Festival dell’Economia: «Dove va il lavoro» – Di Daniele Bornancin

Moretti: «Per la crescita decisiva la qualità del capitale umano» – «I luoghi di produzione sempre più importanti»

Foto di Marco Simonini.
 
I luoghi della crescita, questo il tema trattato in questa undicesima edizione del Festival dell'economia a Trento, avviato con una importante riflessione sulla tematica del lavoro.
Un Festival che continua a crescere rispetto alla prima esperienza del 2006, dove si parlava di «ricchezza e povertà».
Momento di confronto che cresce ogni anno, che mette i suoi frutti in una cornice cittadina che ogni volta si tinge di “arancio” come simbolo di una festa collettiva, popolare.
Un popolo che partecipa e discute dei problemi della vita quotidiana attraverso l'economia.
Economia, non solo come materia tecnica e scientifica per gli addetti ai lavori, ma una disciplina a disposizione di tutti, anche perché senza l'economia la società peggiora, rallenta il suo percorso.
Via, via, negli anni questa realtà della divulgazione dei caratteri dell'economia è diventata come un tronco di un albero che ha posto in via definitiva le sue solide radici in Trentino.
Il Trentino delle diverse sensibilità, delle potenzialità, delle tradizioni e delle innovazioni, della scuola e dell'università, delle produzioni e dei saperi.
Tutta la città viene coinvolta, dai volontari, ai pubblici esercizi, agli alberghi, ai negozi, ai giornalisti, agli interpreti del sapere, ai premi nobel, docenti, studiosi, politici e professionisti, ma anche tanta gente, un nuovo turismo del sapere, del conoscere, del capire, aperto agli orizzonti e alle sfide del futuro, ai nuovi modelli dell'innovazione.
Quel toccare con mano i meandri dell'economia, in una interpretazione libera e soggettiva, è questo anche ciò che si racchiude in questo festival 2016.
 

 
La partenza ha visto un'ampia analisi sul futuro del lavoro da parte dello studioso Enrico Moretti, docente presso l'università della California.
Le sue ricerche approfondiscono i settori del lavoro e della vita urbana della popolazione nei diversi paesi europei e degli Stati uniti.
Introdotto da Tito Boeri, Direttore scientifico dei Festival, in questo contesto ha evidenziato le qualità e le caratteristiche del ricercatore italiano che opera nelle varie università americane.
Moretti, con estrema semplicità, ha affrontato la situazione attuale del mondo del lavoro, che è interessato da un profondo cambiamento, in particolare negli ultimi dieci anni e che ha colpito sia l'Europa che l'America.
Cambiamenti dominanti, che hanno toccato i modi e i luoghi delle produzioni industriali.
Ecco perché il luogo dove un'impresa si localizza e il contesto in cui opererà diventano sempre più essenziali per la vita quotidiana, importanti sono quindi le caratteristiche dell'ecosistema, l'accesso alle informazioni, gli strumenti informatici, la qualità dei servizi alle persone. (scuole, ospedali, teatri, impianti sportivi ecc.).
Oggi tutto gira intorno alla globalizzazione e alla automazione, questi due fattori possono essere causa della non crescita in varie realtà economico-produttive.
L'Italia, ed anche alcuni Paesi Europei, non crescono anche per una produttività bassa e per il valore e il tempo di produzione dei prodotti che si differenzia tra le piccole imprese e le grandi industrie.
 

 
Un quadro quello rappresentato dall'esperto Moretti che raffigura due punti fermi: le città e le Regioni più forti, sia in Italia sia in America, diventano sempre più forti, quelle più deboli diventano più deboli.
In America nel 1987 si è avviata una evoluzione tecnologica basata sull'informatica, che ha messo in difficoltà il manifatturiero tradizionale che negli anni ottanta risultava essere il motore di ogni crescita produttiva e finanziaria.
Gli occupati in quegli anni si sono ridotti notevolmente, passando da una occupazione manuale ad una occupazione intellettuale .
Fenomeno questo che ha fatto la sua comparsa anche nel manifatturiero italiano, francese, germanico e giapponese e che si diffonderà sempre di più in tutta Europa.
Ora, il fenomeno dell'automazione e della globalizzazione portano a trovare una soluzione idonea a sostituire i settori tradizionali, che può essere incentrata solo sulla maggior credibilità verso i settori innovativi del cd. manifatturiero tecnologico.
I settori innovativi quali ad esempio: informatica, telematica, ingegneristica, biotecnologie, ricerca medica, generano crescita del mercato dei servizi, della produzione e quindi ricchezza nei territori.
Oggi la trasformazione del mercato del lavoro si caratterizza per un passaggio di lavoratori ad alta specializzazione e scolarità (capitale umano) da quelli di bassa scolarità.
Questa seconda tipologia sarà sempre più impiegata nelle strutture dei servizi: ristoranti, mense, edilizia, centri commerciali, supermercati.
 

 
L'Italia è in una fase di bassa produttività per due ragioni: poco investimento nel capitale umano e ampio numero di piccole imprese che restano piccole non consorziandosi tra loro e non ampliandosi per crescere.
Se vi sono difficoltà a fare innovazione ed esportazione anche nei Paesi emergenti per la natura dei costi fissi, che queste operazioni provocano, queste situazioni diventano minacce per il mercato aziendale e per la permanenza sul campo delle stesse imprese.
La riforma del lavoro italiana, oggi messa in campo è un nuovo inizio per le trasformazioni del mercato del lavoro che diventa così meno rigido, ma solo con una riduzione dei costi aziendali in materia di lavoro si potrà innestare quella fase non solo di limitata speranza, ma di reale avvio di sviluppo e crescita, un concreto passo avanti anche per l'economia.
 
Non si può nemmeno dimenticare i percorsi che hanno caratterizzato la storia economico produttiva italiana:
- 1900 - 1930 si passa da un sistema prevalentemente agricolo ad uno industriale e in quel periodo l'occupazione agricola si dimezza;
- 1930 – 1980 nascono le grandi città con una rinascita complessiva e uno sviluppo industriale;
- 1980 - 2014 si passa da un'industria tradizionale ad una ad alta tecnologia ed innovazione e diminuisce l'occupazione.
L'Italia è oggi toccata da una profonda trasformazione del sistema produttivo e quindi anche sociale ed economico, si rende necessario di converso un nuovo sistema operativo per affrontare responsabilmente questo periodo di mutamenti complessivi, anche perché nessuno possiede salutari ricette o le solite bacchette magiche, strumenti dei maghi di un tempo.
 

 
Le indicazioni emerse da questo primo incontro per generare una salutare crescita per il nostro Paese ed in particolare per il «manifatturiero delle innovazioni» si possono così riassumere:
- investire maggiormente in ricerca ed innovazione ;
- automatizzare gli impianti produttivi;
- investire nel capitale umano (i giovani sono il capitale umano del futuro);
- selezionare i progetti produttivi;
- rispettare le regole e le leggi.
Queste, sia pure semplici indicazioni, devono essere basate comunque sulla convinzione da parte di tutti che l'innovazione genera crescita ed occupazione, sviluppo dei servizi locali e che ogni Paese e ogni città o territorio deve vivere nel proprio contesto economico aperto però anche ai mercati europei e dei Paesi emergenti.
 
Trento e il Trentino hanno oggi, più di un tempo, tutte le potenzialità e le caratteristiche per crescere, forse è necessario credere di più a queste possibilità che non sono solo le risorse finanziarie dell'Autonomia, ma le strutture del contesto, ossia, quelle eccellenze che creano capitale umano, ad esempio i centri di ricerca, l'università ai primi posti del sistema universitario italiano ed europeo, lo studio, la conoscenza , la qualità dei servizi, la bellezza del territorio.
Forse è necessario fare di più, con meno personalismi e più trasparenza.
Anche Gianni Morandi, nel suo patrimonio artistico canoro in un brano scritto insieme a Tozzi e Ruggeri, in occasione del Festival di S. Remo del 1987 diceva: si può dare di più… senza essere eroi, si può dare di più perché è dentro di noi…
Infine, dobbiamo avere tutti la consapevolezza che l'economia post-industriale che è quella di oggi, non può che basarsi sul sapere e sulla innovazione.

Buon Festival dell'economia a tutti.
Daniele Bornancin