Il commissario europeo Gentiloni al Festival dell’Economia
«Ci vuole una politica industriale comune per guidare la transizione energetica»
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Così si è espresso il commissario europeo per gli affari economici, Paolo Gentiloni, intervenuto questa mattina al Festival dell’economia di Trento sul tema «La via europea alla crescita sostenibile».
«In questi ultimi anni l’Europa ha fatto passi straordinari sul fronte della crescita e dello sviluppo sostenibile. Di fronte a Stati Uniti e Cina, che investono risorse importantissime sul fronte della green economy e dell’attrazione di imprese e investimenti, non dobbiamo avere paura di essere leader sulla transizione energetica.
«La formula è quella dell’autonomia strategica, che passa dalla difesa comune e da politiche industriali comuni.
«Solo così potremmo essere competitivi e continuare a guidare la transizione energetica, che rappresenta per l’Europa un’opportunità di crescita futura straordinaria.
«Se perdessimo l’ambizione di essere leader su questi temi faremmo un errore culturale ed economico.»
L’intervento del commissario europeo, stimolato sull’argomento dalla giornalista del Sole 24 ore Adriana Cerretelli, si aperto con alcune riflessioni circa le alluvioni che hanno colpito nei giorni scorsi l’Emilia Romagna.
«La situazione che vivono quei territori è terribile e proprio ieri ne abbiamo discusso durante la riunione settimanale della Commissione, – ha detto Gentiloni. – L’Europa è vicina alle popolazioni non solo manifestando la propria solidarietà, ma anche con strumenti concreti che possono dare una grande mano: il meccanismo europeo di protezione civile, attivato e intervenuto per la prima volta in Italia, in questi giorni a Ravenna; il fondo di solidarietà europeo per le catastrofi, che può essere attivato entro 12 settimane dall’evento; il non conteggio ai fini del deficit delle spese straordinarie sostenute per fronteggiare la calamità.»
Il dialogo si è poi spostato sui temi del PNRR, per il quale il commissario ha detto di non sentirsi particolarmente preoccupato circa la gestione del dossier italiano, augurandosi però che non si verifichino ritardi sulla tabella di marcia, perché la mancata piena attuazione del PNRR in Italia comprometterebbe la buona riuscita dello strumento per l’intero continente.
«È evidente che il PNRR è fondamentale per il rilancio delle economie europee e che la corretta attuazione dello stesso in Italia è strategico, dal momento che in termini assoluti nostro paese è quello che riceve più fondi, ad oggi 67 miliardi di euro che presto diventeranno 86, a fronte dei 154 erogati a livello europeo.
«Il problema – ha precisato ancora il commissario – non è denunciare ritardi ma lavorare per evitare che si producano, e per far ciò la Commissione ha emanato tre raccomandazioni al Governo Italiano: prudenza nella spesa e progressiva riduzione delle misure di sostegno per l’incremento dei prezzi energetici per quanto concerne le politiche di bilancio; un rafforzamento della governance a livello centrale e subnazionale sul fronte dell’attuazione del PNRR.
«Sul tema della transizione ecologica, infine, chiede di accelerare su transizione energetica, ridurre la dipendenza da combustibili fossili, agevolare l’iter per la produzione di energie rinnovabili, mettere in atto investimenti per realizzare reti di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici.»
Proprio sulla sfida della transizione energetica, Gentiloni si è mostrato ottimista circa il ruolo che l’Europa può giocare a livello internazionale.
«Essere leader su questo fronte può rappresentare una straordinaria opportunità di crescita futura. L'Europa è all’avanguardia e deve continuare a coltivare l’ambizione di guidare la transizione ecologica, dalla quale possono nascere partnership strategiche anche con la vicina Africa, insieme alla quale si può costruire una nuova pagina di futuro verde e sostenibile.»
Il commissario, infine, si è detto possibilista circa la possibilità che uno strumento come quello del Next Generation EU possa essere riproposto anche in futuro dalle istituzioni europee.
«È uno strumento che ha consentito a molti paesi di crescere, smentendo i timori di alcuni che paventavano rischi di ampliamento delle differenze tra le economie dei paesi, ha concluso. – Se dimostrerà la sua efficacia e di aver funzionato, la storia delle istituzioni europee ci dice che quel metodo verrà riproposto.»