Aldo Pancheri, «Linguaggi di una generazione» – Di Daniela Larentis
La mostra inaugurata a Rovereto resterà aperta fino a sabato 18 giugno 2016
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«Linguaggi di una generazione» è il titolo dell’ultima personale dell’artista Aldo Pancheri, a cura di Remo Forchini, inaugurata venerdì 10 giugno a Rovereto, Trento, presso lo Studio 53 Arte di Via Rosmini, 53.
Resterà aperta al pubblico fino a sabato 18 giugno 2016 (orari apertura: martedì|sabato dalle 16.30 alle 19.00).
Artista apprezzato di fama nazionale e internazionale, nato in una famiglia di artisti e cresciuto in un ambiente che ha favorito lo sviluppo del suo innato talento, ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte a Trento e poi l’Accademia di Belle Arti a Bologna; si è poi trasferito a Milano negli anni Settanta, pur mantenendo sempre uno stretto legame con la città di Trento.
Numerosissime le mostre al suo attivo, fra tutte ne vogliamo ricordare una, quella tenutasi a Milano presso il Palazzo della Permanente nel 1990, dal titolo «Gino, Aldo, Renato Pancheri. Una casa di pittori».
I quadri esposti a Rovereto sono una quindicina, suddivisi per cicli, partendo dal 2000 fino ad oggi, da quelli di base geometrica fino all’Arte Timbrica dell’ultimo periodo, in cui l’utilizzo del timbro è un elemento centrale dell’esecuzione dell’opera.
Egli si serve di forme, linee e colori per esaltare i propri sentimenti, reinterpretando la realtà.
Come abbiamo ricordato in altre occasioni, nell’Arte Timbrica è essenziale il segno, in quanto - come afferma lo stesso Pancheri, ideatore di questa forma espressiva, – «ogni artista, inventando una propria matrice timbrica, costruisce un proprio stilema, che può essere usato più volte, ma che per via della manualità che lo contraddistingue nessuna volta allo stesso modo».
La prima mostra di Arte Timbrica risale al maggio del 2014, esposizione organizzata presso la Biblioteca Civica G. Tartarotti, nel complesso del MART di Rovereto, Trento, con il proposito di creare un percorso basato sul dialogo fra artisti che, pur conservando la propria personalità, operano utilizzando il timbro, di diverse matrici culturali e differenti percorsi, alcuni di chiara fama, altri emergenti, anche a livello internazionale.
In estate e successivamente nell’autunno dello scorso anno due sono state le esposizioni di «Arte timbrica in progress», ambedue un pieno successo di pubblico e critica, la prima organizzata a Palazzo della Regione, a Trento, l’altra a Milano, presso l’Auditorium dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi.
Ricordiamo che le opere di Aldo Pancheri si trovano in collezioni private e spazi istituzionali, fra cui ricordiamo: Raccolta Bertarelli, Civici Musei Castello Sforzesco, Milano; Palazzo delle Albere, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Palazzo dei Diamanti, Ferrara; Museo della Xilografia, Castello di Pio (Carpi); Museo Civico di Palazzo Sturm, Bassano del Grappa; Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano; Regione e Provincia Autonoma di Trento; Cassa di Risparmio delle Province Lombarde (Cariplo), Milano; Banca Popolare di Milano; Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Trento; Banca d’Italia, sedi di Ancona e Firenze; Autostrade del Brennero, Trento; Università degli Studi di Macerata e di Pavia; Università Bocconi (grafica), Milano; Centro Internazionale della Grafica, Venezia; Galleria d’Arte Moderna delle Marche, Ancona; Istituto Takagi, Nagasaki (Giappone); Museo Denon, Chalon-sur-Saône (Francia); Intesa Sanpaolo, Milano; Unicredit Banca Trento; Mas - Museo d’arte dello splendore, Giulianova, TE; Museo d’Arte delle Generazioni italiane del ‘900, Pieve di Cento, Bologna.
Nell’occasione gli chiediamo quale funzione abbia secondo lui oggigiorno un’opera d’arte contemporanea e lui ci risponde dicendoci che, per quel che lo riguarda, «potrebbe essere considerata un oggetto che può rimandare a un concetto, che esprime certamente un pensiero, può comunicare gli stati d’animo dell’artista, ma che, oltre a varie funzioni, fra cui quella espressiva, svolge anche una funzione estetica e decorativa».
Questo è il senso della sua riflessione; noi indugiamo ammirati di fronte a un’opera dell’ultimo periodo, prima di congedarci, in cui le tonalità dell’arancio si mescolano piacevolmente all’azzurro, al viola, al giallo, suscitando in noi emozione, e che ci pare possa esprimere un pensiero che ha a che vedere con l’idea di libertà.
E con il sogno.
Daniela Larentis –[email protected]