Bebe Vio Grandis, lo sport che abbatte barriere e pregiudizi

«Non sempre si può vincere, ma le sfide rendono tutto più entusiasmante»

Foto Michele Lotti.
 
Al Festival dello Sport di Trento, l'incontro «Grand Paris Je T’Aime» ha visto la partecipazione di alcuni protagonisti delle Paralimpiadi di Parigi 2024, tra cui Bebe Vio Grandis, bronzo nel fioretto a squadre e nella scherma individuale, insieme agli atleti di Art4Sport: Vittoria Bianco, Giuliana Chiara Filippi, Alessandro Sbuelz ed Elisa Spediacci. I presenti hanno condiviso racconti di esperienze, emozioni e aspirazioni, toccando profondamente il pubblico.
L'evento ha creato un'occasione unica per ascoltare testimonianze di resilienza e passione, dimostrando come lo sport possa abbattere barriere e pregiudizi.
Bebe Vio ha sottolineato che «non sempre si può vincere, ma le sfide rendono tutto più entusiasmante».
 
Per Bebe, quella di Parigi è stata la sua terza Paralimpiade, vissuta con maggiore consapevolezza.
«Tutti si aspettavano molto, ma nello sport non ci sono certezze» h– a detto.
Il bronzo nel fioretto a squadre è stato il risultato di un grande lavoro di squadra, reso speciale dalla presenza degli amici arrivati con il progetto «Fly2Paris», un progetto di comunicazione lanciato nel 2019 con Fly2Tokyo che mira a ispirare le giovani generazioni attraverso lo sport.
Portare la fiaccola come portabandiera è stato un momento indimenticabile, durante il quale Bebe ha ceduto all'emozione:
«Non piango mai, ma lo sport mi tocca nel profondo», – ha ammesso.
Ha sottolineato l'importanza di rialzarsi e ha ringraziato gli amici di Art4Sport, definiti una vera famiglia, per il loro costante supporto.
Durante l’incontro, Bebe ha parlato della sua amicizia con Jovanotti, definendolo una figura di grande ispirazione e sostegno.
Ha raccontato come il cantante, presente a Parigi, l’abbia incoraggiata nei momenti cruciali della sua carriera, confermando un legame che va oltre la musica.
 

 
Anche Vittoria Bianco ha condiviso la sua gioia per il bronzo nel nuoto, nei 400 stile libero, un risultato inaspettato.
«Avevo quasi smesso di crederci, – ha rivelato. – Ma in finale ho dato tutto.»
Ha raccontato come sia stato il suo team a rendersi conto della vittoria prima di lei, un momento che ha rafforzato il valore del sostegno reciproco e della perseveranza.
 
Giuliana Chiara Filippi, la più giovane del gruppo, ha debuttato nel salto in lungo con emozione e difficoltà a gestire l'ansia.
«Art4Sport mi ha insegnato ad accettare me stessa, – ha detto. – Con questo gruppo ho trovato un ambiente che le ha dato fiducia, aiutandomi a superare l'idea di "disabilità" e a scoprire nuove possibilità.»
Elisa Spediacci ha parlato del percorso del sitting volley, sport che ha portato l'Italia a Parigi.
«Nel 2013 in Italia c'erano solo due persone che praticavano sitting volley, ed oggi abbiamo partecipato alle Paralimpiadi contro squadre molto affermate» – ha spiegato, evidenziando il progresso compiuto fino alla qualificazione olimpica e alla vittoria agli Europei.
 
Durante l’evento, ha anche annunciato la sua maternità, emozionando il pubblico.
Alessandro Sbuelz ha partecipato alle Paralimpiadi di Parigi non in veste di sportivo, ma di «supporter e giornalista», raccontando le prestazioni degli atleti italiani attraverso puntuali resoconti sui social.
«La Nazionale di Basket non si è qualificata per Parigi, ma essere lì è stato comunque speciale», – ha condiviso, dichiarando la sua determinazione a gareggiare alle prossime Paralimpiadi di Los Angeles 2028.