Il «Riccardo III» conclude la Stagione del Teatro Sociale
Il classico di William Shakespeare andrà in scena giovedì 27 e venerdì 28 aprile alle ore 20.30, sabato 29 aprile alle 18, domenica 30 alle ore 16
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La Stagione del Teatro Sociale del Centro Servizi Culturali S. Chiara volge alla conclusione nel segno di William Shakespeare.
Dopo una programmazione di grande successo che ha ospitato interpreti e registi di spicco del palcoscenico italiano, ottenendo un grande riscontro da parte del pubblico, dal 27 al 30 aprile il palco del Teatro Sociale ospiterà l’ultimo appuntamento della Stagione, dedicato ad uno tra i drammi più popolari del grande drammaturgo inglese: Riccardo III, nell’adattamento firmato da Ármin Szabó-Székely, con la traduzione di Tamara Török, per la regia della giovane e affermata regista ungherese Kriszta Székely e con il due volte Premio Ubu Paolo Pierobon nei panni del duca di Gloucester.
Una produzione Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatri ERT-Teatro Nazionale.
Riccardo III è senz’altro uno dei drammi più popolari di William Shakespeare, e da sempre affascina per la sua dimensione violenta, manipolatoria e solitaria: assassino deforme e infingardo, il duca di Gloucester è senza dubbio uno dei cattivi più iconici e rappresentati del repertorio del grande drammaturgo inglese.
Con questa figura letteraria così imponente si confronta la giovane e affermata regista ungherese Kriszta Székely, che, dopo il successo raccolto a Torino e a Budapest dal suo Zio Vanja, a partire dal 2021 è entrata a far parte del nucleo artistico del Teatro Stabile di Torino come artista associata.
Nelle sue regie, sia di prosa che di opera, è sempre forte l’impegno politico e civile, così come l’attenta analisi dei ruoli, reali o presunti, che ci vengono attributi dalla società.
Nelle sue mani, Riccardo III, interpretato dal due volte Premio Ubu Paolo Pierobon, già protagonista di Vanja, diventa una critica ancor più feroce e aspra del desiderio di potere e autoaffermazione che caratterizzano ogni totalitarismo.
In una dimensione internazionale così complessa, dominata da rigurgiti nazionalisti, intolleranza religiosa, razzismo, il dramma di Shakespeare si staglia per la sua drammatica attualità. Riccardo III seduce come un basilisco, con la pura forza dell'autostima concentrata in uno sguardo. Non è un capro espiatorio, ma insinua la sua volontà senza che le sue vittime riescano a sottrarsi, lo seguono alleati traditi e spossessati.
Cosa spinge le persone a cadere nelle mani di un tiranno? Perché non ci si sottrae collettivamente alla violenza e alla sopraffazione?
Perché la sfrenatezza è affascinante, e perché solo pochi riescono a resistervi? Sono domande vicine al nostro tempo, come tutte le esplorazioni dell’umano che troviamo inoltrandoci nelle pagine del grande autore inglese.
«[…] Questo dramma, con azioni estreme e radicali, ci mostra l’ascesa inarrestabile di un uomo all’apice del potere, ma anche la sua rapida discesa verso quel profondo e oscuro abisso che si spalanca oltre il potere stesso, – scrive Kriszta Székely nelle sue note di regia. – Il viaggio di questo personaggio dev’essere per tutti noi un esempio di quanto l’ardore e la ricerca sfrenata del potere non conosca limiti umani, e che chi pecca di prepotenza alla fine sarà prigioniero del proprio inferno. Si tratta di una parabola. Un esempio. Uno specchio insanguinato, una preghiera oscura con la speranza di un mondo migliore.»
Foyer del Teatro
Tornano gli appuntamenti dedicati agli approfondimenti con i protagonisti della Stagione 22-23. Per l’ultimo incontro in calendario, previsto al Teatro Sociale venerdì 28 aprile alle ore 17.30, il dott. Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, dialogherà con il cast dello spettacolo.
Info e biglietti
Biglietti acquistabili online su www.boxol.it/centrosantachiara/it, e presso le Casse del Teatro Sociale e del Teatro Auditorium.
Kriszta Székely / Artista associata del TST
Nata a Budapest nel 1982, Kriszta Székely ha conseguito il Master di regia presso l’Università di Teatro e Cinema della capitale ungherese e ha iniziato la propria formazione sul campo nel celebre Teatro Katona József Szinhéz, del quale è regista residente. La sua cifra registica spazia dagli adattamenti in chiave contemporanea di opere classiche a incursioni in territori inesplorati da parte del teatro. Sia nella prosa che nell’opera, i suoi lavori sono incentrati su una forte visione politica e civile – in particolare per le battaglie sulla parità di genere – e sull’analisi dei ruoli che ci vengono attribuiti, o imposti, dalla società nella quale viviamo. Dal 2016 insegna recitazione all’Università di Teatro e Cinema di Budapest ed è Presidente dell’Associazione dei registi ungheresi.
È stata insignita del premio come miglior regista al Festival di Teatro Nazionale nel 2017 e nel 2018, e del Premio della critica teatrale nel 2018 e nel 2019. Le sue più importanti produzioni al Katona sono Petra von Kant di Fassbinder (2014), Nora – Natale in Casa Helmer di Ibsen (2016), Il Cerchio di gesso del Caucaso di Brecht (2017), Platonov di Čechov (2019), L’incoronazione di Poppea di Monteverdi (2020), Otello di Shakespeare (2020) e Hedda Gabler di Ibsen (2022), quest’ultimo lavoro coprodotto insieme al Teatro Stabile di Torino.
Nel 2020 ha firmato la sua prima regia per lo Stabile di Torino, Zio Vanja di Čechov con Paolo Pierobon; nel 2022 ha messo in scena Tre Sorelle al Landestheater Niederösterreich, a Sankt Pölten, in Austria.