«The Mountain Touch»: un viaggio nella natura che cura
Mostra temporanea al Muse a cura di Andrea Lerda, da un progetto del Museo Nazionale della Montagna – Dal 28 luglio al 17 novembre 2024
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17 artiste/i e le opere da loro realizzate in dialogo con contenuti scientifici.
Due musei uniti, per raccontare attraverso l’arte e la scienza l’associazione tra buona salute e connessione con la natura.
È il tema esplorato attraverso l’esposizione The Mountain Touch che sarà inaugurata al MUSE di Trento il prossimo 27 luglio 2024.
La mostra «The Mountain Touch» è un progetto arte scienza prodotto dal Museo Nazionale della Montagna di Torino e a cura di Andrea Lerda, che nell’edizione trentina si arricchisce nuove opere d’arte e nuovi di contenuti scientifici.
Arte e scienza per una nuova alleanza con la natura. The Mountain Touch offre stimoli visivi di carattere artistico e al contempo introduce una serie di temi e di ricerche scientifiche attuali, relativi alle implicazioni positive e negative nella relazione tra umano, montagna e natura in senso più ampio.
Tutte le opere in mostra sono legate alla montagna e, più in generale, alla natura, alcune in modo più diretto e su un piano iconografico, altre in maniera indiretta ma pur sempre strettamente puntuale rispetto al tema che l’esposizione esplora e approfondisce.
«Il MUSE ha accolto con rinnovato entusiasmo l’invito del Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi - CAI Torino a interpretare, con una chiave di lettura innovativa e suggestivamente rappresentato dall’arte, il concetto di esperienza nella natura, evidenziando gli effetti benefici, scientificamente documentati, sulla salute, – spiega Patrizia Famà, direttrice Ufficio Programmi per il pubblico MUSE. – La versione 2024 della mostra The Mountain Touch, arricchita da ulteriori opere e temi connessi al nostro territorio e agli ambienti montani, ci permette di sottolineare l’urgenza di adottare un nuovo paradigma che rovesci l’attuale tendenza negativa di cambiamenti nell’ecosistema e nel clima, le sue ripercussioni sulla salute delle persone e sullo stato dei sistemi naturali da cui essa dipende.»
La mostra ha origine da una serie di evidenze emerse in relazione alla crisi climatica in corso e al periodo pandemico.
In risposta alla perdita di biodiversità e al progressivo degrado degli ambienti naturali, si va infatti affermando una crescente consapevolezza che il nostro benessere fisico e mentale sia strettamente legato a quello del nostro pianeta.
L’esposizione prova a offrire una panoramica dei principali temi di ricerca e apre a una serie di interrogativi come, ad esempio, quale impatto potrà avere la devastazione ambientale in corso sulla nostra salute o come ricorrere all’ecoterapia per far fronte all’ecoalienazione.
«L’impatto positivo della montagna e della natura sulla sfera biologica e quella psicologica dell’essere umano, dev’essere un concetto evocato sul piano teorico dalla mostra ma anche un’esperienza concreta, che ogni spettatore può vivere e percepire durante la visita, – spiega Andrea Lerda, curatore della mostra. – «Pur nella consapevolezza che il contesto espositivo non può in alcun modo essere comparato allo stare fisicamente in montagna e in natura, le opere costituiranno un link diretto con l’esterno e attiveranno degli stati di benessere in grado di agire sulla coscienza e conoscenza delle persone.»
Artiste/i presenti
Paola Anziché, Zheng Bo, Ruben Brulat, Alberto Di Fabio, Michael Fliri, Christian Fogarolli, Lucas Foglia, Fernando García-Dory, Nona Inescu, Zora Kreuzer, Bianca Lee Vasquez, Marzia Migliora, Caterina Morigi, Andrea Nacciarriti, Vera Portatadino, George Steinmann, Peter Stridsberg.