Iran-Usa: l’«impossibile» accordo storico è stato raggiunto

Entro giugno sarà sottoscritto il protocollo, ma c’è intesa su tutti i punti

Nel mondo sono dovute insorgere nuove minacce per far sì che l’Iran e gli USA trovassero la strada dell’accordo, ma alla fine il buonsenso e la civiltà hanno avuto la meglio.
A Losanna gli emissari di Washington e Teheran hanno raggiunto un accordo destinato a chiudere decenni di rapporti al limite della guerra.
L’Iran si impegna a depotenziare gli impianti costruiti per arricchire l’uranio e gli Stati Uniti toglieranno le sanzioni.
Ci vorranno periodi piuttosto lunghi, dai 10, 15, 20 e 25 anni, a seconda dei traguardi che dovranno essere raggiunti per normalizzare definitivamente i rapporti tra i due stati, ma sia Obama che Rohani (presidente del’Iran) hanno ammesso che sono state trovare soluzioni sui parametri chiave.
Mentre in Iran sono scesi in piazza a centinaia per festeggiare la fine di un periodo buio (basti pensare ai medicinali che non potevano importare), in USA i Repubblicani hanno annunciato una dura opposizione all’accordo.
E se l’Europa (presente a Losanna con la nostra Mogherini) appoggerà in pieno l’accordo siglato, Israele ha dichiarato che si tratta dell’errore storico più madornale mai commesso dall’Occidente. Anche l’Arabia Saudita ha espresso le proprie preoccupazioni. Ma siamo certi tuttavia che la strada della pace potrà trovare intoppi ma non ostruzioni insormontabili.
 
La Repubblica Islamica dell’Iran nacque nel 1979, quando scacciò lo Scià Reza Phalevi sotto la spinta del Comitato rivoluzionario guidato dall’ayatollah Khomeini.
Quando lo scià si rifugiò in California con qualche tonnellata di lingotti d’oro (tuttora il suo «villaggio» è visibile vicino a Malibu), i rifugiati politici che si trovavano perlopiù in Francia tornarono in patria.
Nel primo periodo si susseguirono leader moderati, ma poi la rivoluzione ebbe in sopravvento e il potere venne gestito con mano ferrea dai religiosi islamici.
La prima azione di forza contro gli USA fu l’assalto all’ambasciata americana Teheran, quando gli studenti vi fecero irruzione e tennero ostaggi i prigionieri finché non vennero rilasciati dopo lunghe e assurde trattative.
I rapporti Iran-Usa rimasero sempre al limite della tolleranza. Gli Usa imposero le sanzioni e l’Iran proseguì la propria vita politica isolata dal mondo, alleandosi piuttosto con i nemici del Grande Satana.
Dal 1980 al 1988 l’Iran entrò in guerra con l’Iraq e riuscì a respingere il nemico Saddam grazie solo alla superiorità aerea di Teheran e alla fedeltà delle Forze Armate.
Alla morte di Khomeini, l'ayatollah Al Khamenei cercò di mantenere alti i caratteri originali della rivoluzione, ma avviando anche grandi riforme volte a rafforzare l’economia del paese.
Poi, ufficialmente spinti dalla volontà e/o dalla necessità, gli iraniani hanno cominciato a produrre uranio arricchito. Ufficialmente era finalizzato alla produzione di energia elettrica, ma i livelli e gli standard di produzione lasciavano vedere anche la volontà di costruire la bomba atomica.
Non sapremo mai si trattava solo una forma di deterrente, ma ha funzionato.
 
Poi, a far precipitare la situazione tra i due paesi, accaddero eventi importanti ai confini dell’IRAN, quali la caduta di Saddam e la rivoluzione siriana, che creavano problemi seri anche alla solida repubblica dell’Iran.
I primi passi con gli USA vennero fatti proprio per contrastare i pericoli della rivoluzione siriana sempre più fuori controllo, ma fu il dilagare del cosiddetto Califfato islamico di Siria e Iraq (ISIS) a spingere i due nemici a trovare un necessario accordo politico.
Iniziarono le trattative, con la reciproca volontà di trovare un accordo costruttivo. E, quando c’è davvero questa volontà, la soluzione la si trova sempre.
L’accordo raggiunto ieri a Losanna pone fine a una guerra fredda che era scoppiata più per motivi di principio che di ideologia.
Israele, il paese più esposto ad eventuali pericoli atomici, si è dichiarato decisamente contrario all’accordo. E anche l’Arabia Saudite si mostra scettica, sia pure per motivi ben diversi. Ma si tratta di due paesi comunque alleati agli USA e insieme potranno combattere compatti sia il pericolo ISIS che il pericolo Ezbollah.
 
La perfezione degli accordi avverrà entro giugno, ma già oggi il mondo è più sicuro, perché si tratta di paesi con tradizioni culturali e di civiltà che nulla hanno a che fare con i cialtroni del terrorismo islamico e dei quali anzi sono nemici giurati.

GdM