«RicostruiAMO il rifugio» Tonini distrutto dalle fiamme

SAT e Aquila Basket chiamano e il popolo della montagna risponde con solidarietà

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L’appello che Sat e Aquila Basket hanno lanciato non e’ caduto nel vuoto, erano oltre 300 persone oggi al «rifugio che non c’è» (i ruderi del Tonini ) dare il proprio contributo, la propria presenza, il proprio tempo e la propria testimonianza, raccolta su un libro di pensieri e ricordi, per dire che ora il Tonini non c’è più, ma presto tornerà ad essere un punto di riferimento di quella parte del Lagorai.
Intensa l’emozione al canto dei cori Abete Rosso e Costalta, intense le parole che tutti, a partire dal presidente della Sat Claudio Bassetti, alla vice Maria Carla Failo, a Luca Lechthtaler cestista di Aquila Basket, a Massimo Komaz direttore di Fondazione Aquila Basket, hanno utilizzato per rimarcare come i rifugi rappresentino presidi di una cultura alpina che passa indenne attraverso generazioni, senza disperdere valori e significati ed ai quali le comunità di montagna proprio per questo sono molto legate.
Grande successo ha riscosso anche la vendita delle magliette prodotte per l’occasione da La Sportiva, grazie alla quale si sono potuti raccogliere oltre 4.000 euro.
 

 
Il Tonini compie quest’anno 45 anni, costruito su iniziativa dell’ingegner Tonini, alpinista e pittore e della sua famiglia, alla Sat venne chiesto soltanto un supporto per gli arredi interni.
Fu inaugurato il 10 settembre del 1972, la Sat lo ristrutturò poi rendendolo una struttura più comoda e confortevole, tra il 2010 e 2011.
Da 26 anni lo gestiscono Narciso Casagranda e la sua Hana, che essendo fuori regione non sono saliti al rifugio: troppo dolore per quella piccola sentinella di silenzio e di pace in cima al bosco , che il 28 dicembre scorso e’ stato divorato in poche ore da un incendio di grandissima portata, alimentato da un fortissimo vento (ancora visibili i segni dell’incendio al limitare dell’abetaia che sovrasta il rifugio).
 

 
Significative anche le parole dei rappresentanti della amministrazioni di Bedollo e Baselga di Piné che hanno annunciato un impegno fattivo, mentre la sezione Sat di Piné e i cori della Valdugana stanno pensando a nuove iniziative per alimentare la raccolta fondi.
Gocce nel mare di oltre 1 milione di euro necessari alla ricostruzione, gli organi inquirenti hanno stabilito che non c’e dolo e nemmeno colpa grave e quindi, dopo la fase progettuale che durerà circa un anno, altri due anni ( se tutto andrà per il verso giusto) saranno necessari per i lavori.
Durante la giornata odierna tutti i partecipanti hanno potuto osservate come si sia miracolosamente salvato lo stallone, sopra il rifugio, e il presidente Bassetti ha illustrato l’opera dei Vigili del Fuoco arrivati da tutte le zone limitrofe, le quali avevano fatto barriera contro il divampare delle fiamme.
Una Giornata particolare, dunque piena di famiglie con bambini, di canti, di allegria e di tanta, tantissima solidarietà e questo è forse il dato più rilevante di questo evento al quale non a caso è stato dato il nome di «RicostruiAMO il rifugio».