Cassa Centrale Banca incontra le Bcc marchigiane
Fracalossi: «Più di cento Bcc hanno formalmente sottoscritto la preadesione»
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È un momento nevralgico per il processo di riforma del Credito Cooperativo Italiano. In questa fase tutte le BCC sono chiamate a riorganizzarsi e a scegliere di far parte di un gruppo.
L’altro giorno ad Ancona il Presidente di Cassa Centrale Banca Giorgio Fracalossi ha approfondito con 11 Bcc marchigiane le azioni che si intendono intraprendere per la costituzione del futuro Gruppo Bancario Cooperativo «Cassa Centrale Banca - Credito Cooperativo Italiano».
«Sia ben chiaro – ha sottolineato Fracalossi – confermo che ad oggi sono ufficialmente più di 100 le BCC che hanno formalmente sottoscritto la preadesione al gruppo bancario promosso da CCB. Banca d’Italia conosce questo elenco dal 30 gennaio u.s. In questa fase stiamo attendendo ancora l’adesione di una quindicina di BCC che si sono per ora espresse a favore del nostro gruppo.»
Uno degli obiettivi, forse il più rilevante, che il legislatore ha voluto realizzare con la riforma è proprio quello di promuovere un rafforzamento del settore del credito cooperativo.
La sfida principale da raccogliere è di non snaturare il ruolo delle singole BCC.
ll progetto elaborato pone al centro le banche di credito cooperativo che devono continuare a svolgere il proprio insostituibile ruolo di banche di comunità pur collocate all’interno di un solido Gruppo che ne promuova la redditività, l’efficienza e la crescita sul territorio e consenta di affrontare un mercato in evoluzione sempre più competitivo.
L’incontro è stato anche occasione per condividere con le BCC presenti i principali aspetti di attuazione della riforma.
«Le scelte e le decisioni definitive – ha affermato il Presidente Fracalossi – vanno compiute consapevolmente.
«Abbiamo a cuore il futuro del credito cooperativo; per questo informiamo in assoluta trasparenza le banche su ogni passaggio.»
La costruzione del nuovo Gruppo Bancario Cooperativo deve puntare al coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti. Solo in questo modo si potranno fare emergere e diffondere le migliori pratiche, realizzando un Gruppo competitivo, solido e in grado di affrontare le sfide di un mercato particolarmente competitivo.
Entro fine marzo sono attese le deliberazioni di adesione da parte dei CdA delle BCC, da confermare nelle assemblee di bilancio del prossimo maggio. In autunno l’aumento di capitale.
Dall’incontro le Bcc marchigiane hanno potuto desumere che il costituendo Gruppo guidato da CCB partirà con dati di assoluto rilievo, una capogruppo forte del consenso di una parte molto importante del credito cooperativo italiano.
Tenendo conto solo delle più di 100 manifestazioni di interesse pervenute a Cassa Centrale Banca il nuovo gruppo si articolerà in più di 1200 filiali, con 7.600 dipendenti capaci di garantire sviluppo del territorio e sostegno a famiglie e piccole, medie imprese.
Una capogruppo ampiamente patrimonializzata con oltre 700 milioni di free capital.
«Efficienza, qualità dei servizi e dei prodotti – ha concluso Giorgio Fracalossi – saranno i tratti distintivi del nostro gruppo. Il perimetro è in divenire; sono almeno ancora 15 le Bcc che stanno valutando con attenzione il nostro progetto industriale.»
«Quello di oggi – per Marco Bindelli, vice presidente della Bcc di Civitanova Marche e Montecosaro, – è stato un momento di confronto importante che ha consentito a tutte le Bcc marchigiane che hanno partecipato di ascoltare la proposta di Cassa Centrale Banca e quindi di poter decidere se aderire o meno in modo consapevole.»
Da anni Cassa Centrale Banca opera come partner preferenziale delle BCC in una logica di sussidiarietà e nel rispetto della loro autonomia.
Per salvaguardare la centralità della BCC, il Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca si baserà su un modello organizzativo innovativo capace di coniugare il corretto equilibrio fra le logiche di Gruppo e l’autonomia responsabile delle BCC. Il cosiddetto modello risk based.
«Vogliamo promuovere una pianificazione strategica premiante per le BCC maggiormente virtuose, garantendo nel contempo linee di indirizzo più stringenti per quelle meno performanti.»