Euroflop sul tetto al prezzo del gas proveniente dalla Russia
Rimandata a ottobre la decisione di porre un limite perché non è stato raggiunto un accordo nella UE
Noi ci eravamo lamentati per il ritardo assunto dai membri dell’Unione Europea perché, di fronte all’emergenza generata dall’aumento dei prezzi del gas, avevano concordato di incontrarsi tra due settimane. Ci pareva vergognoso che ci volessero 15 giorni per mettere insieme i ministri dell’economia UE.
Ma, ricorrendo al buonsenso, ci eravamo illusi perché non c'è mai fondo al peggio.
I 27 che si sono incontrati con ritardo non hanno trovato l’accordo e tutto è rimasto come prima.
Uno dei nodi principali che separa i Paesi è se imporre un tetto al prezzo generale del gas, come vorrebbe l’Italia, o soltanto a quello del gas proveniente da Mosca, con i Paesi confinanti con la Russia, come Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, che mantengono la loro ferma opposizione.
Il ministro Cingolani ha definito «positivo» il clima nel quale si sono trovati a discutere. E meno male che non hanno fatto a botte… Ma il problema è rimasto invariato e se ne parlerà a ottobre.
E così continuiamo a pagare cifre spropositate quanto irreali per far fronte alle bollette.
Insomma, ancora una volta si parla di supertassare le società che hanno fatto guadagni spropositati. Le centrali idroelettriche come quelle eoliche non hanno avuto un solo centesimo di aumento dei costi, eppure hanno dovuto fornire l’energia al prezzo unico europeo.
Dovrebbe essere chiaro per tutti che si tratta di un meccanismo contorto che va risolto a monte.
Per risolverlo a monte, nella prossima legislatura l’Europa andrà rivoltata come un calzino perché un bel momento di si dovrà poter decidere a maggioranza invece che all'uanimità.
Si potrebbe una volta per tutte studiare una costituzione europea e farla votare a tutti gli europei.