Guerra Russo-Ucraina: ora la pace non conviene a nessuno

L’Ucraina spera di vincere, la Russia non può perdere, agli USA sta bene la debolezza della seconda potenza mondiale. Eppure…

Le difficoltà militari della Russia non erano immaginarie, tanto vero che alla fine Putin, messo alle corde, ha dovuto rivolgere un appello alla sua popolazione, mandando nel contempo un messaggio a Unione Europea e USA.
Ha spiegato alla Nazione che la struttura militare impiegata aveva fatto male i calcoli e quella che sembrava una passeggiata si è rivelata più complessa. Fa ricadere le colpe appunto sulla catena militare che non è ancora riuscita a mettere al sicuro gli interessi dei russi nelle terre dominate dall’Ucraina.
Ovviamente ha dato colpe al Mondo occidentale che ha appoggiato l’Ucraina fornendo supporti logistici, quattrini, armi, strategie, intelligence. In altre parole, per raggiungere gli obiettivi che si era posto, Putin deve decretare la mobilitazione parziale del proprio paese.
Per «parziale» intende dire 300.000 uomini da reperire tra i soldati congedati, quelli che non hanno ancora compiuto 26 anni, ma che hanno già avuto esperienze di combattimento.
 
Per farlo ha avuto bisogno di parlare di «guerra», agitando lo spettro della NATO che sta minacciando il territorio russo.
Per rendere veritiero il concetto, Putin ha bisogno di effettuare un referendum a tempi brevi presso le popolazioni che vuole «liberare», in pratica quelli che vivono nei territori che si affacciano sul Mar Nero.
Una volta resi pubblici i referendum, i territori potranno essere dichiarati russi a tutti gli effetti e pertanto potrà scatenare una guerra vera e propria per la salvezza dellla Russia e attingere a quella mobilitazione di 300.000 riservisti.
Nel suo discorso ha anche accennato alla guerra atomica. Putin in effetti aveva avvisato l’Occidente che, nel caso si rivelasse necessario, avrebbe impiegato le bombe nucleari («che sono tecnologicamente più avanzate di quelle americane»). Ovviamente Biden ha avvisato che avrebbe reagito in egual misura.
Rivolgendosi al popolo russo, però, Putin ha rovesciato i fattori, dichiarando che la NATO ha minacciato l’uso delle armi atomiche, alle quali la Russia saprà reagire adeguatamente e vincere.
 
In tutto questo Putin ha sostanzialmente confermato lo stato di debolezza generale del suo dispositivo bellico, dimostrando che l’avanzata ucraina non è un fatto casuale, ma reale e concreto.
Ha dimostrato anche lo stato di debolezza della sua posizione nei confronti del popolo russo, che vede trasformare una «operazione speciale» in guerra reale.
A quanto pare i Russi hanno capito bene l’antifona, dato che gli under 26 che possono permetterselo cercano di riparare all’estero. E la borsa russa, che è l’indicatore più afidabile, è crollata.
Ma a guardare bene le cose, c’è poco da stare allegri, perché ci si trova un uno stallo pauroso.

L’Ucraina non vuole la pace perché annusa il profumo della vittoria. La Russia, come abbiamo visto, non può rischiare di perdere la guerra contro un paese molto più piccolo e impreparato. Gli Stati Uniti approfittano di questo momento di debolezza russa per estendere la propria influenza: se la Russia non riesce a battere neanche la debole Ucraina, come può porsi alla guida dei paesi del Terzo mondo?
Tuttavia è proprio in questo momento che si deve fare pressione affinché le due parti trovino un accordo. Accordo che dovrà essere oneroso per l’Ucraina, sia ben chiaro, ma che se venisse caldeggiato da chi l’ha aiutata fino adesso potrebbe dare risultati.
Non dobbiamo dimenticare che la mobilitazione russa richiede mesi e che sta per arrivare il generale Inverno, stavolta nemico di entrambe le parti.
Approfittiamone per progettare la pace.

GdM