Dall'esperienza dei mercati esteri alla presidenza di Trentino Export

La capacità femminile di Barbara Fedrizzi si è tradotta nel capire l'oggi per investire nel domani – Di Maurizio D. Bornancin

La rubrica «Scenari» continua con nuove conversazioni a donne protagoniste nelle proprie aziende, dove la storia e la tradizione si mescolano con l'innovazione, dove la capacità diventa nel tempo meritocrazia.
Non si vogliono mettere a confronto le differenze tra imprese a carattere femminile da quelle prettamente maschile, si ritiene invece di far emergere gli aspetti qualificanti e umani delle imprese con presenze femminili particolari, che possono rappresentare un nuovo modello di sviluppo anche locale. Un descrivere quelle esperienze di imprese trentine meno conosciute, oppure di quelle piccole imprese nate da invenzioni, da nuove tecnologie e ricerche provenienti dagli istituti privati e pubblici, che operano nel nostro territorio o che coprono settori diversi da quelli normalmente conosciuti, dove l'opinione generale non pone grandi attenzioni.
Alcuni percorsi di affermazione del valore delle donne, che riescono oggi ad applicare le naturali capacità dell'essere «imprenditrici» nella gestione del lavoro, o nei successi delle proprie aziende, possono comunque essere momento di conoscenza.
 
Oggi, dove vi è un’elevata forma d’incertezza in tutti i settori produttivi e dei servizi, rimane costante l'obiettivo di far crescere la produttività e il lavoro per migliorare la vita dell'azienda, questo è lo spirito imprenditoriale che si presenta nella realtà e che fa parte del patrimonio delle piccole imprese, dove la presenza delle donne è spesso determinante per lo sviluppo del sistema aziendale.
In questo periodo ogni imprenditore è chiamato ad affrontare le complessità dell'ambiente esterno in continua evoluzione e quindi sorge la domanda: come far fronte a questa complessità esterna?
Una produzione non può fare a meno dell'efficienza e dell'innovazione, dell’intraprendenza personale, dell'affrontare il dinamismo crescente dei mercati esteri.
Gli imprenditori quindi diventano ponte tra la complessità esterna e l'organizzazione interna, attraverso forme di esplorazione, di possibilità nuove, di produzioni e di vita.
Certamente le nuove sfide che si affacciano velocemente nella vita aziendale si possono vincere insieme, uomini e donne, in un percorso basato su strategie comuni di crescita e collaborazione.
 
Ecco perché è necessario continuare su questo cammino, guardando al futuro, occorre pertanto partire da qui, in conformità a questi nuovi paradigmi, per riorientare la realtà economica trentina e del nostro Paese.
Oggi, in concomitanza con la festa della donna, incontriamo un'imprenditrice che fa parte di una azienda del Trentino che opera da oltre 50 anni in un settore particolarmente tecnico, rappresentato dalla progettazione e realizzazione di apparecchiature per il trattamento delle acque. Una piccola impresa che ha ottenuto una buona affermazione a livello europeo e mondiale.
Si tratta della «METALife Srl» di Trento.

Impresa: associata a Confindustria Trento
Attività: progettazione e realizzazione di apparecchiature per il trattamento delle acque
Prodotti: filtri pulenti e autopulenti, addolcitori ad uso domestico e industriale, dosatori polifosfati in polvere per ogni tipo di soluzione impiantistica, debatterizzatori a raggi UV, dissalatori ad osmosi inversa, neutralizzatori di condensa.
Dipendenti: 19 di cui 9 donne
Mercato: Italia, Europa, Brasile, Russia, Cina, Taiwan e altri Paesi.

Un'impresa che si è sempre dedicata all'acqua, quel «pianeta blu» con il quale il pianeta terra viene indicato come aspetto unico, che se visto dallo spazio, indica quella percentuale del 70% della superficie della terra coperta di acqua segnata dal colore blu, da qui il colore blu e l'appellativo di Pianeta blu.
Studiare l'acqua, le sue caratteristiche organolettiche, colore, odore, torbidità, durezza, salinità, sapore, sono gli impegni giornalieri nel lavoro della METALife.
Da questi studi nascono le apparecchiature di microfiltrazione, di trattamento antibatterico, in una visione dell'importanza della qualità dell'acqua destinata al consumo umano.
 
Un'azienda oggi all'avanguardia nel settore, che ha basato il suo operare su un continuo lavoro di ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie.
E' l'unica azienda italiana ad aver ottenuto la certificazione DVGW per i propri filtri ed inoltre l'omologazione ACS. E' un'impresa certificata ISO - 9001 e le apparecchiature vengono prodotte ed assemblate secondo i Decreti ministeriali in vigore.
Quest'incontro esplora un settore particolare, che ha a che fare con il sistema ecologico ed ambientale, di una risorsa della natura com'è l'acqua, dove gli interessi oggi provengono da più parti: dai tecnici, dagli studiosi, dai ricercatori, dagli imprenditori, dal mondo dell'edilizia sostenibile e dagli inventori di nuove tecnologie.
 
L'imprenditrice è Barbara Fedrizzi, che ricopre l'incarico di Amministratore ed Export Manager di METALife S.r.l., che assieme al fratello Alberto (area tecnica) e al padre, Presidente del Consiglio di amministrazione della società, gestiscono questa impresa a conduzione familiare che ha raggiunto ottimi risultati, sia a livello europeo che internazionale.
Ecco alcune considerazioni scaturite dall'incontro con Barbara Fedrizzi
 
Barbara, parliamo del settore cui opera la vostra azienda di famiglia e della sua storia, del suo inserimento come donna nell'attività aziendale?
«La nostra è una piccola impresa del settore metalmeccanico, che occupa attualmente 19 dipendenti, di cui 9 donne. Ci occupiamo di progettazione e produzione di apparecchiature particolari per il trattamento delle acque, in ambito civile, domestico e industriale.
«Un settore legato all'edilizia e alla termosanitaria, che rappresenta modelli diversi, anche per ciò che attiene l'edificazione di nuovi edifici, che di ristrutturazioni o ammodernamenti di strutture esistenti.
«È un'impresa a conduzione familiare, i soci oltre a mio padre Ido che è stato l'inventore di questa iniziativa, ci siamo io e mio fratello Alberto.
«Ognuno ha i propri compiti, io mi occupo dell'Export e mio fratello dell’ufficio tecnico, mio padre degli aspetti generali, dando attualmente ampie deleghe a noi figli.
«Io, dopo gli studi di lingue estere, sono entrata in azienda nel 1987, mio fratello nel 1993.»
 
«Da subito accompagnavo mio padre nei viaggi all'estero, dove facevo da traduttrice negli incontri presso i nostri clienti, prima nei paesi europei a noi vicini, poi anche in altri Stati nel mondo. Da questa esperienza ho imparato molto, a capire altre culture, altri metodi, sia produttivi che commerciali e di mercato.
«Ricordo ancora quando mio padre mi spiegava, durante i viaggi, l'importanza dell'Export, fattore necessario per l'espansione e sviluppo aziendale.
Tutto questo mi ha fatto apprezzare il settore commerciale e dei mercati esteri, cui ora opero da anni.
«I nostri prodotti, i filtri e le altre apparecchiature, vengono certificate, testate, provate, selezionate, controllate nell'alta, media e bassa pressione dell'acqua.
«La nostra impostazione si è sempre basata sulla qualità, sulla garanzia dei prodotti, sul coinvolgimento dei clienti nella progettazione prima e nella produzione poi di ogni singolo strumento studiato e realizzato.»
 
«Una sorta di creazione di un vestito su misura secondo le esigenze del richiedente e sulla base dell'utilizzo del prodotto finito.
«Come donna, inserita nel contesto aziendale e in base alla mia esperienza maturata sul campo, posso dire che la capacità femminile è molto importante per ogni impresa, oggi è il tempo della parità di genere, però deve essere basata anche sulla meritocrazia.
«Io sono stata la prima donna della nostra famiglia ad entrare in azienda.
«In passato, le donne facevano molta fatica a dimostrare che come donne avevano qualcosa in più, nel sistema organizzativo e gestionale, quella marcia in più, che non veniva condivisa.
«Erano figure spesso a supporto ed affiancamento a qualche dirigente d'azienda, con l'obbligo di non superare certi spazi ben definiti.
«Ora le cose sono cambiate, in molte realtà, la figura femminile è diventata indispensabile, insostituibile, per certi aspetti importante per la crescita complessiva aziendale.»
 

 
Il settore cui opera la vostra azienda è prettamente tecnico, pertanto le figure professionali devono avere certe caratteristiche, come riuscite a reperire i vostri collaboratori e come vive la sua esperienza nei rapporti con i dipendenti?
«La METALife ha bisogno di figure con alta professionalità, sia per il settore cui opera, ma soprattutto per il sistema tecnico e produttivo che caratterizza l'azienda.
«Oggi è difficile trovare persone già qualificate, noi collaboriamo con gli Istituti professionali come l'ENAIP, o gli Istituti per Periti Industriali, dove attingiamo dagli elenchi dei giovani diplomati. Ma nelle nostre selezioni osserviamo molto le persone che hanno voglia di fare, che anche nel periodo di prova, pongono la massima attenzione all'attività, alla precisione del prodotto, nel rispetto della progettazione.
«Anche con l'agenzia del Lavoro abbiamo avuto contatti, ma vi sono spesso liste infinite di disoccupati e di giovani in cerca di una prima occupazione, che comporta agli imprenditori qualche difficoltà nel fare una scelta azzeccata.»
 
«Abbiamo dipendenti che sono con noi da oltre 20 anni, che sono diventati parte integrante della nostra azienda, cerchiamo sempre di aiutarli, di tutelarli, sono un bene prezioso per noi, anche perché l'azienda non è solo nostra, di noi imprenditori, ma è anche loro; ecco perché cerchiamo di far passare il concetto che l'azienda è come una famiglia è un lavorare insieme per il bene di tutti, l'azienda diventa così come casa loro.
«Certo, concediamo loro dei permessi, se richiesti, ma chiediamo anche del lavoro straordinario il sabato mattina ad esempio, per terminare lavorazioni di commesse, o per consegne, in questi casi sappiamo di poter contare sul nostro personale.
«Tutto questo nelle piccole imprese è ordinaria amministrazione è una costante nell'attività, più problematico nelle grandi imprese.»
 

 
La vostra è una azienda con una significativa quota di esportazione su questo cosa può dire, e sulla sua Presidenza di Trentino Export?
«Il mercato estero rappresenta per METALife il 50 % del proprio fatturato, tocchiamo molti paesi esteri come: il Brasile, la Cina, Taiwan, dove le trasformazioni e lo sviluppo dell'edilizia è in espansione.
«METALife è sempre stata socia del Consorzio Trentino Export, io sono Presidente dal 2013. Quest'organizzazione, che fa capo a Confindustria Trento dal 1975, è partner per lo sviluppo, è punto di riferimento per le aziende trentine nei mercati esteri.
«L'attività di questa struttura organizzativa si caratterizza per la ricerca di potenziali clienti all'estero, per la preparazione dei documenti necessari impostati nelle lingue dove la piccola impresa intende avviare un'attività commerciale e di esportazione, per l'analisi degli operatori esteri e per altri compiti. Eroga quindi alle imprese locali una serie di servizi necessari per affrontare i mercati fuori dai propri confini e da quelli italiani.
«Ora vi sono circa 130 imprese associate a Trentino Export nei settori: agroalimentare, articoli sportivi, chimica, informatica, elettronica, meccanica, del legno e della vitienologia.»
 
«Gli obiettivi di questa realtà si contraddistinguono per la promozione dell'internazionalizzazione delle aziende associate, una sorta di braccio operativo per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese trentine all'estero.
«Credo che esportare sia necessario, non solo per questo momento di crisi che ha colpito l'industria in genere e i vari Paesi europei, ma anche per far conoscere le capacità dell'imprenditoria italiana e trentina.
«Certo, per fare questo, bisogna conoscere bene i paesi esteri e poi avviare un sistema di esportazione, bisogna avere pazienza e tanta convinzione, solo così nasce la cultura e la propensione al trasferimento all'estero.
«L'esportazione è crescere, è qualificare meglio le proprie aziende, è aprirsi al futuro.
«Ecco perché partecipare come piccole imprese a progetti collettivi di fiere internazionali all'estero è, non solo un grande impegno, ma un metodo del lavorare insieme per meglio far conoscere il Trentino.»
 
A proposito di Trentino, come vede il futuro di questo territorio?
«Il Trentino è una bellezza unica, è visto come un'oasi felice, dove c'è un certo benessere, un luogo invidiato da molti; siamo tutti noi che dobbiamo però essere più consapevoli di quello che abbiamo.
«Bisogna uscire dalle nostre mura e promuovere i nostri settori, dal turismo, al commercio, dall'industria, all'agricoltura, dall'artigianato alla cooperazione, ai servizi.
«Dobbiamo tutti essere più compatti, più uniti, bisogna finire di guardare solo il piccolo orticello dell'autonomia, o si fa rete insieme o non si va da nessuna parte.
«Il rilancio del Trentino, richiesto da più parti, passa anche attraverso questo nuovo operare.»
 
A questo punto quale'è il suo augurio al Trentino?
«Auguro al Trentino di avviare un nuovo percorso del fare le cose non solo per riscontro proprio, ma per la crescita della comunità.
«Per riuscire in questo, credo sia necessario lavorare in un'ottica di crescita collettiva e non solo di pochi intimi, o di poche realtà aziendali, anche perché oggi è sempre più necessario lavorare insieme per un bene comune e per la crescita del Trentino.»
 
Barbara, grazie per questa opportunità e auguri per il futuro della vostra azienda.
 
Maurizio Daniele Bornancin