Tra i premiati, lo chef altoatesino Norbert Niederkofler

Il distretto dell’innovazione altoatesino ha ospitato il prestigioso Premio Internazionale Eckart Witzigmann

Norbert Niederkofler, Eckart Witzigmann, Marc Haeberlin, Jan Hartwig - © Ivo Corrà NOI Techpark.

È un cielo ricco di stelle quello che ha illuminato NOI Techpark in occasione del Premio Internazionale Eckart Witzigmann, storica manifestazione ispirata alla gastronomia responsabile e di qualità che quest’anno si è svolta al parco tecnologico di Bolzano.
Una location scelta in quanto riconosciuta a livello internazionale per la capacità di agire come transfer tecnologico scientifico in campo alimentare, mettendo in rete il mondo imprenditoriale, la ricerca, l’università e le aziende locali operanti nel settore food.
L’iniziativa nasce dalla visione del cuoco stellato austriaco, Eckart Witzigmann, da sempre impegnato a promuovere un approccio responsabile al mondo della gastronomia e dell’alimentazione, con attenzione all’uso delle risorse e all’equilibrio tra tradizione, creatività e innovazione.
Come ricordato da Eckart Witzigmann, infatti, tutti i vincitori portano con le loro esperienze gastronomiche un messaggio importante: la gioia nell’arte culinaria è una base fondamentale per il godimento della vita.
Un desiderio sincero di cui chi opera nel settore deve farsi testimone. Per questo gli chef hanno un alto livello di responsabilità.
E con loro, tutti gli attori che operano nel settore. Attori che proprio in Alto Adige trovano il luogo ideale per esprimersi.


Carlo Petrini.

 L’Alto Adige e noi Techpark  
Un’agricoltura di qualità unita a esperienze culinarie autentiche ha fatto dell’Alto Adige e del suo distretto dell’innovazione la location perfetta per ospitare l’ECKART 2020.
La gastronomia della provincia unisce infatti elementi alpini e mediterranei che la rendono unica nel suo genere, onorando l'alta qualità dei prodotti locali e promuovendo, grazie a NOI Techpark, il suo sviluppo più innovativo.
Il food è infatti uno dei settori su cui il parco tecnologico concentra il suo operato in termini di ricerca, indagando tendenze ed evoluzioni del settore, e studiando per ogni alimento come indirizzarne il processo di trasformazione e innovazione.
Inoltre, il Premio, nella sua edizione 2020, la più complicata visti gli effetti nella pandemia Covid-19, è diventato anche simbolo della rinascita sostenibile di un settore – quello agroalimentare – sempre più importante per l’economia dei territori.
 
Biodiversità, filiera corta, qualità delle produzioni: il comparto alimentare altoatesino persegue questi principi a tutti i livelli, in linea con la politica alimentare comune condivisa anche a Bruxelles dal Comitato delle Regioni europee.
L’Alto Adige, come ricordato dal presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, può essere un punto di riferimento in Europa in questo settore e fungere da modello in quanto a sostenibilità alimentare.
È quindi un onore per l’Alto Adige ospitare il prestigioso Premio Internazionale Eckart Witzigmann, soprattutto perché condivide con questo territorio visione, metodi e obiettivi.
«Siamo molto felici di aver ospitato l’ECKART 2020. Con i nostri esperti e partner, studiamo quotidianamente l’evoluzione del settore alimentare: intercettiamo le tendenze della cucina contemporanea, impegnandoci per migliorare le caratteristiche funzionali e nutrizionali degli alimenti e per accompagnare le aziende nel processo di sviluppo.
«Un’attività che facciamo mettendo insieme qualità e regionalità, tradizione e innovazione, certi che una visione responsabile del futuro non possa prescindere da una visione altrettanto responsabile del settore agroalimentare» - ha commentato Ben Schneider, responsabile per Food Technologies di NOI Techpark.
 

Norbert Niederkofler.

 Il simposio  
«Nuovi progetti per un nuovo tempo?» è stato il titolo del Simposio che si è tenuto questa mattina nel distretto dell’innovazione altoatesino.
Una riflessione ampia sulla gastronomia ai tempi del Coronavirus con tanti esperti intervenuti per valutare le prossime sfide del food, a partire dalla sua accezione tecnico scientifica, analizzata, tra gli altri, dal professor Marco Gobbetti di unibz, al primo posto a livello mondiale nel settore della microbiologia degli alimenti su GoogleScholar, responsabile del laboratorio Micro4Food di NOI Techpark.
Suoi alcuni degli studi più avanzati sulla fermentazione e sui suoi effetti sul microbioma umano, studiati anche grazie all’utilizzo di Shime, il simulatore del tratto gastrointestinale umano, l’unico in Italia a disposizione di una struttura pubblica.
 
«Sostenibilità, qualità e responsabilità nell’alimentazione sono da sempre al centro della mia filosofia. Ma cosa significa tutto questo, concretamente, per ognuno di noi e alla luce della situazione attuale?
«Con il Simposio, anche quest'anno abbiamo voluto creare una piattaforma con cui ottenere un impatto più ampio e realizzare il nostro obiettivo: creare piatti buoni, preparati con responsabilità, e portarli sulle tavole di tutti noi,» - ha sottolineato Eckart Witzigmann, spiegando l'idea alla base del Simposio culinario.
 

Tim Mälzer.
 
 I premi  
A distinguersi nell’edizione 2020 è stato proprio uno degli chef altoatesini più apprezzati sulla scena internazionale: il tristellato Norbert Niederkofler.
Nato a Lutago in valle Aurina e anima del St. Hubertus, nonché ideatore di «Cook the mountain», approccio culinario volto a preservare l’eredità culturale locale come visione per il futuro, Niederkofler ha ricevuto il premio per una «cucina regionale moderna e innovativa».
Segue infatti la filosofia «no waste», fortemente ispirata dal desiderio di sviluppare e tramandare alle generazioni successive pratiche di coltivazione sostenibile, capaci di innescare sinergie tra agricoltura, ricerca, storia e cucina.
Con Niederkofler è stata premiata anche Myrtha Zierock, esperta di orticultura. Zierock si è distinta per le tecniche utilizzate nella coltivazione di ortaggi, derivate da un lungo percorso di studi internazionali: prima a Friburgo, poi in Oregon, in Toscana e infine in Québec.
Per la categoria Grande arte culinaria, invece, sono stati premiati gli chef tre stelle Michelin Pierre Gagnaire, tra i più rivoluzionari di Francia, e Johannes Nuding, straordinaria promessa di Mayfair a Londra.

Lo chef, scrittore e volto di alcuni dei più famosi show televisivi di cucina, Tim Mälzer, ha invece conquistato il premio Prix d’Exception, il premio per meriti speciali, attribuito fino a oggi solo a S.A.R. Carlo, Principe del Galles.
«Gli scapigliati» Max Strohe e Ilona Scholl, volti e cuori dello stellato tulus lotrek, uno dei ristoranti più interessanti sulla scena berlinese, si sono assicurati il premio nella categoria «responsabilità creativa».
A vincere il premio «Alumni» invece è stato Carlo Petrini, presidente di Slow Food e ideatore della prima Università di Scienze Gastronomiche e della rete di Terra Madre. Già insignito del Premio «Campioni della Terra», la più alta onorificenza al merito ambientale delle Nazioni Unite, Petrini è stato nuovamente onorato da Eckart Witzigmann per il suo impegno persistente e sostenibile.
Tutti i premi sono stati consegnati durante la cena di gala tenutasi domenica sera a NOI Techpark.