Marino non è più sindaco di Roma
Si dimettono 26 consiglieri comunali, decade la legislatura
Ignazio Marino non è più sindaco di Roma. Per dimetterlo è stato necessario che ventisei consiglieri comunali, uno più del quorum, si dimettessero in Campidoglio determinando così lo scioglimento dell'assemblea comunale e la conseguente decadenza del sindaco dalla sua carica. Tra i dimissioinari, anche consiglieri dell'opposizione.
Ed è già stato nominato il commissario straordinario che reggerà il Comune in attesa delle elezioni: è il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca.
Come si ricorderà, ieri Marino aveva ritirato le dimissioni per portare i consiglieri a discutere la fiducia in aula
Ma così non è stato, perché proprio i suoi colleghi di partito hanno giocato di anticipo con l’atto formale delle dimissioni per porre fine all’Amministrazione comunale più discussa della storia recente di Roma.
Al termine della giornata, Marino ha accusato le «26 pugnalate dei dimissionari» e «l’unico mandante (Renzi).
Renzi dal canto suo ha respinto le accuse di congiura: «È Marino che ha perso il contatto con Roma».
Comunque la si voglia vedere, infatti, Marino poteva avere anche tutte le ragioni del mondo, ma a questo punto la situazione era talmente compromessa e imbarazzante che l’unica soluzione dignitosa per tutti sarebbero state solo le dimissioni spontanee.
E invece è stato necessario dimissionarlo.