I mercati finanziari sono crollati per un sondaggio elettorale?

Se è il ritorno di Berlusconi che fa paura, è perché i sondaggi danno il Cavaliere in forte ascesa

Quando ci sono crolli nei mercati finanziari come quello registrato oggi in Europa (Milano -4,5 – Londra-1,58% – Francoforte -2,49% – Parigi -3% – Madrid -3,77%), ci sono più possibili ragioni. Una è che i big della finanza sanno che sta per succedere qualcosa, un’altra è riconducibile alla sommatoria di fatti negativi, un’altra può essere causata da azioni di aggiotaggio, e così via.
Nel caso di oggi, secondo noi, le cause sono molteplici come sempre, ma in buona sostanza possono essere lette così: «Berlusconi rischia effettivamente di tornare al potere in Italia».
In altre parole, potrebbe essere stato un indice di popolarità ad aver creato lo scompiglio in borsa.
 
Non si tratta di fantapolitica o fantaeconomia, dato che il Wall Street Journal ha denunciato al mondo il pericolo di un ritorno del Cavaliere.
Il quotidiano finanziario di New York peraltro parla anche di altre ragioni correlate, quali il Monte dei Paschi di Siena e lo scandalo tangenti in Spagna.
Ma dato che le borse hanno penalizzato lo spread facendolo a risalire a quota 285, qualcuno ha avanzato anche la fantasiosa ipotesi che sia stata una reazione pilotata dallo stesso Monti.
La fantasia spazia sempre ovunque quando non ci sono riferimenti.
 
Noi, come sempre, crediamo che le ipotesi più probabili siano quelle più semplici. In questo caso, appunto, i sondaggi che fanno risalire Berlusconi ogni volta che prende la parola.
E qui è bene forse spendere qualche parola, perché di per sé le idee di Berlusconi non sono mai campate in aria. Tutto ciò che ha annunciato è fattibile ed è soprattutto allettante.
Ma come ogni idea prorompente porta con sé una constatazione e una considerazione .
La considerazione è che Berlusconi si è trovato a governare sempre la vigilia di grosse crisi internazionali. La prima volta è stata quella dell’11 settembre, che ha sconvolto gli equilibri del mondo. La seconda è stata la crisi dei mutui.
Lui non c’entrava per nulla, il mantenimento delle sue promesse è stato sempre inibito da cause decisamente di forza maggiore. I suoi detrattori possono dire quello che vogliono, ma se non si guarda lo scenario complessivo in cui si trovava a operare fa solo propaganda elettorale di comodo.
 
La considerazione va nella direzione opposta. Le ultime promesse fatte agli italiani sarebbero fattibili, se non ci fossero due ostacoli difficili da sormontare.
Il primo è puramente contabile, ma pesantemente reale e pragmatico. Monti ha calcato la mano sulle tasse indirette (Iva e simili) per tre motivi. Anzitutto sono di certa esazione grazie ai sostituti d’imposta. Ma poi vengono incassate oggi e non tra un anno, quando si faranno le denunce dei redditi.
Con una grave limitazione anche per Monti, perché in questa maniera ha solo anticipato l’incasso di quattrini: quello che incamera oggi con le imposte indirette non lo incassa domani con la denuncia dei redditi, perché lui stesso li ha ridotti.
 
Il secondo ostacolo, che per stessa constatazione di Berlusconi è praticamente insormontabile, è la difficoltà oggettiva a realizzare i programmi che si è dato con le promesse.
Uno Stato Parlamentare come il nostro non concederà mai al Capo dell’esecutivo la realizzazione quasi spregiudicata dei suoi programmi.
Facciamo un esempio? Berlusconi decide di dimezzare le accise della benzina. Ipotesi fantasiosa? Non meno della restituzione dell’IMU e altrettanto dirompente per il rilancio dell’economia. Ma quale sostegno avrebbe dai suoi parlamentari?
Anzi, diciamo di più: quanti lo lascerebbero lavorare ventre a terra per realizzare il progetto? Francamente quasi nessuno.
 
Risultato, la possibilità ventilata di invertire la tendenza sta elettrizzando i cittadini e spaventando i mercati.
Insomma, per la prima volta siamo qui ad assistere all’assurdo di un sondaggio che mette in crisi la sicurezza economica del mondo solo perché l’establishment occidentale ha paura che si turbi lo status quo.
Noi non sappiamo di certo se Berlusconi sarebbe in grado di nuotare contro corrente in un fiume in piena, ma cionondimeno non possiamo non prendere atto che l’uomo ha idee e che sa come trasferirle al suo elettorato.
 
G. de Mozzi