A maggio il fatturato dell’industria italiana è cresciuto, +41,9%
Anche il commercio con l’estero segna l'incremento delle esportazioni del 35%
A maggio si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti del 41,9%, segnando un significativo incremento rispetto al mese precedente; nella media del trimestre marzo-maggio l’indice complessivo è diminuito del 33,0% rispetto alla media del trimestre precedente.
Anche gli ordinativi destagionalizzati registrano a maggio un balzo congiunturale del 42,2%, che segue la caduta del 31,6% rilevata in corrispondenza del mese precedente, mentre su base trimestrale si rileva un calo del 36,3%.
La dinamica congiunturale del fatturato riflette aumenti su entrambi i mercati: +45,7% il mercato interno e +35,2% quello estero.
In maniera analoga, l’incremento congiunturale degli ordinativi risente di un più ampio incremento delle commesse provenienti dal mercato interno (+55,9%) rispetto a quelle provenienti dall’estero (+26,2%).
Gli indici destagionalizzati del fatturato mostrano aumenti congiunturali diffusi in tutti i raggruppamenti principali di industrie: i beni strumentali segnano un incremento del 61,1%, i beni intermedi del 42,1%, l’energia del 34,1% e, infine, i beni di consumo del 30,0%.
In termini tendenziali e corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di maggio 2019), il fatturato totale diminuisce del 25,9%, con cali di ampiezza simile nei due mercati (-25,8% il mercato interno e -26,2% quello estero).
Con riferimento al comparto manufatturiero, tutti i settori registrano variazioni negative. Le flessioni sono meno marcate per il settore farmaceutico (-5,1%) e per quello alimentare (-5,8%), molto più ampie nei rimanenti: dall’industria della gomma (-19,9%) fino ai risultati dell’industria dei mezzi di trasporto (-43,7%) e delle raffinerie di petrolio (-53,0%).
In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi diminuisce del 34,7% (-34,4% quello interno e -35,2% quello estero), mostrando riduzioni in tutti i settori: i cali meno marcati si registrano nelle industrie farmaceutica (-10,8%) e del legno e della carta (-27,3%), mentre i peggiori risultati si rilevano nei settori tessile e dell’abbigliamento (-46,5%) e dei mezzi di trasporto (-48,3%).
Nel corso della fase di rilevazione dei dati, per il mese di maggio, non vi è stata alcuna riduzione del tasso di risposta delle imprese a causa dell’emergenza sanitaria.
Sono state, comunque, messe in atto delle azioni in fase di elaborazione dei dati per gestire in modo adeguato le variazioni eccezionali presenti in questo periodo.
Commercio con l’estero e prezzi all’import
A maggio 2020 si stima un aumento congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, decisamente elevato per le esportazioni (+35,0%), più contenuto per le importazioni (+5,6%).
Il netto incremento su base mensile dell’export è dovuto ai forti aumenti delle vendite sia verso i mercati extra Ue (+36,5%) sia verso l’area Ue (+33,7%).
Nel trimestre marzo-maggio 2020, malgrado la crescita a maggio, la dinamica congiunturale è condizionata dai forti cali dei mesi precedenti ed è ampiamente negativa sia per l’export (-29,0%) sia per l’import (-27,7%).
A maggio 2020 l’export segna una flessione su base annua marcata (-30,4%), ma in evidente attenuazione rispetto ad aprile (-41,5%), che coinvolge sia l’area extra Ue (-31,5%) sia quella Ue (-29,4%).
Rispetto alle esportazioni, la contrazione delle importazioni (-35,2%) è più ampia e sintesi dei cali degli acquisti da entrambi i mercati (-38,2% dai paesi extra Ue, -32,9% dall’area Ue).
Tutti i principali settori di attività economica contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export. I contributi maggiori derivano da macchinari e apparecchi n.c.a (-29,9%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-24,4%), articoli sportivi, giochi, preziosi, strumenti musicali e medici e altri prodotti n.c.a. (-57,8%), altri mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-38,9%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-45,7%), articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (-49,0%) e autoveicoli (-46,2%).
Su base annua, i paesi che contribuiscono maggiormente alla caduta dell’export sono Francia (-33,8%), Germania (-23,0%), Stati Uniti (-26,8%), Spagna (-39,6%) e Regno Unito (-35,5%).
Nei primi cinque mesi del 2020 la flessione tendenziale dell’export (-16,0%) è dovuta in particolare al calo delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (-22,4%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-14,9%), autoveicoli (-34,5%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-30,4%).
A maggio 2020 si stima che il saldo commerciale aumenti di 199 milioni di euro (da +5.385 milioni a maggio 2019 a +5.584 milioni a maggio 2020). Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +6.603 milioni di euro (era +8.777 milioni a maggio 2019).
Nel mese di maggio 2020 si stima che i prezzi all’importazione diminuiscano dello 0,1% su aprile 2020 e dell’8,6% su base annua.
La rilevazione Intrastat non ha registrato particolari criticità. Scaduto, il 30 giugno, il periodo di sospensione dei termini di trasmissione dei dati previsto dal Decreto «Cura Italia», i flussi delle dichiarazioni Intrastat trasmesse per il mese di maggio sono risultati in linea con quelli dei mesi precedenti all’emergenza Covid-19.
Sono state, comunque, messe in atto delle azioni in fase di elaborazione dei dati per gestire in modo adeguato le variazioni eccezionali presenti in questo periodo.