Dellai a Roma all'Assemblea dell'Alleanza delle Cooperative
«Tutto sarà più difficile se, riconquistata con il governo Monti la fiducia dell'Europa e del mondo finanziario, non riconquisteremo anche la fiducia dei cittadini»
Intervenendo oggi a Roma a nome di «Scelta Civica con Monti» all'Assemblea generale dell'Alleanza delle Cooperative, l'organizzazione che raggruppa le tre centrali cooperative italiane, Lorenzo Dellai ha ribadito il ruolo e la valenza civile ed economica di questa straordinaria espressione della società italiana.
All'incontro erano presenti anche Enrico Letta per il PD e Maurizio Gasparri per il PDL.
Dellai ha ricordato che «il Trentino è terra che vive di pane e cooperazione» da più di un secolo, che il binomio «autonomia e cooperazione» ha consentito di superare condizioni drammatiche di povertà e che la dimensione intercooperativa assume ormai il significato di un sistema organico che concorre in maniera determinante al benessere del territorio.
Esprimendo a nome della lista la piena sintonia con il documento presentato da parte dell'Alleanza, Dellai ha messo in evidenza la necessità di una «ricostruzione» non solo economica, ma anche civile e morale del Paese.
«Gli ultimi vent'anni – ha detto – hanno comportato una progressiva erosione dei valori di fondo sui quali si basa una comunità coesa e solidale. E la politica, banalizzata spesso a spettacolo e imbarbarita nello scontro senza limite, non ha certo esercitato la sua funzione di stimolo e di guida virtuosa.
«Per questo - ha aggiunto - il primo e fondamentale impegno che assumiamo di fronte alla cooperazione, che invece in questi anni ha tenuto duro sia come sistema di impresa che come sistema di valori, è di operare affinché la politica recuperi serietà, sobrietà, responsabilità, sia nei comportamenti pubblici sia in quelli privati.»
Dellai ha poi proposto due iniziative importanti che possono vedere protagonista il mondo cooperativo.
In primo luogo, un piano nazionale di manutenzione civile dei beni comuni, sulla falsariga di quanto suggerito da Gregorio Arena.
«Si tratta – ha detto – non solo dei beni comuni materiali, ma anche di quelli non materiali, come la legalità, il volontariato, il senso di appartenenza, lo spirito di comunità. È fondamentale che si diffonda l'idea della gestione cooperativa dei beni collettivi; che cresca l'economia del dono; che si rilanci il servizio civile per i giovani ma anche per gli anziani. Per questo serve una grande alleanza tra la cooperazione e la rete dei movimenti che lavorano per una cittadinanza attiva e responsabile.
«Solo così – ha sostenuto Dellai – si potrà ricucire il tessuto civile del Paese e si potrà tornare ad alimentare eticamente e socialmente il senso stesso dell'impresa come strumento di produzione di valore senza aggettivi.»
In secondo luogo Dellai ha proposto un piano straordinario per creare opportunità di lavoro partendo dal capitale sociale e ambientale dell'Italia.
Dellai si è riferito alla domanda crescente di servizi per le persone e le famiglie, ai settori dell'energia e dell'ambiente, della cultura e dei beni storici e archeologici, al turismo inespresso delle località minori ma non meno straordinarie, alle possibili ricadute dell'Agenda Digitale, che vede l'Italia in forte ritardo.
Dellai ha citato anche le potenzialità di nuova impresa e di nuovo lavoro di quello che ha definito come un «necessario e urgente piano industriale di radicale riforma della pubblica amministrazione», in forza del quale si deve non solo risparmiare spesa pubblica corrente, per poter ridurre progressivamente la pressione fiscale, ma «smontare e rimontare con logiche nuove» l'apparato pubblico, liberando spazi per nuove imprese soprattutto giovanili.
«Servono migliaia di start-up nei vari settori, non certo solo ad alta tecnologia, supportate da un patto forte e strutturato tra Stato, Regioni ed Enti Locali, cooperazione, mondo del credito e della formazione.»
«È tempo di alleanze – ha detto Lorenzo Dellai – per il mondo della politica (nella speranza che la nuova legislatura non abortisca, come sperano alcune forze politiche irresponsabili ), ma anche per le componenti civili e sociali.
«Ma tutto sarà più difficile se, riconquistata con il governo di Mario Monti la fiducia dell'Europa e del mondo finanziario, non riconquisteremo anche la fiducia dei cittadini. Senza fiducia il motore dell'Italia non riprende a girare con il ritmo necessario.
«Per questo – ha concluso – sarebbe disastroso se tornasse la quella politica che allegramente stava portando il Paese verso il baratro. Evitarlo è costato sacrifici enormi agli italiani in questi ultimi tredici mesi: vediamo ora di non buttare tutto alle ortiche.»