Ingegner Bortolotti, lei è
nuovo in politica. Come trova la situazione?
«La strada è in salita. Se andassimo a votare direttamente per il
sindaco, credo che avrei buone possibilità di farcela. Ma da qui al
3 maggio c'è di mezzo la data del 22 febbraio, giorno in cui le
primarie stabiliranno chi sarà il candidato unico per il
centrosinistra.»
Perché sarebbe più tranquillo se si andasse a
votare?
«Primo perché sento che la gente ha voglia di cambiare, secondo
perché si deve cambiare. Con Dellai e Pacher trasferiti in
Provincia, direi che si è concluso un ciclo importante, per cui
adesso è necessario introdurre un nuovo corso.»
Andreatta non va bene? «Guardi che il
problema non è Andreatta, che sarà indubbiamente un bravo
amministratore. Il problema che è passata una generazione da quando
Dellai si è insediato a Palazzo Thun. Non si può continuare ad
affinare la sua esperienza politica, si arriva a un certo punto che
si deve impostarne una nuova.
E perché invece trova difficile passare il
"taglio" del 22 febbraio? «Andreatta
è portato avanti dal Partito Democratico, il quale ha una
tradizione molto più forte degli altri partiti in termini di
elezioni primarie. Le hanno fatte anche di recente, cioè prima di
giungere alle elezioni provinciali, e questo significa che i loro
sostenitori hanno una macchina già oliata e funzionante. Noi invece
ci troviamo spiazzati, perché non abbiamo precedenti. Non solo non
sappiamo quanti dei nostri andranno a votare alle primarie e forse
non è ancora abbastanza chiaro per tutti che è lì che ci giocheremo
il nuovo sindaco.»
Quindi la vostra campagna per le primarie consiste
nell'invitare la vostra gente ad andare a votare?
«Sì, l'impressione è che non ci batteremo né sui principi né sui
programmi, ma nei numeri. I programmi li presenterà alla
popolazione chi passerà il taglio del 22 febbraio.»
Proviamo lo stesso a fare un passo avanti. Se lei
passasse il turno, cosa cambierebbe? «Beh,
anzitutto il rapporto tra la gente e l'Istituzione. Io ho passato
una vita nell'amministrazione provinciale a stretto contatto con la
gente e con i politici. Bene, le posso assicurare che la
popolazione sente che la Provincia è "loro". Il Comune
invece no, il Comune è del sindaco e della giunta. Quando si parla
di Provincia si parla di "noi", in prima persona plurale. Quando si
parla di Comune, si dice "loro", terza persona plurale. Io voglio
che la gente capisca che anche il Comune siamo "noi",
tutti insieme, eletti ed elettori.»
Mi sembra un po' un cambio
generazionale… «Infatti, è quello che ho detto
che serve. La politica delle multe deve essere accompagnata da
opportuni investimenti volti a farle ridurre. I nuovi posteggi non
possono più restare sulla carta a futura memoria. Il traffico va
snellito, la gente deve trovare conveniente posteggiare l'auto per
tutto il giorno e muoversi con mezzi alternativi, non deve farlo
per evitare la multa. In centro si va solo a piedi o in bicicletta,
ma…»
E le auto elettriche come quelle che si usano nei campi
da golf? «Andrebbe incentivato l'acquisto da
parte dei privati. Ci sono cart elettrici che costano molto poco.
Ma ci sono troppi progetti insabbiati e mi domando perché? Perché
mancano i soldi o perché manca la volontà? L'interramento di via
dei Ventuno dov'è finito? Abbiamo visto tanti progetti, ma poche
realizzazioni.»
Quanto alla sicurezza? «Non si può
tollerare che ci siano alcune parti della città in parte o del
tutto prive di controllo. Non parlo solo di Piazza Dante, che pure
è significativa dato che è il cuore della città, ma di tutto il
territorio comunale. Non può essere sufficiente spostare le bande
da una parte all'altra della città con interventi sporadici. Non
possono esistere zone d'ombra. Il Comune deve sempre essere padrone
della situazione. Ci vogliono coraggio e determinazione. È vero che
dobbiamo curare anche i sintomi, ma soprattutto va debellata la
malattia.
Sta criticando duramente la giunta
uscente… «Ma no, come le ho detto, è solo finita
un'era. Non incolpo nessuno, dico solo che questo è solo il termine
di un percorso e che ogni aggiustamento porta lontano dallo spirito
originario senza che il nuovo venga affrontato. Ci vuole una nuova
marcia, una nuova logica. Per questo ho accettato di
candidare.»
Qual è lo slogan che vorrebbe venisse diffuso ai nostri
lettori? «Ragazzi andate a votare per le
primarie. Se poi non sceglierete lo stesso il sottoscritto,
pazienza. Ma almeno sarebbe una volontà popolare e non di
partito.»
E dopo il 22 febbraio?
«Io il programma ce l'ho pronto da tempo. Alcune anticipazioni le
ho appena date a voi.»
|