Se ne è parlato alla «Tenda aperta dell’economia trentina»
Ne parlano Carlo Dellasega, Claudio Grassi e Sergio Anzelini Acceleratori del sistema: credito e finanza d'impresa
Le Casse rurali trentine hanno già superato la quota di garanzia
imposta dall'accordo «Basilea Tre», che prevede per gli istituti
bancari europei almeno il 12% di quota di garanzia patrimoniale
entro il 2019.
Il credito cooperativo si attesta oggi già al 14% di patrimonio di
garanzia.
Di finanza locale si è parlato nella «Tenda aperta» in piazza Duomo
nell'incontro dedicato al macro tema degli acceleratori di sistema
nell'ambito delle politiche economiche territoriali.
Protagonisti gli enti di garanzia, il sistema cooperativo e la
pubblica amministrazione.
Cosa implica oggi parlare di credito d'impresa, dopo gli effetti di
una crisi finanziaria, e alla luce del nuovo accordo Basilea
tre, che implicherà anche nuove regole per il credito
locale?
La risposta a questo interrogativo, posto da Roberto Dal Bosco, del
Dipartimento industria, artigianato e miniere della Provincia
autonoma di Trento, l'ha data per primo Carlo Dellasega, direttore
generale della Federazione Trentina della cooperazione.
«La crisi globale ha coinvolto anche una piccola provincia come il
Trentino, anche se in Italia l'impatto negativo è stato meno forte
che negli altri Paesi, - ha detto Dellasega. - Ancora di meno ha
coinvolto gli istituti di credito cooperativo, che sono riusciti a
tutelare meglio di altri istituti i loro risparmiatori. In futuro
sulla base di Basilea tre le banche saranno obbligate ad
avere patrimoni solidi, con circa un 12% di garanzia, entro il
2019. Oggi gli istituti italiani sono largamente sotto il 10% e
devono chiedere ai soci contributi per rinforzare il patrimonio. Le
piccole modeste Casse rurali trentine sono invece già
sopra al 14%. Nessuno ci avrebbe scommesso solo cinque anni
fa.»
I Confidi sono nati 40 anni fa con la finalità di consentire ai
loro soci un credito migliore di quello delle banche. In Trentino
ci sono tre enti di garanzia operativi, che sono istituti
finanziari vigilati dalla Banca d'Italia.
Per Claudio Grassi, direttore Cooperfidi, l'agricoltura è un
esempio della validità della formula cooperativa, perché le perdite
sono state contenute.
La maggior parte infatti delle imprese agricole trentine conferisce
prevalentemente alla cooperazione.
Sergio Anzelini, direttore Confidimpresa, a cui fanno capo il
terziario e l'industria, ha concluso la conversazione affermando
che i Confidimpresa oggi non sono più un 'bancomat' ,come invece
sono stati considerati per molti anni, perché sponsorizzati
dall'ente pubblico.
«Oggi ci sono strutture sane e pronte alle richieste del tessuto
imprenditoriale trentino. - Ha ricordato Anzelini. - Abbiamo dato
sostegno durante la crisi e non siamo più soggetti passivi. Abbiamo
fatto manovre gigantesche per aprire una strada che ha permesso
alle imprese di superare i primi due anni e mezzo della crisi. Per
il futuro anche noi dobbiamo patrimonializzare, e non siamo al
tasso delle Casse rurali. E intuiamo dei nodi critici che stiamo
cercando di superare, ottimizzando le risorse.»