Cartoline di Bruno Lucchi: Un bottino di bellezza
Pochi attimi e il cielo ha messo in scena uno spettacolo straordinario con la partecipazione delle nuvole e la scultura «Origini»
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Primi giorni di settembre. Il clima, ai piedi del Lagorai Dolomitico, incomincia a cambiare.
Poche sere fa faceva molto caldo, le previsioni meteo davano possibili temporali. Uno strano vento caldo soffiava a intermittenza.
Noto subito alcune nuvole sopra cima Vezzena. A memoria mia non ricordo un tramonto simile.
Nuvole che montavano come della panna montata con colori e sfumature incredibili... ( ma come si dice, l'ultimo è sempre il più bello).
Ero appena uscito di casa e lo spettacolo era appena cominciato.
Rientro velocemente. Salgo le scale per arrivare alla mansarda.
Prendo l’amica Nikon, ritorno sui miei passi. Chiudo casa.
Con un occhio alle nuvole e uno alla strada, raggiungo la nuova rotatoria dove è collocata l'opera «Origini».
Mi accorgo dei cambiamenti di colore delle nuvole colpite dagli ultimi raggi di sole.
Il mio entusiasmo sale. Bianco panna, ora nocciola. Varianti di colori caldi. Giallo rosato, arancio terroso.
Sento il battito del mio cuore accelerare. Che luce ragazzi!
Intanto scatto dopo scatto, cerco di tenere sempre in primo piano le silhouette della scultura evitando le vetture che girano nella rotatoria.
Questione di minuti. La luce si trasforma in oscurità. Mi fermo.
Osservo le ultime sfumature delle nuvole su un cielo che da blu intenso diventa sempre più nero.
Anche il vento si calma. Niente pioggia. Rimane il caldo afoso a ricordarci che l'estate è ancora presente anche se sta cercando di abbracciare il suo amato autunno.
Ho già scritto che quello che apprezzo delle nuvole è la loro libertà. La libertà di trasformarsi incessantemente. La loro è una fantasia senza limiti.
Una fantasia che un artista desidera avere costantemente.
Soddisfatto rientro con il mio bottino di bellezza fra le mani.
Le parole di «Faber» ronzano nella mia testa e scandiscono i miei passi. Sereno chiudo la porta casa.
Le nuvole
Vanno
Vengono
Ogni tanto si fermano
E quando si fermano
Sono nere come il corvo
Sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
E corrono
E prendono la forma dell'airone
O della pecora
O di qualche altra bestia
Ma questo lo vedono meglio i bambini
Che giocano a corrergli dietro per tanti metri
Certe volte ti avvisano con un rumore
Prima di arrivare
E la terra si trema
E gli animali si stanno zitti
Certe volte ti avvisano con rumore
Vengono
Vanno
Ritornano
E magari si fermano tanti giorni
Che non vedi più il sole e le stelle
E ti sembra di non conoscere più
Il posto dove stai
Vanno
Vengono
Per una vera
Mille sono finte e si mettono lì
Tra noi e il cielo
Per lasciarci soltanto una voglia di pioggia
Fabrizio De André
Bruno Lucchi Via Marconi, 87 - 38056 Levico Terme - Trento - [email protected] +39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737 - www.brunolucchi.it https://www.facebook.com/Bruno-Lucchi-1758717671122775/ https://www.instagam.com/lucchibruno/ |