Adesso la parola alla religione islamica – Di Maurizio Panizza
Basta generiche condanne, ma collaborazione convinta e costante per vincere i fanatici guidati dai cattivi maestri
Pubblichiamo di seguito l’intervento del nostro stimato collaboratore Maurizio Panizza, cronista della storia. Noi sosteniamo da sempre lo stesso concetto: la religione islamica «sana» deve prendere sempre le distanze in maniera netta e assoluta dal terrorismo islamico. Ci rivolgiamo anche alle autorità religiose locali. Il 14 maggio Nadia Clementi aveva intervistato il dottor Aboulkheir Breigheche, imam del Trentino Alto Adige. Aveva condannato i terroristi islamici bollandoli come ignoranti (vedi). Attendiamo comunque una sua presa di posizione. |
Mettiamo il caso che da qualche parte nel mondo uno o più squilibrati iniziassero a lanciare bombe e a sparare su civili inermi in nome di una guerra santa compiuta per conto del Dio dei cristiani.
Sono matematicamente sicuro, in quel caso, che Papa Francesco, com'è giusto che sia, condannerebbe senza appello in mondo-visione qualsiasi azione violenta compiuta in nome di Cristo.
Orbene, vista l'escalation del terrorismo di matrice islamica, è possibile chiedere alle autorità religiose islamiche mondiali, italiane e trentine di fare altrettanto?
È troppo chiedere di dichiarare apertamente, senza balbettii e tentennamenti, che chi uccide non fa parte della comunione dell'Islam, non segue i dettami del Corano e, soprattutto, non andrà in paradiso per quanto compiuto?
Sì perché, se non sbaglio, chi mette in atto simili azioni terroristiche lo fa con la convinzione di seguire gli insegnamenti di Allah e con la sicurezza che uccidere gli «infedeli» è una cosa buona e giusta che verrà poi premiata generosamente nell'aldilà.
Se effettivamente le cose stanno in questi termini, se nessuno nasce terrorista ma lo diventa grazie ai cattivi maestri, vogliamo dire ad una sola voce, in tutti i luoghi e in tutti i momenti, che non è la morte di innocenti che vuole il Profeta?
E' ovvio che per essere credibili, questi argomenti li possono sostenere solo i ministri del culto islamico e non certo i giornalisti o i politici, Per tale motivo domando ai leader religiosi in particolare - ma anche a tutti i nostri concittadini di fede islamica - uno sforzo convinto di interpretazione e di propaganda «positiva», molto più incisivo di quanto fatto sinora.
E se c'è la loro disponibilità - come spero ci sia - chiedo agli organi di stampa, alle radio e alle tv di mettere a disposizione tutto lo spazio necessario per ospitare non tanto dibattiti già visti e sentiti - oppure immagini di nuove fiaccolate - quanto piuttosto appelli ad alta voce, convinti e convincenti, per tutti i fratelli islamici al fine di vincere l'unica battaglia che da sola può sbaragliare il terrorismo: la battaglia religiosa e culturale che sostiene il bene universale della pace e il rispetto supremo dell'uomo in ogni parte del mondo in cui esso si trovi.
Maurizio Panizza