Giovani in azione: Isotta Tomazzoni – Di Astrid Panizza

Originaria di Rovereto, la sua storia di cantautrice con la voce, con la testa

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Già solo a sentirla parlare si nota fin da subito qualcosa di particolare nella sua voce: originale, profonda, melodica, quasi musicale, direi.
Certamente sarà merito del canto e della musica, più in generale, che da sempre fanno parte della sua vita e con cui a passi da gigante si sta costruendo un nome e una carriera.
Stiamo parlando di Isotta Tomazzoni, originaria di Rovereto, classe 1996, una veramente tosta, con una parlantina mica da poco.
Isotta ha pubblicato recentemente il suo album «Remote Influence» che conferma ancora una volta la sua bravura da cantautrice sia in italiano che in inglese.
 
Tuttavia il canto non è la sua unica passione. Infatti, ha recentemente partecipato all’ultima edizione dell’RDS Academy, un talent show televisivo su Real Time con conduttori famosi, in cui, dopo una serrata selezione, sbaragliando altri cinquemila candidati, Isotta si è trovata assieme ad una decina di finalisti tra ragazzi e ragazzi per tentare di conquistarsi il primo posto e un lavoro nella famosa fucina radiofonica quale è appunto RDS. Purtroppo, arrivando (solo) terza il sogno è sfumato.
Ma con un sorriso mi spiega che va bene anche cosi: «L’importante, come diceva il caro Gaber, è la partecipazione, e già quello è tantissimo. Essere arrivata in finale è stato grande».
Isotta, però, appare piena di altre sorprese. Mi racconta, infatti, che si è recentemente laureata alla Cattolica di Milano in un campo, fra l’altro, totalmente diverso da quello artistico: Scienze linguistiche per le relazioni internazionali.
 

 
La domanda sorge spontanea: ma cosa hai in mente di fare nella tua vita?
«Il mondo dello spettacolo è il campo che vorrei seguire. La scelta di frequentare un corso di laurea in relazioni internazionali non è casuale.
«Semplicemente è stata data dal fatto che cercavo una facoltà che mi preparasse davvero alla vita, a creare e sviluppare una mia idea per seguire una linea di pensiero personale.»
 
E quindi?
«Può anche non sembrare così, ma questa facoltà è molto attuale.
«Ad esempio mi ha insegnato a interpretare il mondo di oggi con giusti criteri, perché le scienze politiche danno strumenti importanti per capire cosa sta succedendo nella società e per essere osservatori critici sia in ambito giornalistico come televisivo.
«Inoltre, come lingua straniera ho scelto il cinese perché mi è sempre sembrata una lingua stimolante, che sprona continuamente a studiare.»
 

Copertina dell'album «Remote Influence».
 
Tutto questo, ovviamente, continuando a fare musica…
«Certamente. Come detto, sono una cantautrice. Il fatto, comunque, di aver deciso di studiare a Milano, non è stato un caso. Ho scelto una città che preparasse al mondo del lavoro e in cui riuscissi a crearmi un network anche da un punto di vista musicale, perché una grande città come Milano offre molte opportunità che se hai la capacità di cogliere possono rappresentare un futuro concreto.
«Ti faccio un piccolo esempio. La copertina del mio CD, in cui ci sono io vestita con un abito di mia madre in stile rinascimentale, mi è stata scattata da un importante fotografo che lavora per Armani. Come è successo? Semplicemente lui mi ha vista in un bar e mi ha chiesto se poteva farmi qualche foto in studio.
«Sia chiaro, non bisogna mettersi in pericolo o abboccare a qualsiasi lusinga da parte di sconosciuti, ma la mia intuizione di credere nel suo progetto alla fine si è dimostrata azzeccata e ha avuto un seguito. Uno di quegli scatti è ora diventato la copertina dell’album.
«Quello che vorrei dire ai ragazzi è che per realizzare i propri sogni non serve necessariamente essere ricchi di famiglia. E che non è assolutamente vero che se non si ha una casa discografica amica alle spalle si fa la fame.
«Per carità, non è facile guadagnare e ancora meno arricchirsi, ma da qui al dover rinunciare ai propri progetti per partito preso ce ne manca. Io, ad esempio, prendo qualcosa ai live, ma devo anche dire che ancora non mi sono messa di impegno a investire il mio tempo e le mie energie in questo settore, ma lo farò al più presto.
«Quello però che vorrei trasmettere è che con lo spirito giusto si trova sempre una strada per la propria passione - afferma Isotta, aggiungendo poi una specie di massima filosofica - perché se non ci si ferma mai, piano piano si riesce ad andare avanti.
«In questo modo potrai incontrare delle persone che credono nei tuoi progetti. Quelle persone che poi ti daranno una mano se intravedono in te quella giusta e vera passione di cui ti accennavo.»
 
Torniamo a parlare di te come cantante. Da cos’è partita questa tua grande passione per il canto?
«Guarda, in realtà non mi definisco nemmeno ora una cantante. Fin da piccola ho sempre ballato, mi piaceva creare coreografie per i miei amici. Il canto è arrivato un po’ dopo, quando ho iniziato a canticchiare delle melodie e a salvarle sul telefono. Ne ho una marea di melodie che vorrei diventassero prima o poi delle canzoni.
«Per quanto riguarda i miei testi, quelli variano tantissimo. Le parole possono arrivare così, semplicemente, da una passeggiata di riflessione, oppure dopo un momento di irrequietezza. Nei periodi in cui sono tormentata nascono dei testi pazzeschi: in quei momenti mi sento davvero ispirata.»
 

Isotta e Emma Marrone durante la trasmissione RDS Academy.
 
Com’è stata l’esperienza in RDS?
Incredibile. Nel senso che soprattutto alla fine è stata una bella soddisfazione perché sono arrivata terza [tra due uomini - NdR] non senza combattere dando sempre il meglio di me. Sono fiera di essere riuscita a gestire molto bene le emozioni nonostante se ce ne siano state veramente tante.
«Poi, chiaro, non avevo mai fatto radio e quello in più era anche un programma televisivo quindi ti massacravano in ogni modo, anche per via della competizione fra concorrenti. Ecco, da questo punto di vista se inizi a farti prendere la mano non è più finita.
«Quello che sento io, invece, è sicuramente una certa ambizione, perché è giusto che ci sia e perché è una costante che aiuta a migliorare sempre di più, ma quando l’ambizione è troppa anche la competitività cresce a dismisura e, almeno per me, inizia a diventare un peso.
«A mio parere la musica dovrebbe essere condivisione. Nei talent show televisivi musicali viene gettata nell’l’occhio del ciclone non solo la canzone ma soprattutto l’interpretazione del cantante. Solo che non tutti interpretano le emozioni nella stessa maniera.
«È come mettersi proprio a nudo e quindi è più difficile accettare una critica personale, mentre invece altre critiche oggettive è più facile incassarle. E che sia giudicato un modo di essere, sinceramente non mi piace. Per questo ho scelto un talent radiofonico piuttosto che uno televisivo.»
 
Siamo alla fine dell’intervista. Domanda di rito: quali sono i tuoi progetti futuri?
«Mi piacerebbe il mondo della radio, lo ammetto. Da qualche parte bisogna pur partire e l’accademia di RDS è stato un buon punto di partenza secondo me. Nel frattempo non smetto di scrivere la mia musica.
«Inoltre mi sto inventando dei format per canali nuovi, come per esempio Real Time, perché anche dal punto televisivo mi piacerebbe fare qualcosa. Mi sono resa conto che ogni cosa può portare a qualcos’altro.
«A volte ci mettiamo in testa che il nostro percorso è di un certo tipo e magari ce ne perdiamo un altro che è lì a portata di mano e che potrebbe anche essere migliore.
«A me piace scrivere oltre che cantare, quindi perché non scrivere anche programmi oltre che canzoni? Non mi chiudo nessuna porta e di certo non mi fermo qui. Stanne certa!»

Astrid Panizza – [email protected]
(Puntate precedenti)

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