Sessualità: educare alle relazioni – Di G. Maiolo, psicoanalista

Per aiutare veramente gli adolescenti a vivere la sessualità, dobbiamo fare educazione alle relazioni, allo sviluppo e alla gestione dei sentimenti

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Ci sono notizie di cronaca che fanno indignare, come quella di una ragazzina di 15 anni vittima di Reveng porn (la vendetta pornografica), ricattata in rete da un ragazzo maggiorenne, conosciuto sui social con cui ha scambiato foto intime.
Fatti accaduti qualche anno fa in provincia di Trento e ora giunti in Tribunale dove il giovane dovrà rispondere di adescamento di minore.
Il problema grave è la facilità con cui i minori si approcciano oggi online, le modalità d’uso dei dispositivi e la scarsa percezione del rischio.
 
Eppure, del pericolo di mandare dati e foto personali ne hanno sentito parlare dagli adulti, dagli educatori e dalla Polizia postale che peraltro rileva un consistente aumento di casi di Revenge porn e sextortion anche tra i minorenni (fonte https://www.ilsole24ore.com/ del 21.12.2023).
Il già citato Report di Save the Children diffuso a San Valentino, ha sorpreso tutti rivelando che il 73% dei giovani si incontra con sconosciuti e scambia, senza troppe preoccupazioni, materiale hard.
 
Qualcuno dice che dovremmo fare più educazione sessuale ma forse quello che serve è un’attenta educazione digitale e una maggiore competenza degli adulti ad affrontare il tema del sesso coniugato con le nuove tecnologie.
Del resto, quando incontro a scuola genitori e insegnanti e chiedo loro se sanno cos’è il sexting, ne trovo pochissimi in grado di rispondere.
Meno ancora del «Revenge porn».
 
Così la sessualità che spesso inizia precocemente con il «sexting» e poi facilmente rischia di trasformarsi in vendetta pornografica, fa immaginare agli adolescenti che sia un gioco divertente quando è un comportamento offensivo e micidiale.
Nel terzo millennio il sesso, non più tabù, sembra essere esperienza carica di ansia da prestazione e non per mancanza di educazione sessuale.
I maschi più impreparati e insicuri rispetto alle femmine, all’apparenza spavaldi a forza di vedere prestazioni sessuali multiple, collezionano profondi sentimenti di inadeguatezza.
 
I nuovi adolescenti figli della solitudine, isolati nei loro pensieri e spesso afflitti da un carico inquietante di domande cui nessuno risponde, rivelano a pochissimi le incertezze e le loro preoccupazioni, perché agli adulti interessa non vederli cadere e non saperli fragili.
La sessualità in quanto prestazione fisica, finisce per essere dimostrazione di potenza e assai poco relazione affettiva verso la quale invece i giovani nutrono preoccupazioni in quanto terreno scivoloso dove prevalere l’ansia per la gestione degli affetti.
 
Sull’immaginario collettivo di ragazzi e ragazze, del resto oggi pesano non poco i conflitti relazionali e i rapporti superficiali degli adulti con quel loro campionario di fallimenti affettivi.
Sovente è per il timore delle delusioni sentimentali che non ci si lascia andare ad una relazione.
Meglio allora il sesso mordi e fuggi e la sessualità virtuale.
Smettiamola dunque di pensare all’educazione sessuale come forma di prevenzione per combattere la violenza sessuale.
Per aiutarli veramente a costruire e vivere la sessualità, dobbiamo fare educazione alle relazioni, allo sviluppo e alla gestione dei sentimentali e, come adulti di riferimento, essere d’esempio nella comunicazione efficace e rispettosa.

Giuseppe Maiolo - psicoanalista
Università di Trento - Docente di psicologia delle età della vita
www.iovivobene.it