Conclusa la 52ª esposizione in Aula San Giovanni – Di Daniela Larentis
Ultimo giorno di apertura della mostra «Volgeranno lo sguardo, 7 Artisti contemplano il Mistero della Croce», inaugurata un mese fa nel Duomo di Trento
Paolo Ober, «II Gesù condannato a morte».
Si è da poco conclusa nella Cattedrale di Trento la 52° esposizione d’arte allestita in Aula San Giovanni. La mostra, dal titolo emblematico «Volgeranno lo sguardo, 7 Artisti contemplano il Mistero della Croce», è stata inaugurata lo scorso 13 settembre con una presentazione critica a cura di mons.
Lodovico Maule e Nicoletta Tamanini, ed è rimasta aperta al pubblico fino al 13 ottobre 2024.
Gli artisti in esposizione, Paul Moroder, Ucai Sezione di Trento, Paolo Ober, Maurizio Frisinghelli, Vincenzo Eulisse, Marco Arman e Carletto Cantoni, hanno affrontato il tema della Via Crucis, proponendo una riflessione teologica sulla croce attraverso la loro arte.
Mons. Lodovico Maule, Decano del Capitolo, ha spiegato nel suo intervento: «Nella città Santa di Gerusalemme, dalla fede dei pellegrini che la visitano, nasce la pia pratica della Via Crucis, essi ripercorrevano secondo il racconto evangelico, l’itinerario di dolore e di amore compiuto da Gesù Cristo nella sua Passione.
«Questo pio esercizio fu quindi introdotto nel resto della Chiesa, a utilità spirituale dei molti che non potevano recarsi in Terra Santa. La Via Crucis, come oggi è conosciuta e praticata, ha origine nel Medio Evo ad opera di grandi santi, San Bernardo di Chiaravalle (+1153), San Francesco d’Assisi (+1226), e San Bonaventura da Bagnoregio (+1274), essi con la loro fede e devozione favorirono la conoscenza e la diffusione della pia devozione.
«La Via Crucis, come oggi è praticata, nell’itinerario di quattordici stazioni (alle quali si è aggiunta La Risurrezione), si è diffusa in Spagna in ambito francescano (è da ricordare come questo Ordine glorioso, fin dai tempi di San Francesco ha la Custodia dei Luoghi Santi). In Italia, il pio esercizio della Via Crucis ebbe un convinto propagatore nel francescano San Leonardo da Porto Maurizio (+1751).
«Da allora, nelle chiese si trovano esposti i 14 quadri, le Stazioni, che permettono ai fedeli di compiere in preghiera e meditazione La Via dolorosa.
«In tale percorso di fede si contempla e di medita l’amore sconfinato di Dio Padre che ha donato Suo figlio, la fedeltà senza misura del Figlio – al Padre e all’umanità – nel riscattare il peccato di Adamo e l’infinita Carità dello Spirito Santo Amore, che dal fianco trafitto di Cristo è scaturito come Fiume di grazia e di riconciliazione.
«Da tale contemplazione si rivela che la Croce, un tempo orrendo patibolo che Cristo Signore ha portato, da Lui è stata mutata in segno di vittoria, adorabile, vivificante e divinizzante per tutta l’umanità […].»
Vincenzo Eulisse, IX Gesù cade per la terza volta.
Tra le numerose opere in mostra, tutte di grande intensità e suggestione, abbiamo scelto in questa occasione di parlare in particolare di quelle di Marco Arman.
Nato nel 1954 e vissuto in vale di Cembra Marco Arman espone in personali e collettive dal 1972.
Ha lavorato in qualità di custode forestale nella propria valle. Per un decennio si è dedicato esclusivamente all’arte e per sette anni ha prestato servizio nel Duomo di Trento in qualità di sacrestano.
Ha realizzato i modelli per una medagli a ricordo del Concilio di Trento, il Sigillo della Cattedrale e il Sigillo del Capitolo della Cattedrale.
Fino ad oggi ha partecipato alla cura delle esposizioni nell’Aula San Giovanni.
Dall’anno 2000 è iscritto all’Unione Cattolica Artisti Italiani, Sezione di Trento, che presiede per 15 anni, nonché all’Unione nazionale, che guida per un breve periodo. In Trentino ha realizzato opere pubbliche a concorso.
Ha sottolineato Nicoletta Tamanini, in un passo del suo intervento critico, a proposito delle sue opere:
«Un dinamismo narrativo efficace nella sua ricercata essenzialità, profonda spiritualità ma anche evidenti note di tenerezza e compassione nel narrare il doloroso cammino di Cristo verso il Golgota… si può così descrivere la Via Crucis realizzata dal pittore Marco Arman con uno stile originale e fortemente contemporaneo pur illuminato dalla religiosità che connota, da sempre, la ricerca creativa dell’artista cembrano, attento, specie in tale occasione, ad un accurato dialogo tra le sue opere e quelle già presenti nella Parrocchiale di Laghetti di Egna.
«Assolutamente ad hoc per il tema affrontato il supporto anticonvenzionale abitualmente utilizzato dall’artista per realizzare le proprie opere, tela applicata ad un semplice pannello, e di particolare impatto emotivo le colature di colore che connotano, da sempre, ogni creazione del pittore trentino ma che, nel caso di questo ciclo pittorico, trasformano ogni singola Stazione in una preziosa, tangibile testimonianza del supremo sacrificio di Cristo per l’umanità.»
Una mostra di grande interesse, quella proposta, che ha saputo coniugare valore artistico e profondità spirituale, offrendo al pubblico uno spazio di riflessione sul mistero della Croce e sul significato universale del sacrificio, attraverso il linguaggio espressivo dell’arte
Daniela Larentis – [email protected]
Marco Arman, XII Gesù muore in Croce.