«Rettore e docenti ascoltino le nostre istanze»
Gli universitari trentini contrari al Green pass scrivono al Magnifico Rettore Flavio Deflorian, a docenti, dottorandi e personale amministrativo dell'Ateneo trentino
Riportiamo qui di seguito il testo del comunicato inviato alle redazioni dagli studenti universitari che sono contrari alla vaccinazione, convinti che il Green Pass sia una discriminante. |
Settembre è alle porte e le preoccupazioni degli universitari si accumulano, faticando a trovare risposte: molti di noi si chiedono cosa ne sarà dell’Università e dell’istruzione accademica dopo l’emanazione del DL. 111/2021, ormai noto come «Decreto Legge sul Green Pass».
La recente comunicazione inviataci dal Rettore dell'Ateneo trentino il 20 agosto 21 lascia poco spazio ai nostri dubbi riguardo l’efficacia sanitaria del Green Pass e il mascherato obbligo vaccinale che esso cela.
In una situazione così incerta quale è la nostra realtà sociale, nella quale le tensioni sono fortissime su tutti i piani della vita (politico, sociale, istituzionale e relazionale), ci sentiamo in dovere di richiamare il Rettore all'osservanza dei princìpi sottoscritti nel Codice Etico di Ateneo, nello Statuto, nel Codice di Comportamento e nel Codice d'Onore degli Studenti.
Il governo Draghi ha scelto di alimentare un grave circuito di discriminazione all'interno della comunità universitaria.
In sede universitaria si produrrà l'inevitabile divisione della medesima comunità in due macro-categorie tra esse antitetiche (il vaccinato e il non vaccinato), implicitamente correlate ad una valutazione etica di natura esclusiva e binaria (il buono che si scontra con il cattivo/l’untore).
Va ribadito che il Regolamento UE 953/2021, disciplinante la Certificazione Verde, specifica all'art. 36 l’assoluta necessità di evitare qualsiasi forma di discriminazione (diretta o indiretta) verso le persone che «non si sono vaccinate per motivi di salute, opportunità o scelta personale».
La normativa italiana che disciplina il Green Pass (DL. 52/2021), pur prevedendo espressamente l’applicabilità di tali disposizioni solo se compatibili con quelle europee, finisce per violare queste ultime.
In un contesto di Stato di Emergenza nel quale ancora ci troviamo, eliminare la didattica a distanza, costringendo migliaia di studenti ad ambienti saturi e per nulla sicuri (pena il declassamento a non frequentanti), è una presa di posizione miope ed avventata.
Di più, l'impedire agli studenti non in possesso della Certificazione Verde di partecipare alle lezioni in presenza, di sostenere gli esami e di frequentare le biblioteche si configura come una gravissima violazione del diritto allo studio tutelato dall'art. 34 della Costituzione.
Ci troviamo così ad osservare un pericoloso attacco allo Stato di Diritto. Invitiamo ogni delegato al controllo degli ingressi e ogni singolo docente a non tener fede a prescrizioni che risultano essere in palese contrasto con i principi costituzionali, ma di compiere un gesto di assoluta disobbedienza civile verso tali norme illegittime, rifiutandosi di richiedere di visionare alcuna Certificazione Verde.
Universitari trentini contro il green pass