L’autonomia del Trentino oggi – Di Mauro Marcantoni – 39
La contestazione della specialità e le ragioni che la contrastano
I primi anni del nuovo millennio hanno accentuato, con punte di vera e propria aggressione, le contestazioni sui privilegi delle autonomie speciali, compresa quella prevista dallo Statuto Trentino-Alto Adige/Südtirol.
Se rispetto agli anni Novanta queste aggressioni potevano avere una fondata ragion d’essere, in quanto le risorse finanziarie erano oggettivamente abbondanti, nel decennio successivo sono calate fino ad arrivare, con il Patto di Milano del 2009, a dotazioni del tutto comparabili ad altre realtà italiane analoghe per dimensioni e caratteristiche morfologiche, ovviamente tenendo conto della spesa pubblica territoriale consolidata.
In altri termini, da comparare non vi è solo il trasferimento ai bilanci provinciali e regionale, ma la spesa complessiva che lo Stato eroga su un certo territorio a qualunque livello, in via indiretta e diretta.
Con l’Accordo di Milano, è stata modificata la parte finanziaria dello Statuto di autonomia, per mezzo di una legge ordinaria rinforzata dal metodo negoziale, come consentito per le disposizioni finanziarie dall’art. 104 dello Statuto, anziché con la procedura complessa della legge costituzionale.
È da precisare che una simile procedura ha bisogno dell’accordo, oltre che da parte dello Stato, anche di tutte le parti coinvolte a livello di istituzioni locali.
È evidente che ciò ha richiesto un’intesa sostanziale tra le maggiori forze politiche presenti sia in Trentino che in Sudtirolo superando, almeno in parte, sia la logica dei «separati in casa» sia quella dell’autoreferenza, dovendo cooperare e costantemente negoziare con lo Stato non solo risorse e competenze, ma anche ruolo e sufficienti equilibri nei confronti delle altre Regioni.
Questa rinnovata capacità di intesa, negli anni successivi, è stata messa alla prova da molte questioni che hanno toccato l’assetto finanziario: dalla «spending review» al Patto di stabilità, fino al concorso delle autonomie speciali al risanamento delle finanze dello Stato.
In questa azione di contrasto, pur con alcune diversità di vedute sui sistemi da adottare, le due Province hanno agito sempre congiuntamente e mettendo a fattor comune il peso politico che ciascuna era in grado di esprimere.
Da notare che a questa azione hanno collaborato congiuntamente anche i partiti nazionali ad elevata sensibilità territoriale: in particolare il Partito Democratico che ha finanche aggiunto alla sua denominazione la specifica «del Trentino».
Rielaborazione giornalistica dei contenuti del volume di Mauro Marcantoni STORIA, della Collana Abitare l’Autonomia - IASA Edizioni, Trento. |