Oriente Occidente, «Premio Danza&Danza»
Il Premio come miglior coreografo conferito a Sharon Fridman
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Il premio assegnato dalla principale rivista dedicata al mondo della danza in Italia come «Coreografo dell’anno» è andato a Sharon Fridman per il suo Go Figure, co-produzione Oriente Occidente presentata in prima assoluta lo scorso settembre a Rovereto all’interno della programmazione del Festival.
Gennaio: tempo di premi per lo spettacolo dal vivo. Ogni mese di gennaio infatti il Premio Danza&Danza viene assegnato dal 1987, anno successivo alla fondazione dell’omonima rivista, la più prestigiosa testata specializzata del settore.
Sul primo numero del nuovo anno vengono annunciati i riconoscimenti attribuiti dai critici della testata giornalistica agli artisti, agli spettacoli e ai progetti che si sono distinti sui palcoscenici italiani nell’anno appena concluso.
La missione del Premio D&D è il riconoscimento dei meriti e delle qualità artistiche e ha come fine segnalare al pubblico, con onestà, le proposte più interessanti e meritevoli, tenere vigile l’attenzione verso le nuove generazioni, monitorare ciò che avviene nel panorama nazionale della danza in tutte le sue sfaccettature.
Come Coreografo dell’anno 2023 è stato scelto Sharon Fridman, coreografo di origini israeliane e da tempo attivo a Madrid, molto legato a Oriente Occidente.
Diverse sono infatti le sue opere sostenute e programmate dal Festival roveretano che anche nel 2023 ha co-prodotto e offerto il palco al debutto dell’ultimo lavoro, decisamente apprezzato dalla critica, come dimostra il riconoscimento ricevuto.
Go Figure, firmato da Sharon Fridman e interpretato da Shmuel Dvir Cohen e Tomer Navot, è un duetto tra un performer abile e uno con disabilità che si incontrano sul palco.
Shmuel conosce la sua diversità, si riconosce, prende confidenza con il suo corpo e la sua danza diventa un invito al dialogo rivolto verso Tomer, che risponde all’appello facendo in modo che tra i due nasca una relazione autentica che evidenzia le possibilità e le caratteristiche di ognuno cercando, sempre, la bellezza.
Proprio in questa ricerca dell’armonia si inserisce il Premio come Coreografo dell’anno per questo pezzo che, secondo la motivazione che lo accompagna, evidenzia una nuova linea di indagine di Fridman nella quale la diversità diviene bellezza.