Si sono spenti i riflettori sul Festival dell’Economia 2013

Un fenomeno decisamente eccellente e qualificante, che non ci esime dall'esprimere i nostri commenti

Si sono spenti i riflettori sulla ottava edizione del Festival dell’Economia e, più che pubblicare i numeri che non conosciamo ancora, desideriamo esprimere la nostra soggettività sul fenomeno.
Il Festival si è ormai collocato tra gli eventi che la gente vive come se fossero esistiti da sempre.
Senza fare paragoni che possono sembrare irriverenti, nei quattro giorni dell’economia si respira l’atmosfera dipo Festival di Cannes. Per quattro giorni la città è il palcoscenico del mondo. Alla fine non vengono proclamati vincitori, perché l’unico vero protagonista (vincente) è il festival stesso.
Deve sapersi innovare sempre, adeguarsi alle mutate necessità della gente, rispondere ai problemi reali del momento, magari dando un’occhiata a ciò che è accaduto sulla scena mondiale per poi tracciare un futuro meno carico di difficoltà dell’anno passato.
 
Per la città di Trento si tratta di un momento eccezionale. Trovarsi a fare due passi con persone così importanti per quasi una settimana ci fa sentire molto portati ad interessarci naturalmente di economia. Questo è il maggiore risultato che il Festival dell’Economia ha portato alla nostra popolazione.
Girare a notte tarda e trovarsi insieme a tanta gente di altissimo livello – ci si passi il medesimo paragone – appaga mille volte di più che incontrare Michael Douglas o Sharon Stone sulla passeggiata di Cannes.
E Trento è diventata la capitale dell’Economia. Si fa per dire naturalmente, ma ormai il festival è diventato un classico conosciuto da tutti.
 
Non sappiamo se i visitatori siano aumentati o diminuiti rispetto all’edizione precedente, ci verrà comunicato a breve insieme ad altri dati disaggregati.
Ma i nostri rilevatori (non professionisti, per carità) ci dicono che sarebbero diminuiti, ma che i negozianti avrebbero fatto più affari dello scorso anno.
Questo starebbe a dimostrare che il popolo dello scoiattolo si è affinato? Oppure anche questo è un effetto della crisi?
Tre anni fa, un premio nobel (che, come tutti gli altri, non aveva previsto la crisi) ci aveva confessato in tutta confidenza e lontano da orecchie indiscrete: «Amico… deve sapere una cosa: un economista che prevede una crisi non lavora più».
Beh, adesso non c’è altro da prevedere se non una ripresa? A vedere gli argomenti trattati, non si direbbe.
Anzi sembra che tutti sappiano dire solo «perché non ne usciremo presto».
Non sarà che oggi un economista che prevede una ripesa non lavori più?
Non lo crediamo, però vale la pena dare un’occhiata ai temi dei vari dibattiti e alle «verità» emerse. Con le nostre riverite critiche. 
 
Li possiamo seguire aiutandoci con i link di riferimento.
 
«Giuliano Amato dipinge l’Europa che ci (non) sarà tra 20 anni». – Il non tra parentesi lo abbiamo aggiunto noi, perché  è il parere che più abbiamo rilevato dai commenti apparsi su facebook.
«Un mercato in parte comune, – dice Amato – dove ciascuno tenderà a chiudersi. Vi saranno società sempre più vecchie, sempre più costose e meno capaci di produrre Pil».
«L’importante – ha scritto più di uno – è che non ci sia lui…»
Noi aggiungiamo di non aver gradito la sua battuta per cui in trentino le cose vanno bene perché… siamo ricchi. Gli indirizziamo la «lectio magistralis» già dedicata alla Fornero quando era venuta a Trento per pronunciare la stessa osservazione (vedi articolo).
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25388.html 
 
A seguire abbiamo annotato il pessimismo di Spence: «L'Europa reggerà ma la ripresa non arriverà prima di due anni».
Il nobel era già stato in Trentino ed è uno degli economisti che non aveva previsto la crisi. Alla domanda «Come governare la catena produttiva globale?» non lascia spazio ad eccessivi ottimismi: i nostri nipoti non ci perdoneranno per il debito che lasciamo loro» (smentendo quanto dichiarato non molti giorni fa dal prof Cerea – Vedi articolo).
E ha concluso parlando di figli e nipoti, che si troveranno «in un mondo volatile e debole, non più regolato come un tempo, assai più complicato».
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25386.html 
 
Ha ragione Thierry Vissol, consigliere Media e Comunicazioni alla Commissione Europea di Roma:
«Quo Vadis Euro(PA) senza una governante politica?»
Lo abbiamo sempre detto che il nodo cruciale della crisi economica è la moneta unica, non supportata da una legittima governance politica. Merita rileggere il suo intervento.
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25409.html
 
D’un tratto il Blocco Studentesco contesta il Festival dell’Economia con una macabra rappresentazione della gente strozzinata appesa per il collo al ponte S. Lorenzo.
Tutto sommato ci è andata bene, dati i movimenti di ribellione che soi stanno alimentando un po’ in tutta la parte dell’Europa  in difficoltà.
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25389.html 
 
Si rifà al Concilio di Trento Andy Haldane per invocare una «ristrutturazione finanziaria».
«C'è bisogno di una riforma strutturale del sistema finanziario, di una vera e propria controriforma bancaria, e Trento è il luogo appropriato per lanciarla, visto il suo passato storico di centro del Concilio.»
Così ha esordito il direttore esecutivo della stabilità finanziaria della Banca d'Inghilterra, nella lecture «La grande onda», organizzata a Palazzo Geremia da Inet, l'Istituto per la New Economic Thinking.
Ad una riforma prop0oine una controriforma? Speriamo che vada meglio di come andò in Europa dopo il Concilio…
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25410.html 
 
Singolare la popolarità ottenuta da Laura Boldrini. Nessuno la conosceva prima che venisse eletta Presidente della camera, ma è stato sufficiente affinché la gente le rivolgesse il proprio affetto.
A questo insieme a lei dobbiamo citare Saviano, anche amato dalla gente in maniera inspiegabile.
Non c’entra solo il Festival: i suoi libri vanno per la maggiore. E da quando è uscito il suo ultimo libro, sta andando più di Dan Brown.
Altro intervento che noi abbiamo condiviso è quello di Charles Wyplos, il quale ha ricordato che «il modello degli USA porrebbe salvare l’Eurozona».
Dubbioso peraltro anche Wyplos: «Rimettere a posto l’area dell’Euro è possibile ma sono scettico che i Paesi interessati siano pronti a farlo».
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25426.html 
 
Forte l’ironia dissacratoria di Sebastiano: «La crisi ci ha messo in un cul de sac? Per uscirne servirà un sac de cul».
Speriamo di non doversi affidare alla fortuna, perché l’alternativa – come ha detto Barisoni – «L’Unione bancaria Europea? Solo nel 2020».
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25439.html 
 
Letta invece è stato corretto, l’opposto dell’ex presidente Amato: «L’Italia intera deve essere grata a Trento e al Trentino» – ha detto. Da quand’è che non lo sentiamo dire?
Poi il Presidente del Consiglio ha aggiunto un’altra bella osservazione: «Trento, capitale dell’innovazione italiana».
E infine una battuta di tutta umiltà legata al suo governo: «Siamo anche noi degli startupper». Ce la farà anche Letta? Beh, con un buon incubatore…
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25435.html 
 
Molti anche i proclami inutili come e le domande retoriche che portavano a risposte scontate.
Pennacchi: «Creare lavoro per ridare speranza all’Italia». Grazie! Non ce l’avesse detto… non l’avrebbe sentito nessuno.
LINK: http://www.ladigetto.it/index.php?news=25441
Altro tema scontato: Chi comanda in Europa? La Banche Centrali, la Germania, i Governi Nazionali?
Il quesito di Smaghi: «Si faccia avanti chi non si è mai fatto questa domanda...»
Tutti sono rimasti al loro posto.
LINK: http://www.ladigetto.it/index.php?news=25442 
 
La più scontata domanda retorica è stata quella sui «sondaggi».
«Festival dell’Economia – I sondaggi servono ancora?»
Scontata la risposta affermativa degli interessati, che si sono affrettati di aggiungere come devono essere fatti secondo la propria professionalità…
Ovviamente hanno raccontato dei committenti che volevano che volevano partire dai risultati per giungere al questionario… Tra costoro, dobbiamo aggiungerlo, anche dei giornali.
LINK: http://www.ladigetto.it/permalink/25481.html 
 
Infine, ecco dove più si sono scatenati i navigatori di Facebook per commentare un titolo.
Parla l’economista Paola Pazienza. «Profitto delle banche, garanzia per il risparmiatore. – La competizione e la ricerca del profitto hanno un effetto positivo sulla gestione delle banche e stimolano la creazione di una classe manageriale efficiente»
Evitiamo di riportare i commenti suscitati.
LINK: http://www.ladigetto.it/index.php?news=25447 
 
Guido de Mozzi