Cartoline di Bruno Lucchi: Io rimango a casa/ 2
Una madre che accoglie con cura, in un tenero abbraccio, la vita nella sua fragilità
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«Mater Spem» è un'opera che avevo iniziato qualche mese fa, quando ancora non avevamo avuto alcun segnale di questa forza invisibile, che avrebbe mutato il nostro orizzonte quotidiano.
E così in questo tempo sospeso che ha cambiato la nostra vita, affidiamo e condividiamo i nostri pensieri, messaggi, post, foto, video, slogan, sentenze, accuse, speranze, ringraziamenti, all'infinito mondo del social network.
Molti gli artisti che hanno dato voce e parole, con perfomance live, a supporto dell'hasthag: #iorestoacasa.
Esposti ad un flusso di informazioni inarrestabili, appannati da troppe parole gridate e imprecise, la nostra difficoltà sta nel saper distillare la scelta.
C'è un messaggio sopra le righe che mi piace segnalare, in cui dimora una strana forma di saggezza.
Che resta impigliato nella mente e non vuole sapere di scostarsi.
Esprime un invito a «costruire». Di questi tempi somiglia più a una preghiera laica.
È un testo ai confini tra poesia e musica.
Lo ha scritto un artista straordinario: Ezio Bosso.
Musicista, compositore, direttore d'orchestra e tanto altro ancora.
Le parole di Ezio appaiono perfette: levigate, armoniose, leggere, serene, perfino positive.
Lontano dall'ovvietà, liberano dai luoghi comuni. Hanno toni caldi, accesi.
Non sono aggressive o provocatorie. No, anzi, aprono al sorriso.
Parole rassicuranti che riempiono il vuoto che stiamo vivendo.
È scrittura che evoca l'armonia delle sue composizioni musicali.
Un testo di vera poesia. Un capolavoro.
E merita, appunto, di essere letto.
Io li conosco i domani che non arrivano mai
Conosco la stanza stretta
E la luce che manca da cercare dentro
Io li conosco i giorni che passano uguali
Fatti di sonno e dolore e sonno
Per dimenticare il dolore
Conosco la paura di quei domani lontani
Che sembra il binocolo non basti
Ma questi giorni sono quelli per ricordare
Le cose belle fatte
Le fortune vissute
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci
Questi sono i giorni per ricordare
Per correggere e giocare
Si, giocare a immaginare domani
Perché il domani quello col sole vero arriva
E dovremo immaginarlo migliore
Per costruirlo
Perché domani non dovremo ricostruire
Ma costruire e costruendo sognare
Perché rinascere vuole dire costruire
Insieme uno per uno
Adesso però state a casa pensando a domani
E costruire è bellissimo
Il gioco più bello
Cominciamo...
Parole che sento mie. Che mi entrano dentro.
C'è nel testo-poesia una parola interessante: Costruire, non ricostruire.
Ricostruire non ha nulla di creativo, meglio cominciare da zero.
Generare. Come una nascita. Una nuova vita non porta con sé bagagli vissuti.
Il presente lo deve «costruire» giorno per giorno e farlo diventare futuro.
Frammenti di versi che si snodano nella mia mente come un mantra, mentre «costruisco» le mie sculture, mentre plasmo la silhouette del piccolo bimbo, con il suo futuro carico di incertezze.
«Costruire è bellissimo.»
È aprirsi a ogni possibilità: «Il gioco più bello.»
«Costruire» è un verbo felice, essenziale, decisivo.
«Costruire» vuol dire: Pensare. Interrogare. Mettere in atto.
Smuovere le cose. Sradicare i preconcetti.
«Costruire» impreziosisce la vita, perché generativo.
«Costruire» il mondo oggi coinvolge tutti.
«...rinascere vuol dire costruire, insieme uno per uno.»
«Costruire» è andare oltre. È segno di desiderio, forse di utopia.
Creare mi spinge a indagare la forma con atteggiamento da «costruttore».
Atto silenzioso e solitario, gravido di possibilità: come una vita appena venuta alla luce.
«Perché il domani quello col sole vero arriva
e dovremo immaginarlo migliore
per costruirlo».
«Cominciamo.»
Questa è una grande opportunità per cambiare,
crescere, migliorare, possibilmente rallentare.
«Perché domani non dovremo ricostruire
ma costruire e costruendo sognare.»
Sono grato al mio mestiere – unica certezza – che, in un mondo di incertezze, mi permette di fare in sordina quello che amo fare di più: «Costruire» Bellezza.
«Adesso però state a casa pensando al domani.»
Bruno Lucchi
Ezio Bosso.
Bruno Lucchi Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento [email protected] +39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737 www.brunolucchi.it https://www.facebook.com/Bruno-Lucchi-1758717671122775/ https://www.instagram.com/lucchibruno/ |