Elezioni europee/ 2 – Nei Paesi fondatori crescono le destre
Macron, dopo il tracollo segnato dal successo di le Pen, non si dimette ma indice elezioni anticipate. Scholz è in minoranza, ma non intende dimettersi
In tutta Europa - ad eccezione di Portogallo, Paesi Bassi e Svezia – le destre sono avanzate notevolmente.
Questo non significa che la Commissione Europea diventi espressione di destra, perché tutto dipenderà dal rapporto dialettico che si svilupperà tra i partiti una volta assegnati i seggi.
Ma i risultati hanno portato scossoni a due dei tre Paesi fondatori dell’Europa, la Francia e la Germania.
In Francia il partito della Le Pen ha superato il centrosinistra e surclassato Macron.
Macron, non appena conosciuti i risultati, ha preso la decisione di sciogliere il Parlamento e di indire le elezioni per fine giugno.
Che sia possibile indire nuove elezioni con sole tre settimane di preparazione ci sembra singolare, ma se lo ha deciso evidentemente può farlo.
Ma la decisione è molto sottile, perché sfrutta una situazione emotiva ben conosciuta: la conoscenza dei risultati elettorali cambierebbe la posizione degli elettori.
La decisione, tuttavia, non è stata bene accolta né dalle destre né dalle sinistre, che hanno subito organizzato dimostrazioni di piazza, entrambe contro Macron. Di certo invece Macron non ha nessuna intenzione di lasciare la presidenza.
In Germania l’estrema destra ha fatto grossi passi avanti, ai danni - pare - dei verdi.
In tutti i casi, Scholz, dati alla mano, sarebbe in netta minoranza. Ma ha annunciato che non intende dimettersi perché il voto è europeo e non nazionale.
Ovviamente, può farlo, anche se non governerà più con tanta sicurezza.
La cosa che ci lascia tranquilli è che l’estrema destra - sempre dati alla mano - non potrà governare.
L’impressione è che gli elettori europei abbiamo voluto punire chi ha gestito con una certa leggerezza la possibilità di entrare in guerra contro la Russia.