Elsa Fornero al S. Chiara giustifica il suo operato da Ministro del Lavoro
«È stato necessario applicare al debito pubblico un rigore sconosciuto in passato e in una fase di recessione esso è ancora più pesante»
Auditorium Santa Chiara gremito a Trento per l'incontro con il ministro al lavoro e politiche sociali Elsa Fornero sul tema «I confini sociali dell'insicurezza».
In sala è arrivata anche l'eco della contestazione svoltasi all'esterno, che non ha impedito il regolare svolgimento della manifestazione.
Un confronto denso e approfondito quello sul palco, animato anche da Ilvo Diamanti e Pieluigi Stefanini, spesso interrotto dagli applausi a scena aperta strappati dal ministro, che ha esposto le linee generali della riforma del lavoro varata dal governo ma che ha anche toccato il tema delle pari opportunità, declinandolo nell'accezione più vasta possibile.
Parole di elogio da parte dei relatori per il «modello trentino», che Fornero ha auspicato possa essere utile fonte di ispirazione per il resto del paese, in particolar modo per il Mezzogiorno.
Il Focus, uno dei più attesi di questa edizione del Festival dell'Economia, moderato dal direttore del Trentino e dell'Alto Adige, Alberto Faustini, si è aperto subito con l'intervento del ministro Fornero, che in mattinata aveva già visitato il Centro per l'impiego di Trento.
Innanzitutto, un accenno alle contestazioni all'esterno dell'auditorium, sui cui vigilavano le forze dell'ordine.
«Credo – ha detto il ministro – che chi esprime il dissenso sia parte integrante della democrazia, ma questo deve sempre avvenire in una logica di dialogo.»
Quindi un accenno al Trentino
«Vengo spesso nella vostra regione, è una realtà che colpisce in modo positivo, se l'Italia fosse vicina agli standard di qui avremmo certamente meno problemi, avere un tasso di disoccupazione del 6,9 per cento anziché dell'11 fa la differenza. Stamattina sono stata al Centro per l'impiego, ho visto che anche in Trentino certamente ci sono problemi ma vengono affrontati attraverso una stretta sinergia fra tutti gli attori del sistema, compreso il mondo delle associazioni. Ne ho parlato stamani con il presidente Dellai: serve una sinergia fra Trentino e altre realtà molto più problematiche del paese, in particolare nel Mezzogiorno.»
Parlando di Trentino ha anche espresso un commento sulla ricchezza della nostra provincia, di cui abbiamo parlato in altro articolo (vedi).
Poi il tema della riforma del lavoro.
«Essendo stata tutta la vita un’insegnante, non rinuncio a cercare di convincere. In questa riforma ci sono molti aspetti positivi, anche se certo, non è il toccasana, non è il migliore dei mondi possibili. La riforma del mercato del lavoro tocca tutta la società, mette in discussione equilibri consolidati, può generare delle paure. C'era chi voleva una riforma basata sul principio: esiste solo una forma di contratto, le altre non esistono.
«Specularmente, c'era chi chiedeva che l'articolo 18 andasse abolito, tranne che per i licenziamenti discriminatori. Abbiamo deciso di lavorare di cesello e non di accetta. Abbiamo esaminato tutte le varie forme contrattuali, cercando di tenere il buono che c'era in ognuna di esse. Riguardo all'articolo 18, abbiamo estrapolato il licenziamento discriminatorio, ma per le altre due fattispecie, quello per ragioni economiche e quello per motivi disciplinari, abbiamo stabilito un doppio binario, l'indennizzo oppure la decisione del giudice, che può esprimersi per il reintegro oppure la conferma del licenziamento. Chi è contro questa articolazione esprime una profonda sfiducia nei confronti i giudici, che non possiamo condividere.»
Ilvo Diamanti, docente universitario, giornalista e ricercatore più volte ospite del Festival, ha spostato il dibattito sul tema delle paure, della percezione dell'insicurezza e di come essa venga alimentata dai media.
«L'insicurezza, ora, ha ritrovato i suoi confini tradizionali, quelli della sicurezza sociale, ovvero la salute, la vecchiaia. Ma per una ventina d'anni abbiamo pensato ad altro, alla minaccia personale prodotta dalla criminalità comune, spesso connessa all'immigrazione. Come si genera questo genere di insicurezza? Le notizie sulla criminalità nei nostri media sono presenti in misura doppia rispetto alla media europea. Ma il picco lo si è registrato nel 2008 - 2009. Nel frattempo il tasso di criminalità era rimasto inalterato.»
«Con la crescita della crisi la preoccupazione è tornata a concentrarsi sul dato economico. – Ha aggiunto Diamanti. – Vale la pena di sottolineare che ciò è successo soprattutto dopo l'avvio del governo Monti. Evidentemente questo governo, considerata la sua natura tecnica, ha aperto ai media la possibilità di occuparsi della crisi, dal momento che di solito un governo politico deve rendere conto di quello che ha fatto sul piano economico. Nell'ultimo anno, in ogni modo, è cresciuta l'insicurezza su tutto. Perché? Perché siamo una civiltà fondata sul lavoro, il lavoro ti dice chi sei. Non avere un lavoro sicuro ti rende insicuro sotto tutti i profili.»
«Scopriamo adesso – è intervenuta Fornero – che tutta la sicurezza che percepivamo in precedenza era creata sul debito. Noi non abbiamo mai pensato che dovessimo lenire i contrasti fingendoci più ricchi di quanto non siamo o della nostra capacita di produrre reddito. Il governo tecnico nasce dall'esigenza di un aggiustamento.
«Abbiamo fatto una riforma delle pensioni che può essere letta come il più grande aggiustamento fra le generazioni che il nostro paese abbia conosciuto negli ultimi 30-40 anni.
«È stato necessario applicare al debito pubblico un rigore sconosciuto in passato e in una fase di recessione esso è ancora più pesante. Ma accanto al rigore abbiamo cercato di perseguire l'equità, fra le generazioni e non solo. Forse avremmo potuto fare anche dell'altro.
«La patrimoniale non era materialmente praticabile perché questo paese manca di un'anagrafe patrimoniale [Nota*]. Ora, in ogni modo, è necessario applicare lo stesso rigore per perseguire l'obiettivo della crescita.»
«Riguardo alle pari opportunità, un'altra mia competenza – ha proseguito la Ministro, – io credo che esse vadano perseguite innanzitutto nel lavoro. In Italia si riscontra forse una tendenza eccessiva a creare comitati. Io credo che la strada da seguire sia: meno comitati e più equità nel lavoro. E non solo riguardo ai rapporti fra uomini e donne, ma in tutti i settori e verso tutte le categorie discriminate: per la nazionalità, per le preferenze sessuali e così via.»
Applausi a scena aperta anche a Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol, emiliano.
«Questa è una terra dove il civismo e ancora molto forte. – Ha detto. – Sconfigge il cinismo che registriamo in molte parti del nostro Paese. Anche l'Emilia Romagna è una terra forte e generosa. È stata colpita duramente dal terremoto, ma ce la faremo.
«Ciò che emerge dalla ricerca che stiamo svolgendo assieme a Diamanti è che vi è una difficoltà da parte dei cittadini nel comprendere e conoscere cause e responsabilità della crisi. Abbiamo bisogno di riflettere anche sul modello economico che ha portato a questa crisi, cercando possibilmente di cambiare qualche paradigma, in particolare riguardo allo strumento della finanza, che non deve essere fine a se stesso ma utile alle famiglie, alle imprese.»
[* Penoso che in uno Stato non possa essere varata una legge per mancanza di dati certi... In realtà, però, la patrimoniale non è stata fatta perché non l'ha voluta il Parlamento. Politico o tecnico che sia, un governo è comunque soggetto all'approvazione da parte del parlamento italiano, che è pur sempre di maggioranza centrodestra.]