi danni, limito la loro portata ed efficacia. Da qui l'idea di utilizzare particelle cariche, come protoni e ioni pesanti. Non sono terapie poco costose, ma nemmeno insostenibili.
«Un ciclo di trattamenti di protonterapia di un mese, ad esempio, costa 22-23.000 euro. Finora abbiamo curato circa 300 pazienti.
«Negli ultimi sei mesi anche 9 persone provenienti dall'estero. Il 20% dei nostri pazienti sono trentini. Con un po' di marketing sanitario in più aumenteremo i numeri ma non i costi, che restano quelli di oggi.»
 
E visto che la salute qui a Trento è legata a un Festival che parla di economia, azzeccata la metafora calcistica proposta dal fisico interdisciplinare Marco Durante.
«Un macchinario per la radioterapia costa sui 5 milioni di euro, come il giocatore Thiago Motta. Un centro efficiente di protonterapia sugli 80, come Higuain della Juventus.
«I “Messi” del settore sono i centri di Heidelberg in Germania e di Dallas negli Stati Uniti: propongono terapie con ioni pesanti, come il carbonio. Costano sui 200 milioni di euro.»