La riforma provinciale degli incentivi alle imprese

3ª conversazione con i tecnici della Provincia alla «Tenda aperta» in Piazza Duomo

Il sostegno alle imprese trentine è stato stabilito da una riforma legislativa provinciale che nel 2011 ha messo in primo piano contributi per l’imprenditoria giovanile e femminile improntate all’innovazione, ricerca e internazionalizzazione.
Obiettivo: rilanciare il tessuto produttivo e occupazione conquistando i mercati emergenti. A parlarne, stamattina, all’ombra della «Tenda» sono intervenuti,: Confindustria di Trento, Associazione artigiani e tecnici dell’Agenzia provinciale incentivi attività economica (Apiae).
 
«La riforma provinciale sugli incentivi alle imprese riguarda essenzialmente la definizione di nuovi criteri di assegnazione di contributi pubblici alle imprese locali, finalizzati al rilancio dell’innovazione del tessuto produttivo. Questo intento garantisce una maggiore selettività nel concedere i contributi pubblici», così ha esordito stamani Michele Michelini, dirigente del settore ricerca e sviluppo dell’Agenzia provinciale per gli incentivi alle imprese (Apiae), avviando la terza conversazione nella location dell’economia provinciale in Piazza Duomo.
 
«La riforma stimola le aziende a fare più ricerca rispetto al passato, in media un 30% in più rispetto ai 5 anni precedenti. E la risposta delle imprese è stata positiva, con un picco di richieste di contributi (4.000) a fine 2011. Alle aziende viene chiesto di avere progetti innovativi, di investire, insomma di garantire una ricaduta di sviluppo economico sul territorio anche in termini di occupazione. In generale il contributo pubblico si attesta  in media tra il 70 e il 50% delle spese di ricerca e sviluppo. I tempi di valutazione – ha infine assicurato Michelini – del profilo di merito e di credito dell’impresa si aggirano sui 4 o 5 mesi, ma grazie all’uso di procedure online stiamo velocizzando i tempi. Per i progetti che superano il milione e 500mila euro di investimento o per quelli presentati dai Centri di ricerca si aggiunge una valutazione della Giunta provinciale. Per i giovani imprenditori e le società costituite da donne il contributo pubblico copre il 50% dei costi di avvio della nuova impresa, con non più di 24 mesi di attività. E nel caso in cui l’azienda assuma ricercatori c’è un ulteriore contributo del 50%.»
 
«Non resta fuori dal quadro del sostegno pubblico chi ha i requisiti richiesti: il primo di questi è l’investimento che è disposta a fare l’ azienda, ovvero investimenti significativi e di qualità - ha specificato Paolo Spagni, dirigente del dipartimento industria e commercio della Provincia autonoma di Trento - ovvero quelli con massa critica in grado di restituire competitività all’azienda.»
 
Pierangelo Baldo di Confindustria Trento ha aggiunto.
«Ben venga la riforma, stiamo aspettando i regolamenti attuativi finali, perché la domanda interna trentina è ferma, quella italiana è in caduta, l’unica è il mercato internazionale, e pertanto la ricerca è vitale per portare le nostre imprese su quest’ultimo. La giunta ha colto strumenti importanti, come le linee guida sui brevetti sul mercato internazionale.»
 
Il punto di vista dell’Associazione artigiani è stato riportato da Giancarlo Berardi che ha affermato che oggi «anche tra le PMI si intravede interesse alla ricerca, anche se di fatto – ha evidenziato - la ricerca gli artigiani la fanno tutti i giorni sul campo. Le imprese artigiane che hanno progetti innovativi  vanno stimolate ad usufruire  dei contributi pubblici».