Il mistero dei Marò tenuti ingiustamente prigionieri in India

Le armi potrebbero essere i nuovi fucili mitragliatori Beretta non ancora in uso presso le nostre Forze Armate

Il mistero - se le nuove informazioni si dovessero dimostrare esatte - s’infittisce sempre di più. 
 
Secondo quanto avrebbe rivelato una fonte della Marina Militare Italiana (cui appartengono i Marò tenuti ingiustamente prigionieri a Kerala), i proiettili che hanno ucciso i pescatori indiani sarebbero sì del calibro 5.56 usati dai nostri soldati, ma il modello del fucile Beretta dal quale sarebbero stati esplosi non sarebbe quello attualmente in dotazione alle Forze Armate italiane.
 
Il fucile usato sarebbe l’ARX-160 invece che l’AR 70/90, entrambi calibro NATO 5,56x45, ma le cui differenze meritano alcune parole di spiegazione.
 
Il fucile d'assalto AR 70/90 viene prodotto dalla Fabbrica d'Armi Pietro Beretta, che ha cominciato a svilupparlo nel 1968.
Il suo nome originale infatti era AR 70, ma essendo stato migliorato sensibilmente nel 1990, venne chiamato 70/90.
L’arma è tuttora in dotazione alle nostre forze armate, ma dal 2010 sta venendo gradualmente sostituito col Beretta ARX-160.
 
L'ARX-160 è invece il fucile d'assalto italiano che era stato presentato inizialmente come un semplice aggiornamento dei materiali costruttivi e piccoli accorgimenti del Beretta AR 70/90, ma che poi divenne invece un prototipo più elaborato, che introduceva alcune importanti novità che tenessero conto dei concetti chiave attuali: ergonomia, facilità di manutenzione, flessibilità, facilità.
 
Tanto per avere un’idea, basta dare un’occhiata alle due tabelle di comparazione che seguono, le cui differenze principali consistono nel peso e nelle misure inferiori del nuovo modello rispetto a quello attualmente in uso.

AR 70/90 ARX-160
Peso: 4,730 kg
Lunghezza: 995 mm
Lunghezza canna: 450 mm
Calibro: 5,56 mm
Munizioni: 5,56 × 45 mm NATO (la seconda misura è la lunghezza del bossolo)
Azionamento: presa di gas
Cadenza di tiro: 670 colpi/min
Velocità alla volata: 920 m/s
Tiro utile: 150-350m
Alimentazione: 30 colpi
Peso: 3,1 kg (vuoto con canna da 406 mm)
3,0 kg (vuoto con canna da 302 mm)
Lunghezze:
755 mm (calcio esteso con canna da 302 mm)
680 mm (calcio collassato con canna da 302 mm)
580 mm(calcio chiuso con canna da 302 mm)
920 mm (calcio esteso con canna da 406 mm)
820 mm (calcio collassato con canna da 406 mm)
755 mm (calcio chiuso con canna da 406 mm)
 
 

Al momento il fucile d’assalto Beretta ARX-160 risulta in dotazione alle forze speciali albanesi (circa 100 unità), alle forze speciali italiane (per valutazioni anche sul campo), a forze speciali di polizia messicane ed è in fase di distribuzione ai reparti dell'Esercito Italiano di previsto impiego in Afghanistan.
 
Per tornare al punto, leggiamo che a sparare i colpi che avrebbero ucciso i pescatori indiani sarebbe stato un fucile d'assalto non ancora industrializzato e che solo pian piano andrà a sostituire il fucile attualmente in dotazione alle forze armate italiane.
La nota di carico, doverosamente compilata per portare a bordo della nave incriminata armi e munizioni, esclude nella maniera più assoluta che i fucili fossero i nuovi ARX-160. A bordo, oltre alle armi personali corte e lunghe, sarebbero state caricate delle Minimi, armi di gruppo consistenti in fucili mitragliatori che un po’ alla volta dovrebbero sostituire la Spandau MG 35/42, del calibro 7,62 NATO che si usava prima dell’attuale 5,56.
 
Le domande che ci siamo quindi posti e che a nostra volta abbiamo posto a persone più esperte di noi, sono state le seguenti.
1. È possibile caricare a bordo armi diverse da quelle indicate nella bolla di carico?
Risposta: NO.
2. È possibile che altre unità abbiano usato i nuovi fucili Beretta, la cui distribuzione graduale presso le nostre forze armate, è appena cominciata?
Risposta: POSSIBILE, MA IMPROBABILE.
 
Allora dove sta il nodo da sciogliere? Chi potrebbe aver avuto la disponibilità dei nuovi fucili d’assalto ARX-160?
Ognuno può farsi le ipotesi che crede meglio, ma per ora si naviga nel buio.
Quello che al momento ci pare assodato è che le armi dei nostri Marò non hanno sparato contro i poveri pescatori indiani.
Quello che al momento ci pare immorale è tener ingiustamente prigionieri dei militari in un paese che non è in guerra con l'India.
Certo è che nel frattempo i nostri soldati sono lì, destinati a farsi in carcere i 45 giorni di ferie giudiziarie previste dall’ordinamento giudiziario indiano per l’immediato periodo.
 
GdM