Cartoline di Bruno Lucchi: la chiesetta di San Biagio a Levico
«Una luce per San Biagio». Così la Consulta del lago ha denominato l'iniziativa per riportare l’attenzione sulla chiesetta, da troppo tempo priva di illuminazione
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Parcheggiata la vettura, caricati a tracolla la borsa della macchina fotografica e il cavalletto sulla spalla, Graziella e io ci avviamo su una strada sterrata. Il cartello indica: Colle di San Biagio.
È l’ora dorata, le sei del pomeriggio. Il sole cerca di resistere nel cielo terso, con le creste delle montagne pronte ad inghiottirlo.
La salita all’imbrunire è diversa dalle nostre solite passeggiate, diverso lo scopo. Siamo i primi a salire verso la chiesetta di San Biagio. Volevo essere pronto e fissare nella mia Nikon il passaggio dalla luce alle tenebre.
I pensieri vanno a ritmo coi passi lenti della salita. In tasca una torcia che ci servirà per il rientro, nella prima notte di luna nuova.
Dopo una breve camminata raggiungiamo il luogo di culto. Le montagne hanno da poco nascosto dietro di sé il disco dorato.
Alcune piccole nuvole vestite di rosso e i profili neri degli alberi e delle cime (come nei dipinti giapponesi) disegnano la magia del tramonto.
Viaggio spesso di notte, i siti illuminati sono un punto di riferimento. Aiutano nel tragitto. Indicano e segnano il tempo per raggiungere la meta.
Percorrendo la Valsugana dopo il tramonto, a destra e a sinistra, molti sono i siti illuminati, soprattutto chiese e castelli.
Vicino a Levico flebili luci illuminano il Castello di Selva; la vegetazione, purtroppo, ne impedisce la vista.
Credo siano molte le persone che, come il sottoscritto, hanno bisogno di punti di riferimento per sentirsi a casa.
Dal mio balcone vedo a nord la Panarotta, ad est cima Vezzena, a sud il Becco di Filadonna. Volgendo lo sguardo ad ovest l’altopiano della Vigolana, più lontano le dolomiti del gruppo Brenta, più vicino il colle con la chiesetta di San Biagio.
«Una luce per San Biagio». Così la Consulta del Lago ha denominato la manifestazione organizzata per riportare l’attenzione sulla chiesetta di San Biagio, da troppo tempo priva di illuminazione.
Quando l’amico Giuseppe Resta mi ha parlato di questo progetto, ho aderito con gioia, complici i ricordi, i giochi, la famiglia, le passeggiate e soprattutto la mia gioventù.
La chiesetta, un piccolo gioiello architettonico, sorge ad appena trenta minuti dalla città di Levico, sull’omonimo colle in un’area di interesse archeologico, ad una quota di 570 metri.
La piccola chiesa è dedicata a S. Biagio, probabilmente vescovo di Sebaste in Armenia, il cui martirio risalirebbe al 316. Invito a cercare in rete descrizioni e storia.
La chiesa è composta di un’unica navata, la parte più antica, preceduta da un ampio portico e conclusa da un’abside poligonale, coperta da volte a vela.
Gli affreschi, eseguiti da diversi maestri dal 1300 al 1700, sono preziosi e meritano una visita, possibile solo grazie al Gruppo Anziani e Pensionati di Levico Terme.
L’amico d’infanzia Paolo Gaigher ne fa parte, prima che il sindaco Gianni Berretta e alcuni consiglieri comunali e altre persone coinvolte in questo progetto ci raggiungono, ci apre la porta di questo piccolo scrigno e racconta e descrive le immagini di questi bellissimi affreschi.
Ormai è buio, la chiesa riflette la luce delle lampade accese grazie ai generatori.
Dal colle la vista verso il centro, con la cima Vezzena e il lago, è un presepio con le calde luci dei lampioni che disegnano i quartieri.
È il mio paesaggio più caro. Il silenzio e la pace di questo posto ne fa un luogo di meditazione; è davvero un peccato che l’illuminazione sia stata interrotta.
Mi chiedo perché non si sia ancora deciso di ripristinarla. Illuminare questo importante luogo pieno di storia, è un invito a godere al meglio dei bellissimi affreschi, oltre che faro di riferimento notturno per i viaggiatori
Dopo aver scattato qualche fotografia, prima dell’arrivo delle Autorità, io e Graziella ci avviamo verso casa. Molte le torce accese di chi risale lo sterrato al contrario.
Il buio della notte e le lampade che illuminano a mala pena dove posare i piedi, proteggono le nostre e loro identità.
Nella discesa i pensieri scivolano con me.
Non sono uno storico, neppure un critico d’arte, ma sono una persona che insegue la Bellezza da sempre.
Gli affreschi di San Biagio sono sicuramente la cosa più bella di quel periodo storico, eredità artistica che Levico penso debba valorizzare e proporla come meta turistica.
Abbiamo già molto da offrire, aggiungiamo anche questo gioiellino!
Bruno Lucchi.
Bruno Lucchi Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme - Trento - [email protected] +39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737 - www.brunolucchi.it https://www.facebook.com/Bruno-Lucchi-1758717671122775/ https://www.instagam.com/lucchibruno/ |