Vendemmia «double face» - Di Giuseppe Casagrande

La vendemmia entra nel vivo anche nei vigneti più impervi e remoti del BelPaese. Facciamo il punto con il direttore e il presidente della Cantina di Aldeno

Walter Weber direttore della Cantina di Aldeno con il presidente Damiano Dallago.

In Trentino Alto Adige la vendemmia delle uve precoci a base spumante (Chardonnay in particolare) è in corso già da 20 giorni e addirittura dai primi di agosto in Valle d’Aosta, ma in Sicilia, sull’Etna ad esempio, si comincerà solo a metà settembre, in ritardo di almeno dieci giorni, e per i rossi addirittura ad ottobre.
L'Italia è dunque letteralmente spaccata in due con la raccolta delle uve che entra nel vivo soprattutto nei vigneti più remoti e impervi, da Nord a Sud, quelli dove si pratica la cosiddetta viticolura «eroica», simbolo emblematico della biodiversità del BelPaese.

Vendemmia a «doube face», dunque, come suggerisce il Cervim (Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) che ha il polso della situazione di tutte le cantine situate negli angoli più remoti e difficilmente praticabili - «eroici» per l’appunto - della nostra Penisola.
 

Tutto pronto per la vendemmia anche alle falde dell'Etna.
 
  Vendemmia anticipata di tre settimane in Valle d'Aosta 
La vendemmia è già a buon punto in Valle d'Aosta. Una vendemmia anticipata di tre settimane che reistra una minore produzione (il calo è del 30%) a causa della siccità e del caldo. Si è salvato chi ha potuto irrigare: ovvero la metà del vigneto valdostano.
«La quantità è in calo in tutta la Valle d'Aosta» commenta Stefano Celi, presidente del Cervim e lui pure viticoltore. «Chi ha potuto fare irrigazione di soccorso - racconta a WineNews - non ha subito diminuzioni significative di prodotto, chi non ha avuto questa possibilità, specialmente nei terrazzamenti dove c’è un minore drenaggio, le produzioni sono davvero scarse. Per quanto concerne un giudizio sulla qualità dovremo attendere l’uva nelle vasche. L’anticipo della vendemmia è intorno alle tre settimane: il Blanc de Morgex, coltivato ad altitudini elevate, si sta vendemmiando in questi giorni, mentre il Petit rouge (Torrette e Chambave) si vendemmierà da metà settembre. La situazione è aggravata - conclude Celi - dal contesto generale, con l’aumento dei costi di produzione in particolare di energia e carburanti che hanno fatto aumentare i costi di irrigazione e lavorazione oltre ai costi delle di materie prime, a cui si aggiunge la scarsa reperibilità di bottiglie in vetro che si trovano con difficoltà».
 
  In Valtellina c'è attesa per la vendemmia della Chiavennasca 
In Valtellina c’è attesa per la vendemmia di Sua Maestà la Chiavennasca (Nebbiolo) simbolo della biodiversità vitivinicola della valle. Qui si prevede un calo della produzione del 20% ed una annata non semplice per siccità e caldo. «La siccità ha interessato anche i nostri vigneti», confessa Danilo Drocco, presidente Consorzio Vini Valtellina e direttore della cantina Nino Negri. «Le poche piogge che ci sono state, sono state subito asciugate dal vento e dalle alte temperature. Inoltre, nei terrazzamenti, con poca terra a disposizione, l’acqua viene drenata e non resta a disposizione delle piante. Meno problemi in basso, dove in generale la qualità è buona. La vendemmia si svolgerà con una settimana di anticipo, nell’ultima settimana di settembre».
 

La vendemmia in Valtellina patria della Chiavennasca Nebbiolo.
 
  In Trentino la vendemmia procede a gonfie vele 
In Trentino la vendemmia, pur interrotta da qualche acquazzone, procede a gonfie vele.
Il caldo anomalo e la siccità prolungata hanno messo in moto già da 20 giorni la macchina della raccolta. Facciamo il punto con il direttore della Cantina di Aldeno, l'enologo Walter Weber e con il presidente Damiano Dallago.
«La vendemmia 2022 la ricorderemo non tanto per la qualità, che pure si sta riscontrando nei grappoli raccolti, quanto per le incertezze nell’organizzazione, dettate da tempi di vendemmia mai visti prima d’ora» ha spiegato il direttore della Cooperativa trentina, Walter Weber. «Si è partiti con i bianchi base spumante e i Pinot Noir.
«Ora sarà la volta del Lagrein». Quante alle preoccupazioni della vigilia il presidente della Cantina Damiano Dallago ha aggiunto: «In avvio di vendemmia eravamo preoccupati per le acidità dei vini rossi. Ma per fortuna le piogge degli ultimi giorni ci hanno dato una mano.
«Quanto al comportamento delle viti, perdurando l'attuale situazione climatica, sicuramente nei prossimi anni avremo un cambiamento significativo nei vigneti e di conseguenza in cantina con vini che raggiungeranno gradazioni alcoliche molto alte.»
 
Non molto diversa la situazione nella zona dei Colli Apuani e di Candia (provincia di Massa Carrara) con una vendemmia che sta cominciando in questi giorni, con 10 giorni di anticipo rispetto alla norma. «Il clima cambia inevitabilmente, il nostro vantaggio tuttavia è di poter investire ancora in risorse idriche di sostegno, semmai in futuro ce ne sarà bisogno», commenta il presidente del Consorzio del Candia Colli Apuani e titolare della cantina Calevro, Fabrizio Bondielli. «La mancanza di viticoltura dalle nostri parti vorrebbe dire smottamento idrogeologico, sfasamento del paesaggio collinare e perdita di identità - aggiunge Bondielli - la biodiversità ha salvato la nostra viticoltura eroica».
 
 La biodiversità in soccorso dei vigneti eroici della Costiera Amalfitana 
A picco sulla costiera Amalfitana, a Furore (Salerno), i vigneti di Marisa Cuomo sono pronti per la vendemmia, senza particolari problematiche o anticipi dettati dalla situazione climatica. Qui, in questo angolo di paradiso a picco sul mare, è la biodiversità a salvaguardare la vite.
«Le nostre sono viti a piede franco che hanno oltre 80 anni di età - spiega l'agronomo Andrea Ferraioli - e reagiscono al caldo in maniera naturale, sfruttando l’umidità che si crea nei muretti a secco che le sorreggono e nella vaporizzazione del mare. Le pergole fanno il resto tenendo in ombra il terreno». Il problema è un altro a Furore: la manodopera. «Non riusciamo a trovare persone che resistano alla pesantezza della viticoltura eroica, tutta manuale e in condizioni estreme, non adatte a chi soffre di vertigini».
 

I vigneti eroici della della Valle d'Aosta.
 
  Sull'Etna per la vendemmia dei rossi si dovrà aspettare ottobre 
Nell’Isola di Antioco (Carbonia-Iglesias), tutto è pronto per la raccolta dei bianchi, in leggero anticipo rispetto allo scorso anno, ma, caso opposto, il caldo e la siccità hanno fermato il corso di maturazione del Carignano. «Abbiamo viti centenarie che reagiscono in maniera naturale al cambiamento climatico, nell’isola non possiamo prevedere nemmeno irrigazione, anche se concessa, quindi la scelta di aver proseguito su sesti d’impianto ritenuti arcaici è stato il segreto del mantenimento della vite», dice il presidente della Cantina Sardus Pater, Raffaele De Matteis.
 
Infine, in Sicilia, lungo le discese dell’Etna, a Castiglione di Sicilia (Catania), si aspetta il momento buono per cominciare, nei tempi canonici, la raccolta dei bianchi base spumante, probabilmente entro metà settembre (con almeno una settimana di posticipo). Le piogge delle ultime due settimane hanno infatti fermato la maturazione. Per i rossi, invece, ad esempio per la vendemmia del Nerello Mascalese, si dovrà aspettare addirittura ottobre. «Il cambiamento climatico in atto ha portato a maturare l’uva da vino a mille metri, cosa che non succedeva fino a dieci anni fa - commenta Vincenzo Bambina, l’enologo delle cantine Tornatore - quindi vendemmiare in alto è stata una scommessa che oggi ci sta dando ragione. Posso dire con tranquillità che nei nostri 60 ettari potrei riuscire a ricavare dalle stesse uve vini completamente diversi e questo è il valore aggiunto dell’Etna e la fortuna di chi, come Tornatore, ha scommesso qui in tempi non sospetti», conclude Vincenzo Bambina.

In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]

I vigneti eroici di Marisa Cuomo sulla Costiera Amalfitana.