«Perché avete preteso la testa di
Silvano Grisenti su un piatto di argento?» Questa è stata la
domanda rivolta a Margherita Cogo, vicepresidente PD («partito
democratico», ex comunisti) della Giunta provinciale, in un
incontro casuale al mercatino di Cles in Valle di Non.
La risposta è stata: «Così è.» Con un sorriso tra il beffardo e
l'ironico e con la palma della mano rivolta in alto come per
mostrare il vassoio. Le è stato ribattuto subito, mentre svicolava
in fretta: «Ci ricorderemo al momento del voto».
La storia di Erodiade (Marco 6 17-29) si ripete a Trento,
metaforicamente, in quanto interpretata non da una singola persona,
ma da un gruppo di potere. Per inquadrare la situazione basta dire
che a Trento, a un mese e poco più prima delle elezioni ora
spostate a novembre, c'erano due Trentini doc, amici tra loro,
entrambi con il contrassegno delle virtù cristiane, che
rappresentavano il Trentino in modo splendido davanti agli occhi di
tutto il mondo: Mario Malossini, moderato per il centro-destra con
buone chances di risultare vincitore alle elezioni provinciali e
Silvano Grisenti moderato per il centro-sinistra, meraviglioso
presidente dell'autostrada del Brennero, con ottime chances di
diventare il nuovo sindaco di Trento.
Una bufera giudiziaria ideologizzata, che ha coinvolto parecchie
altre persone, li ha messi fuori gioco entrambi, in modo
antidemocratico e irresponsabile, in una parola anticristiano come
atteggiamento di fondo. I PD prontissimi (c'è anche un ex
magistrato), forse d'accordo con la magistratura verrebbe da
pensare, hanno preso la palla al volo ed hanno preteso e ottenuto
dal presidente della Giunta provinciale Lorenzo Dellai, pena di
sfasciare la coalizione di centro-sinistra, la testa di Silvano
Grisenti, semplicemente indagato, cioè le sue dimissioni da
Autobrennero.
La trama è questa: fuori gioco Mario Malossini moderato di
centro-destra, eliminato anche Silvano Grisenti che è moderato di
centro-sinistra, loro sperano di vincere le elezioni e prevaricare,
spostando l'asse decisamente a sinistra, molto a sinistra. Hanno
chiesto di più, cioè l'azzeramento totale del consiglio di
amministrazione dell'Autobrennero, per andare loro a comandare, non
certo per un servizio così come svolto meravigliosamente da Silvano
Grisenti, con riconoscimento unanime, convinto ed appassionato di
tutte le altre province interessate dall'autostrada del Brennero e
sono parecchie.
Il presidente Lorenzo Dellai ha ceduto al ricatto dei PD («partito
democratico» ex comunisti, cambiano il nome ma non il vizio) e sarà
costretto a cedere sempre di fronte ai ricatti futuri. Meglio
evitare questa situazione con un voto ben assestato, come è stato
fatto alle elezioni nazionali del 13 aprile, con una naturale e
necessaria alternanza, peccato che non ci sia Mario Malossini,
bisognerebbe fare ricorso anche per questo.
Inoltre spazzando via in egual modo i rottami storici dell'estrema
sinistra e dell'estrema destra, cioè la falce e martello dei
socialisti reali e la croce uncinata dei nazionalsocialisti, perchè
sempre di socialisti si tratta (per inciso va detto che sono stati
i socialisti reali, cioè i comunisti, ad abbreviare il termine
nazionalsocialismo in nazismo, per nascondere la parola socialismo,
in quanto sembrava a loro impossibile che dei socialisti potessero
arrivare a tanto, Auschwitz, Dachau, ecc ecc).
Nel nostro piccolo a livello provinciale, si ripete la storia del
1992 a livello nazionale. Nel 1992 sono state arrestate e gettate
nel buio del carcere circa tremila persone, solo 4 poi sono state
condannate, mentre 54 si sono suicidate per lo più in carcere in
attesa del processo. E' questa la giustizia? Dio ce ne scampi e
liberi. Occorre progettare e mettere a punto nuove litanie a tal
fine. Anche per quello che è successo qui in Trentino. Magari dopo
le elezioni dicono «Scusate, ci siamo sbagliati». Se si pentissero
ed aprissero il loro cuore si può di sicuro perdonare
cristianamente, ma non lo faranno, non sono capaci di riconoscere i
loro errori, loro hanno sempre ragione, non sbagliano mai: «Così
è"» non si discute.
Gli stessi magistrati hanno affermato che forse tutto si sarebbe
ridimensionato e che forse c'era poco di penale, ma che la
questione era morale e politica. Se c'era poco di penale i
magistrati avrebbero dovuto essere pronti a ridimensionare subito,
non metterci magari 10 anni. Se la questione è politica deve essere
la politica, cioè il servizio al bene comune, a risolverla e tutti
avrebbero dovuto fare quadrato attorno ai due Trentini doc
sopraccitati; se è morale deve essere la Chiesa cattolica a
risolverla, nel rispettivo campo sempre al servizio del bene
comune. Non certo la magistratura, che non riesce ad amministrare
se non in modo ideologizzato, cioè distorto e deformato, anche
diversi altri settori che riguardano la comunità, con disastri e
danni immani.
Sarebbe ora che anche la magistratura lavorasse in maniera
interdipendente con le altre componenti, comunicando con chiarezza
e precisione, rimanendo però ognuno responsabile del proprio
operato (solo a livello penale o supposto tale), in due parole
adottasse il metodo del lavoro cooperativo, costruttivo per il bene
comune, non muovere all'attacco sotto le elezioni con una azione
militare in modo violentissimo solo per distruggere e portare
desolazione, usando per di più i nostri soldi, troppi soldi. A
questo punto che indaghino anche sulle mogli dei magistrati assunte
in Provincia senza concorso o con concorso «truccato».
Per i motivi esposti i magistrati di Trento sono stati querelati
con denunce in data 19/09/2008, in data 07/10/2008 e in data
15/10/2008 e sarà la magistratura di un'altra città a esprimersi,
forse Venezia, così torniamo sotto la Serenissima, almeno i
veneziani hanno di buono che sono simpatici.
Trento, 18 ottobre 2008
Luciano Conotter
trentino ingegnere
a nome del Gruppo
«Amici di Silvano e Mario»
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