È morto il comandante Francesco Volpi. Aveva 105 anni
Era nato al Torrione di Trento il 13 ottobre 1914. Poteva vantare 80 anni di pilotaggio
>
Il comandante Francesco Volpi era noto in tutto il mondo per essere il pilota più anziano del pianeta ad avere ancora il brevetto da pilota valido.
Era nato a Trento, nella palazzina denominata Il Torrione che si affaccia su Piazza Fiera, il 13 ottobre del lontano 1914, quando Trento apparteneva all’Impero Austro Ungarico.
Ottenne il brevetto da pilota militare nel 1935 e ha prestato servizio nella fascistissima arma aeronautica italiana prima a Ferrara e poi a Vicenza.
Durante la Seconda guerra mondiale venne comandato prima sul Mediterraneo e poi in Russia, dove - al comando di un «Gobbo Maledetto» - si è segnalato per il suo coraggio e le sue capacità, al punto di meritarsi una medaglia di bronzo.
Come ci raccontava, lui ha portato sempre a casa il suo aereo. A volte sforacchiato, a volte senza carburante, a volte in fiamme.
Al ritorno in patria, fu trasferito in Sardegna, dove soffrì di febbri malariche. I medici gli avevano profetizzato una morte a breve tempo.
Come sappiamo, mai tale profezia fu disattesa.
A guerra terminata, l’Italia non aveva più bombardieri e Francesco Volpi è stato collocato in congedo.
Laureato in legge, provò a lavorare in uno studio legale. Dopo un mese capì che quella non sarebbe mai stata la vita di chi aveva volato nei cieli come lui.
Decise di fare il rappresentante di calze e camice, che gli portarono ricchezza e benessere. E libertà.
Non avendo mai dimenticato la sua vocazione aeronautica, mise in piedi l’Aeroclub di Trento, avviò il figlio maggiore all’accademia aeronautica (andato in pensione col grado di generale) e insegnò al secondo figlio a pilotare e a vivere negli spazi più grandi del mondo.
Al compimento dei suoi primi 100 anni (come amava definirli lui) gli fu organizzata una festa all’Aeroclub di Trento dove, appunto, fece l’ultimo volo del suo primo secolo di vita e il primo de secondo…
Le foto di questo servizio le abbiamo scattate noi in quell'occasione.
Sempre nel 2014, gli fu data la massima onorificenza prevista dalla Provincia autonoma di Trento, l’Aquila di San Venceslao.
Partecipò ancora puntuale a tutte le cerimonie militari della sua città, finché qualche mese fa non iniziò a sentirsi stanco.
Riuscì a compiere 105 anni. Poi, alle 16.30 di oggi, spense la luce.
Lascia i figli Furio ed Erio e tre nipoti che hanno avuto la fortuna di averlo accanto per così tanto tempo.
G. de Mozzi.
In occasione del suo centesimo genetliaco ebbi l'ispirazione di scrivergli un racconto, intitolato «L'ultimo volo del Gobbo maledetto».
Chi volesse leggerlo, lo trova a questo link.