Portali di prenotazione, prosegue la pubblicità ingannevole
Federalberghi chiede all’istituto dell’autodisciplina pubblicitaria di bloccare lo spot di «Trivago»
Federalberghi ha chiesto all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria di bloccare la diffusione di uno spot televisivo di Trivago che, nel bel mezzo dell’estate, periodo clou per le vacanze di circa 35 milioni di italiani, «martella il pubblico con un messaggio ingannevole, nel quale il portale afferma di mostrare il prezzo praticato direttamente dall’hotel».
Il claim afferma: «Trivago ti mostra il prezzo praticato direttamente dall’hotel ed il prezzo di oltre 200 siti di prenotazione diversi. Trivago confronta, la scelta è tua».
La federazione degli albergatori evidenzia come il messaggio sia «ingannevole, poiché induce il consumatore a ritenere che sulla piattaforma sia sempre pubblicato il prezzo praticato dall’hotel e, quindi, che utilizzando la piattaforma si realizzerebbe una scelta pienamente informata.
«La realtà è ben differente: Federalberghi ha segnalato allo IAP che nella maggior parte dei casi sulla piattaforma non è disponibile nessuna informazione sul prezzo praticato direttamente dall'hotel. Conseguentemente, le decisioni di acquisto avvengono sulla base di informazioni incomplete.»
Secondo Federalberghi «il messaggio risulta fuorviante anche per un secondo aspetto, in quanto lascia intendere che il servizio offerto da Trivago venga svolto ad esclusivo beneficio del consumatore e omette di comunicare che gli annunci presenti sulla piattaforma sono inserzioni a pagamento».
In altri termini, «il servizio offerto non consiste nella segnalazione delle migliori condizioni disponibili, ma nella pubblicazione di un mero elenco di annunci pubblicitari».
In attesa della decisione dello IAP sullo spot di Trivago, Federalberghi invita coloro che non hanno ancora prenotato per la propria vacanza a «non limitarsi a consultare un solo canale informativo e a contattare sempre l’albergo (mediante il sito internet della struttura, la posta elettronica o il telefono), al fine di verificare le condizioni particolari che la struttura riserva agli ospiti che prenotano direttamente».
L'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria si è già espresso a febbraio 2018 su un altro caso di pubblicità ingannevole in materia di prenotazioni alberghiere, concernente il messaggio pubblicitario di Booking.com che prometteva la possibilità di cancellare gratuitamente le prenotazioni.