Netanyahu ha dato il via all'offensiva di terra in Libano
Tra i due paesi c'è il nostro contingente impegnato nella missione Unifil. Israele ha rassicurato l'ONU, ma Crosetto e Tajani dovrebbero fare qualcosa di più
È da 10 giorni che chiediamo al Ministero della Difesa notizie sul contingente italiano (circa 1.000 uomini) che fanno parte della missione ONU Unifil, che in tutto movimenta 3.000 militari di varie nazioni.
Ci è stato assicurato che le risposte alle nostre domande sono «in lavorazione», ma in realtà non sono mai arrivate in redazione.
L’Adigetto.it è particolarmente legato alla missione Unifil perché ha svolto una missione giornalistica per vedere come funzionava e abbiamo scritto decine di servizi sulle importanti attività di pace svolte dai nostri soldati. Sono raccolti in una pagina dedicata (vedi).
In pratica, gli obiettivi principali sono (o erano) tre: costruire il giusto confine concordato da Libano e Israele, pattugliare il confine per evitare sconfinamenti e sminare i campi minati costruiti da Israele.
È evidente che la mancanza di notizie dalla Difesa è dovuta alla fluidità della situazione.
Però possiamo tracciare alcune ipotesi.
Ultimamente era stato sospeso tutto, meno il pattugliamento del confine. Ora che Israele ha annunciato il via a una «limitata invasione», è stata certamente sospesa anche quella.
Quindi i nostri ragazzi stanno nei rifugi, nei bunker costruiti fin dall’inizio proprio perché l’area è considerata a rischio fin dal 2006.
Immaginiamo (sempre nel campo delle ipotesi) che sia allertato il piano di ritiro del contingente.
Il problema è che, nel caso di un ritiro, la presenza di un centinaio di nostri mezzi corazzati potrebbe rappresentare un problema.
Il ministro Crosetto ha rassicurato che i soldati dell’Unifil non corrono rischi. Ma servirebbe qualcosa di più di alcune parole generiche.
Il ministro Tajani continua a esortare gli italiani a lasciare il Libano. Ma anche questa è una disposizione inadeguata, se la paragoniamo a Germania e Inghilterra che hanno organizzato voli con aerei militari per rimpatriare i propri cittadini, dato che voli civili praticamente non ce ne sono più.
E la Francia ha inviato una nave da guerra nelle acque del Libano, pronta a sgomberare i propri concittadini.
No, non siamo soddisfatti del comportamento del nostro governo.
E la mancanza di comunicati da parte della Difesa non ci tranquillizza per niente.
GdM