Considerazioni sull’eccidio di Sant’Anna di Stazzema
I comandanti delle compagnie di SS furono condannati all’ergastolo in Italia, ma non fecero neanche un giorno di carcere
Oggi, in occasione dell’80esimo della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema - dove sono stati trucidati 560 civili, il cui più giovane aveva 4 mesi - abbiamo riportato i fatti di quella tragedia.
Come sempre non abbiamo aggiunto nulla a quella che può essere definita Verità storica.
Aggiungiamo che un bimbo di pochi anni fu salvato dalla madre di 16 anni che lo nascose in una nicchia di pietra.
Viceversa, l'ufficiale di Marina Antonio Tucci, che aveva evacuato la famiglia a Sant'Anna, perse la moglie e otto figli da pochi mesi a 15 anni. Aveva tentato di uccidersi.
Ora però desideriamo esprimere le nostre considerazioni.
Anzitutto è bene precisare che la Convenzione di Ginevra vietava le rappresaglie, precisando però che se queste dovessero accadere (sic!), dovevano essere proporzionate al fatto che le aveva provocate.
Crediamo che non ci siano dubbi sulla sproporzione dell’eccidio di Sant’Anna rispetto alle cause che l’avevano provocata. Anzi, la sentenza pronunciata dal tribunale militare di La Spezia parla di «premeditazione».
Al processo fu deciso di non processare anche i soldati tedeschi che vi presero parte, perché sarebbero stati centinaia, rendendo ingestibile il processo. Amen.
Furono condannati per via definitiva solo i comandanti delle compagnie di SS che vi presero parte, quando ormai avevano più di 80 anni.
Il governo italiano chiese l’estradizione, che però fu negata in quanto la Costituzione tedesca vieta l’estradizione di cittadini tedeschi dalla Germania.
Questo lo condividiamo.
Ma quando fu discussa l’applicazione delle pene pronunciate dal tribunale italiano, la Procura tedesca archiviò tutte le posizioni per vari motivi giuridici.
Di questi quello che lascia sconcertati è il fatto che non era possibile stabilire il numero esatto delle persone che ogni imputato aveva fatto uccidere…
Insomma, come accadde alla maggior parte dei carnefici tedeschi non processati a Norimberga, i colpevoli riuscirono a morire di vecchiaia, intorno ai 90 anni, in tutta serenità, con i conforti della fede.
Sic transit gloria mundi.