La cura dei tumori si chiama «prevenzione» – Di Nadia Clementi

Parliamo della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori col dott. Mario Cristofolini e dello screening mammografico con la dott.ssa Daniela Bernardi

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La lotta al cancro è sempre una priorità non solo sanitaria ma anche sociale.
Tutti noi possiamo contribuire a promuovere nelle persone la consapevolezza che il tumore si può vincere, ponendo maggior attenzione alla propria salute, attraverso la prevenzione e i controlli clinici periodici.
Un ruolo fondamentale in tal senso è dato dalla corretta informazione e dalla stretta collaborazione tra medici e pazienti, nonché dal supporto terapeutico e psicologico offerto ai malati di cancro.
Un ruolo strategico e di rilievo è promosso dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), storico partner delle Istituzioni Sanitarie nelle attività di prevenzione sia per quanto riguarda l’erogazione di servizi e di organizzazione sia per il volontariato, come previsto nella mission di «Ente pubblico su base associativa».
Anche nel nostro territorio la LILT sezione provinciale di Trento, nata nel 1958 e iscritta all’albo del Volontariato della P.A.T con decreto n. 1 del 1.4.1997, quindi ONLUS di diritto, rappresenta un punto di forza e un valido contributo a costruire una rete efficace di sostegno, informazione e solidarietà in campo oncologico.
Grazie all’aiuto di numerosi volontari, la nostra sezione affronta il problema del cancro con più strumenti e servizi dedicati agli ammalati, ai familiari e a tutta la Comunità Trentina.
Tra le principali attività di promozione la LILT propone l’iniziativa Campagna «Nastro Rosa», un appuntamento consolidato nel tempo: si tratta di una vasta campagna di sensibilizzazione offerta alle donne per accompagnarle nella lotta e nella prevenzione contro il tumore al seno.
Purtroppo questo tipo di tumore continua ad essere il «big Killer n.1» del genere femminile, pertanto, vista l’importanza dell’argomento, abbiamo ritenuto opportuno approfondire la precedente intervista dedicata al tumore al seno della dott.ssa Carmen Fantò e disponibile tramite questo link.
Ci siamo quindi rivolti al dott. Mario Cristofolini, Presidente della LILT per la sezione di Trento, e alla dott.ssa Daniela Bernardi, responsabile dello screening mammografico dell’Azienda Sanitaria. 
 
Dott. Cristofolini quali sono le attività di prevenzione primaria messe in campo dalla LILT sezione provinciale di Trento?  
«L’ampio calendario di attività di educazione alla salute per la prevenzione primaria è scandito in primo luogo dall’adesione della nostra Sezione alle campagne di sensibilizzazione nazionali.
«Ad esempio la Settimana della Prevenzione Oncologica (indicativamente la terza settimana di marzo) è dedicata alla divulgazione dell’importanza di adottare corretti stili di vita e una sana alimentazione.
«Per questo il gadget nazionale proposto ogni anno è l’olio extra-vergine di oliva. Oppure abbiamo la Giornata Mondiale senza Tabacco (31 maggio di ogni anno), dedicata prevalentemente ai giovani ma con un appello anche agli adulti (genitori, insegnanti, medici ed allenatori), affinché aiutino i ragazzi con un esempio efficace.
«Negli ultimi anni abbiamo sviluppato una collaborazione molto efficace con l’Aquila Basket di Trento che condivide con LILT l’obiettivo della Giornata Mondiale Senza Tabacco. I nostri esperti e gli allenatori hanno incontrato le classi delle scuole medie inferiori in una piazza cittadina per spiegare i danni del fumo e della dipendenza da tabagismo.
«L’istruttore dell’Aquila Basket, coinvolgendo gli studenti nel gioco, ha testimoniato quanto sia importante mantenere sano e pulito il proprio fisico per vivere meglio ed ottenere buoni risultati sportivi.
«Infine, ma non di minor importanza, vi è sicuramente la Campagna Nastro Rosa (tutto il mese di ottobre di ogni anno), dedicata alla prevenzione e diagnosi precoce del tumore al seno. Riconosciuti in tutto il mondo, simboli della Campagna sono un nastrino rosa e l’illuminazione di un edificio significativo con una luce dello stesso colore.»
 
Quali e dove si trovano i punti di accoglienza?
«La Casa Accoglienza è a Trento, in Via Nicolodi 19. Ospita pazienti oncologici, che arrivano in città per cure ospedaliere con i loro accompagnatori.
«Le nove Delegazioni di volontari in tutta la provincia (Rovereto, Cles, Tione, Cavalese, Mezzano, Riva, Cavedine, Borgo, Pergine) sono dei punti di riferimento per chiunque ne avesse necessità: i volontari sono pronti ad accogliere richieste, ad ascoltare le difficoltà e mettere a disposizione i servizi LILT per chi ne avesse bisogno.»
Chi sono gli operatori che fanno parte della LILT?
«LILT si avvale della fondamentale collaborazione di 170 volontari presenti su tutto il territorio provinciale. Ad essi si affiancano professionisti di grande esperienza per l’organizzazione e la realizzazione dei servizi utili ad un ampio numero di persone: medici di varie specializzazioni (oncologi, dermatologi, urologi, ginecologi, vascolari, ecc.), psicologi, fisioterapisti, infermieri, insegnanti di educazione motoria.^
 

 
Chi sono i sostenitori economici della LILT sezione di Trento? Se qualcuno volesse contribuire, a chi deve rivolgersi e come?
«La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione Provinciale di Trento vive solo in quanto espressione della generosità e della concretezza della comunità trentina che, giudicando valide e importanti le attività quotidianamente realizzate, dona i propri risparmi sapendo che verranno gestiti in modo trasparente ed oculato e trasformati in interventi concreti a favore della comunità stessa (prevenzione, diagnosi precoce, tutela della salute dei più giovani) e di chi ne ha più bisogno.
«LILT Sezione Provinciale di Trento è una ONLUS, quindi il contributo donatoci è deducibile e detraibile a norma di legge, se non versato in contanti o come quota associativa.
«Per aiutarci queste sono le nostre coordinate bancarie: 
- c/c postale n° 13370382
- bonifico bancario sui conti:
- Unicredit Banca, Trento IBAN IT 65 V 02008 01802 000081400501
- Cassa Rurale di Trento IBAN IT 56 R 08304 01833 000009791051
- codice fiscale 01457220224 da inserire, per destinare il 5x1000 della dichiarazione dei redditi, alla voce sostegno del volontariato.
«Mi permetto di ricordare che Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione Provinciale di Trento e i Volontari delle Delegazioni LILT non raccolgono fondi telefonicamente, né porta a porta e non incaricano nessuno a farlo.»
 
Quali sono i progetti futuri e con quali finanziamenti saranno supportati?
«L’obiettivo principale di LILT è quello di potersi rendere utile a sempre più persone. Si pone come punto di riferimento in campo oncologico per tutti coloro che ne potranno aver bisogno, ma anche per chi vuole attivarsi sul fronte della tutela della salute e della qualità di vita.»
 
Possiamo rendere noto qualche dato riguardante le persone malate di cancro sul nostro territorio? E quante si rivolgono in aiuto alla vostra associazione?
«Nel 2013 sono state 3.764 le persone raggiunte dai vari servizi LILT, escludendo le persone supportate dai volontari in Day Hospital oncologico, nelle Chirurgie e quelle coinvolte nelle attività di sensibilizzazione ed educazione alla salute.»
 
Quali sono le iniziative di promozione promosse dalla LILT?
«Innanzitutto ci occupiamo della divulgazione dei contenuti di tema oncologico e di tutela della salute, tutti scientificamente controllati, ma anche di promozione dei Servizi LILT. Distribuiamo materiale informativo, che è sempre a disposizione presso le nostre sedi a Trento ed in Provincia.
«Inoltre organizziamo serate informative ed incontri con gli esperti, per offrire alla comunità la possibilità di approfondire argomenti specifici, chiarire dubbi, apprendere nuove informazioni.
«Anche l’organizzazione di eventi sportivi, culinari, di aggregazione e divertimento sono modi molto efficaci per farci conoscere ed entrare in contatto con la popolazione.»
 

 
Nel mese di ottobre si svolge la Campagna «Nastro Rosa», vuole brevemente spiegarci come è nata questa iniziativa e come è stata attivata in Trentino?
«La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori è impegnata nella divulgazione dell’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, informando anche sugli stili di vita corretti da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare. Ed è con questo fine che LILT propone ogni anno a livello nazionale la Campagna Nastro Rosa, dedicata proprio alla prevenzione e diagnosi precoce del tumore al seno.
«La Sezione Provinciale LILT di Trento, con il patrocinio della Provincia Autonoma, dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e del Comune di Trento, per il 2014 ha proposto i seguenti servizi ed attività:
• SERVIZIO ALLA PERSONA, ossia un colloquio di orientamento oncologico ed una visita senologica gratuiti con un oncologo LILT, sia presso un camper collocato in Piazza Cesare Battisti a Trento sia presso le nove Delegazioni della Provincia. L’iniziativa è destinata alle donne che, per età (tra i 25 e i 50 o maggiori di 70 anni) o perché non residenti in Trentino, non sono coinvolte nello screening dell’Azienda Sanitaria. In questo modo LILT mantiene l’obiettivo di non sovrapporsi all’efficace servizio pubblico già attivo, ma di integrarlo e rafforzarlo. L’occasione sarà valida, infatti, anche per sollecitare le signore a partecipare allo screening dell’Azienda Sanitaria, che in Trentino fortunatamente raggiunge percentuali di adesione molto buoni ma non ancora totali.
• MATERIALE DI SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE SANITARIA viene distribuito presso tutti i punti di aggregazione (farmacie, centri medici, ecc.). Gli obiettivi sono molteplici: sensibilizzare sull’importanza di evitare i fattori di rischio adottando sani stili di vita (alimentazione, attività fisica, non fumare); illustrare alle donne come controllare il proprio corpo e quali sono i segnali di pericolo a cui porre attenzione. Oltre alla conseguenza primaria e fondamentale di essere validi strumenti contro lo sviluppo del cancro, la prevenzione e la diagnosi precoce rappresentano anche un modello economicamente utile: è noto ormai quanto possa essere fonte di risparmio per la spesa pubblica ridurre il numero di persone ammalate.
• EVENTO DI CONDIVISIONE IN PIAZZA E SERATA INFORMATIVA APERTA ALLA POPOLAZIONE. A fianco del camper in Piazza Cesare Battisti a Trento è stata posizionata una scultura bianca a forma di nastro (simbolo della Campagna) e le persone sono state invitate ad applicarvi un foglietto rosa con un pensiero, una dedica o una firma, quale segno di condivisione. Prime a firmare la scultura sono state la tuffatrice trentina Francesca Dallapè e l’Assessore alla Salute Donata Borgonovo Re.
La scultura è stata poi posizionata nell’atrio del MUSE per tutto il mese di ottobre ed esposta al PalaTrento il 12 ottobre, come ospite di Aquila Basket. Sempre al MUSE, lo scorso 5 ottobre è stata organizzata una serata informativa con esperti, aperta a tutta la popolazione e dedicata ad un tema particolarmente attuale quale quello delle terapie di genere.
• DECORAZIONE PERSONALIZZATA DELL’ AIUOLA. Il messaggio LILT per la Campagna Nastro Rosa si è tradotto anche nel linguaggio dei fiori ed in particolare di quelli che compongono l’aiuola di fronte al Castello del Buonconsiglio. Grazie alla collaborazione del Comune di Trento, la composizione floreale ricorderà ai trentini ed a tutti i turisti che visiteranno il nostro Castello il senso della solidarietà e della condivisione di una causa sociale tanto importante.
 
Dell’importanza della prevenzione ne parliamo con la dott.ssa Daniela Bernardi responsabile dello screening mammografico dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.   
 

 Chi è la dott.ssa Daniela Bernardi  
Daniela Bernardi è un Medico Radiologo Senologo. Laureatasi nel luglio 1995 con il massimo di voti presso l'Università degli Studi di Medicina e Chirurgia di Verona, nell'ottobre del 1999 ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Radiologia Diagnostica presso l'Istituto Universitario di Radiologia allora diretto dal Prof. Gianfranco Pistolesi.
Dal Novembre dello stesso anno lavora presso l'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, prestando prima servizio presso la Radiologia dell'Ospedale Santa Chiara poi presso l'U.O. di Senologia Clinica e Screening Mammografico dove, dal 2007, ha l'incarico di dirigere la Struttura Semplice dello Screening Mammografico.
Da sempre dedita all'attività di diagnostica senologica clinica e di screening, organizza e coordina il Programma di Screening Mammografico provinciale.
Parallelamente a tali attività assistenziali svolge un'intensa attività di ricerca con all'attivo 16 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e partecipazione, quale relatore, a 45 congressi/corsi nazionale ed internazionali.

Dottoressa Bernardi, perché è importante l’informazione e la prevenzione per il tumore alla mammella?
«Il tumore della mammella rappresenta tutt'oggi la neoplasia di gran lunga più frequente nel sesso femminile. Da dati recenti si stima infatti che in Italia, prima di compiere 84 anni, una donna su 8 riceverà una diagnosi di tumore al seno e una su 33 morirà a causa di questa malattia.
«I tassi di incidenza e mortalità rilevati nel 2013, abbastanza omogenei tra le varie aree italiane (con una minore frequenza nelle aree del Sud Italia), mostrano che, nonostante il rischio per una donna di ammalarsi di tumore della mammella sia in crescita, la mortalità per tale patologia è in riduzione.
«Ciò è legato a due fattori: in primis la maggiore adesione alle campagne di prevenzione (screening mammografico) che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale. In secondo luogo un'aumentata efficacia delle terapie che, nel tempo, hanno complessivamente migliorato le percentuali di guarigione.
«Dai dati di letteratura medica si stima che circa il 70% dei tumori potrebbe, infatti, essere prevenuto o diagnosticato in tempo se tutti adottassero stili di vita corretti (la cosiddetta prevenzione primaria) e aderissero ai protocolli di screening e diagnosi precoce (prevenzione secondaria).»
 
Cosa si intende per screening organizzato e spontaneo?
«Lo screening organizzato e quello spontaneo rappresentano due modi diversi di fare prevenzione. Entrambi consentono infatti di effettuare nella donna asintomatica (ovvero che non ha alcun disturbo) la diagnosi di tumore mammario.
«Giungere a tale diagnosi prima che la patologia si manifesti clinicamente consente infatti di effettuare dei trattamenti chirurgici conservativi, di ridurre il ricorso a pesanti terapie mediche e, fatto più importante, di abbassare notevolmente il rischio della donna di morire per quella malattia.
«Lo screening organizzato, come quello attivo in Provincia di Trento dal 2000, prevede l'invito, da parte del programma di Screening, di tutte le donne residenti e di età compresa tra i 50 ed i 69 anni ad eseguire una mammografia. Tale invito, che ha cadenza biennale, si rivolge in modo attivo a tutta la popolazione femminile, favorendo la partecipazione e, superando le possibili barriere culturali, l’equità di accesso anche alle donne più svantaggiate o meno consapevoli dell’importanza della prevenzione secondaria.
«L’obiettivo principale del programma di screening mammografico è infatti quello di diminuire la mortalità specifica per cancro della mammella nella popolazione invitata ed aderente. Ciò è possibile solo attraverso una forte adesione delle donne all'invito.
«Per screening spontaneo si intende invece l'esecuzione di un'indagine mammografica, sempre a scopo di diagnosi precoce ed in assenza di sintomi, non conseguente ad un invito da parte del programma di screening. A differenza di quanto avviene nello screening organizzato, la donna che decida spontaneamente di effettuare una mammografia a scopo di diagnosi precoce prenota, subordinatamente ad una richiesta del Medico di Medicina Generale, ed esegue la mammografia.
«Tale esame rientra, per le donne di età superiore ai 45 anni, tra quelli definiti "Livelli essenziali di assistenza" (LEA), ovvero quelle prestazioni che devono essere garantite. Questo avviene perché l'incidenza del tumore mammario, pur crescendo con l'aumentare dell'età (ha infatti la maggiore frequenza nella fascia tra i 50 e 69 anni), già ai 45 anni è molto simile a quello dei 50-55 anni.
«Di conseguenza, come da direttive ministeriali, l'esecuzione della mammografia è indicata, suggerita ed offerta gratuitamente sin dall'età di 45 anni. Alcuni programmi di screening italiani hanno già provveduto peraltro ad estendere lo screening su invito organizzato anche in questa fascia di età ed in quella dei 70-74 anni. Uno dei prossimi obiettivi del Programma di Screening dell'APSS è proprio quello di includere anche tali gruppi di donne.
«Sia lo screening organizzato che spontaneo prevedono l'esecuzione della sola indagine mammografica da parte di personale tecnico dedicato ed adeguatamente formato appartenente all’U.O. di Senologia Clinica e Screening Mammografico.
«La lettura di tutte le mammografie avviene presso l’U.O. di Senologia Clinica e Screening Mammografico ed è ad opera di un ristretto gruppo di Radiologi Senologi con un'importante esperienza rafforzatasi negli anni. L’esame mammografico è pertanto sottoposto ad una doppia lettura cieca ed indipendente da parte di due esperti.
«In caso di negatività, il programma prevede l’invio di un referto e la predisposizione del successivo invito a distanza di due anni.
«In caso di alterazioni sospette rilevate alla mammografia, la donna viene invece contattata telefonicamente per predisporre un appuntamento necessario all’espletamento degli approfondimenti necessari (definiti approfondimenti di secondo livello), che vengono effettuati presso la sede di Trento ad opera degli stessi Radiologi Senologi dedicati che hanno effettuato le letture.»
 
Cosa accade se una donna risulta positiva alla mammografia di screening?
«In caso di POSITIVITA', ovvero di diagnosi di tumore mammario, la donna viene convocata per comunicare la diagnosi. Viene quindi presa in carico dal gruppo multidisciplinare di patologia mammaria ed avviata all'idoneo percorso terapeutico.»
 
Come viene assistita e cosa deve fare?
«Il radiologo che ha effettuato la diagnosi gestisce solitamente la comunicazione della stessa alla donna durante un primo colloquio, nel quale viene offerta la possibilità di essere seguita, nel necessario iter terapeutico, dal gruppo multidisciplinare attivo in APSS sin dagli inizi degli anni '90.
«Il gruppo, che vede coinvolte tutte le figure professionali che prendono parte al percorso diagnostico-terapeutico del tumore mammario, effettua incontri settimanali di discussione collegiale dei casi diagnosticati in APSS allo scopo di definire l'idonea terapia "customizzata" sul singolo caso.
«Nel corso del primo colloquio con il Radiologo Senologo si concorda quindi la data per l'appuntamento con i professionisti coinvolti. Inoltre la paziente ha la possibilità di essere informata circa quelle che saranno le cure necessarie al caso.»
 
Quali percorsi diagnostici possono essere attuati al di fuori di un programma di screening?
«Ad oggi, secondo le indicazioni declinate nella procedura elaborata presso l'U.O. di Senologia Clinica e Screening Mammografico del dicembre 2012, per le donne di età compresa tra 40-49 anni ed oltre i 70 anni si prevede l’esecuzione della sola mammografia in modalità di accesso spontaneo, subordinato alla richiesta da parte del medico di medicina generale.
«Come precedentemente esplicitato tale indagine mammografica è sottoposta ad una doppia lettura indipendente ad opera di due radiologi senologi dedicati. In caso di esito negativo si procede come ho spiegato precedentemente.
«Per le donne di età inferiore ai 40 anni, invece, attualmente non sussiste indicazione ad alcuna pratica di screening per la ricerca di patologia neoplastica pre-clinica.
Fanno eccezione i soggetti con un rischio genetico accertato (sindrome eredo-familiare) ed i soggetti già operati per un tumore o per la rimozione di una lesione che potrebbe degenerare in una patologia tumorale.»
 
Quali sono i controlli periodici ai quali una donna deve sottoporsi?
«È innanzitutto necessario che la donna presti sempre attenzione ad eventuali cambiamenti del seno e li riferisca tempestivamente al proprio medico curante, e questo anche quando abbia eseguito recentemente una mammografia.
Può capitare, infatti, che un tumore compaia prima dell'appuntamento previsto per il successivo controllo mammografico. Questo tipo di tumore, chiamato tumore di intervallo, è poco frequente (compare in circa 1 donna ogni 1.500 che fanno la mammografia) e può manifestarsi perché si sviluppa molto rapidamente o perché non individuato dalla precedente mammografia per le dimensioni molto piccole e/o per le caratteristiche della mammella.
«È pertanto fondamentale che la donna impari a conoscere il proprio seno attraverso la pratica dell'auto-palpazione che, sin dalla giovane età, si dovrebbe praticare imparando a distinguere i sintomi che sono sospetti (come la comparsa di un nodulo che in precedenza non c'era oppure la presenza di una secrezione spontanea di sangue dal capezzolo e/o alterazioni di quest'ultimo) da quelli che non lo sono. Tra questi ultimi, da segnalare la presenza del solo dolore mammario (o mastodinia), che tuttavia non deve essere vissuto con eccessiva apprensione, in quanto nella maggior parte dei casi non nasconde niente di particolarmente preoccupante.
 
Nadia Clementi - [email protected]
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