Che fine hanno fatto al termine della Grande Guerra?
Caddero le dinastie degli Imperi Centrali – 3. Guglielmo II di Prussia e di Germania
>
Guglielmo II di Prussia e Germania (Friedrich Wilhelm Viktor Albrecht von Hohenzollern), era nato a Berlino nel 1859.
È stato il terzo e ultimo imperatore tedesco (Deutscher Kaiser) e il nono e ultimo re di Prussia (König von Preußen).
Noto sostanzialmente con l'appellativo di Kaiser, rimase sul trono con entrambi i titoli dal 1888 al 1918, trent’anni.
Il suo regno fu contraddistinto dal riarmo, soprattutto navale, e da una politica estera che portò la Germania ad allontanarsi sempre di più oltre che dalla Francia anche dalla Gran Bretagna e dalla Russia.
Guglielmo II abbandonò il sistema bismarckiano e attuò una politica estera contraddittoria accompagnata da iniziative personali che lo misero in contrasto soprattutto con il Cancelliere Bernhard von Bülow.
Conservatore e convinto sostenitore del militarismo e della tradizione monarchica prussiana, si considerava sovrano assoluto per diritto divino.
Guglielmo nacque nel palazzo reale di Berlino il 27 gennaio 1859 dal principe Federico di Prussia (futuro imperatore Federico III) e da sua moglie, Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha, principessa reale del Regno Unito.
La madre di Guglielmo, Vittoria, era la zia di Alice d'Assia (futura moglie di Nicola II di Russia), e sorella del futuro re Edoardo VII del Regno Unito nonché figlia della regina Vittoria del Regno Unito che quindi era la nonna materna di Guglielmo.
Al momento della sua nascita, il suo prozio Federico Guglielmo IV era re di Prussia, e suo nonno Guglielmo ne era il reggente.
Dal 1861, Guglielmo si ritrovò secondo in linea di successione al trono di Prussia dopo l'ascesa di suo nonno al trono, e nel 1871 alla creazione dell'Impero tedesco divenne anche erede del trono imperiale.
Il Kaiser quando salì al trono.
Quando Guglielmo venne alla luce, il parto traumatico di sua madre lo danneggiò fisicamente, portandolo ad avere il braccio sinistro atrofizzato a causa di una paralisi. Nonostante molti esercizi e cure dolorose, l'arto non guarì mai.
Ancora minorenne, come futuro imperatore di Germania, Guglielmo ottenne onorificenze russe, austriache e italiane (nel 1873 fu insignito dell'Ordine dell'Annunziata) e appena maggiorenne, nel 1877, ottenne l'Ordine della Giarrettiera britannico.
Il giovane Guglielmo imparò il francese e l'inglese ed ebbe anche un'infarinatura di italiano e russo.
Frequentò, insieme con il fratello Enrico, il Friedrichsgymnasium a Kassel e dal 1877 frequentò per quattro sessioni l'Università di Bonn.
Nel 1878 andò a Parigi (città nella quale non tornò più) e visitò più volte la Gran Bretagna (nel 1877 e nel 1878).
Nel febbraio 1880, Guglielmo si fidanzò con Augusta Vittoria di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg, familiarmente chiamata Dona.
I due si sposarono un anno dopo, il 27 febbraio 1881. La consorte si rivelò poi un'ancora di stabilità nell'irrequieta vita dell'Imperatore.
Nel 1884 Guglielmo fu inviato in visita in Russia, in rappresentanza del nonno imperatore Guglielmo I, ai festeggiamenti per il compimento della maggiore età del principe ereditario Nicola, con il quale strinse una duratura amicizia.
Il 9 marzo 1888, all'età di 91 anni, moriva l'Imperatore di Germania Guglielmo I.
Il figlio, il principe ereditario e padre di Guglielmo, salì al trono assumendo il nome di Federico III.
Questi a sua volta il 15 giugno 1888, dopo soltanto tre mesi di regno, morì a seguito di un cancro alla laringe e Guglielmo, all'età di 29 anni, divenne il nuovo imperatore di Germania.
Non erano trascorsi neanche due mesi dall'ascesa al trono che Guglielmo II si recò in visita di stato in Russia, la prima di una lunga serie.
Tre mesi dopo ottenne un appannaggio annuale di 6 milioni di marchi e al viaggio a San Pietroburgo ne seguirono altri a Stoccolma, Copenaghen, Vienna e Roma.
Queste ultime due erano le capitali delle altre due nazioni: Austria e Italia, che assieme alla Germania dal 1882 costituivano la Triplice alleanza.
Venne commissionato un nuovo treno imperiale con dodici carrozze e un nuovo panfilo.
Ben presto, però, il carattere di Guglielmo e le sue idee si dovettero scontrare con quelle del grande Cancelliere allora in carica, Otto von Bismarck.
Guglielmo II (al centro in rosso) al Reichstag nel 1888. Bismarck è in basso a sinistra, in divisa bianca.
Dopo le dimissioni di Bismark, Guglielmo II incaricò alla successione Leo von Caprivi, un onesto militare che non si voleva inoltrare nei labirinti della politica bismarckiana.
Entrambi agirono, infatti, demolendo uno dei capisaldi di Bismarck: il trattato di contro assicurazione con la Russia, evento che portò a un avvicinamento di quest'ultima alla Francia.
Guglielmo in questa decisione si lasciò influenzare dai suoi consiglieri, che ritenevano il trattato incompatibile con le altre intese sottoscritte dalla Germania e, probabilmente, anche dai militari che diffidavano della Russia.
E il riarmo della flotta tedesca portò inevitabilmente a un allarme della Gran Bretagna, potenza navale per eccellenza, e a un peggioramento dei rapporti tra le due nazioni.
Conseguentemente ci fu un avvicinamento fra la Gran Bretagna e la Francia, nemica storica della Germania, che portò alla firma dell'Entente cordiale, stipulata l'8 aprile 1904.
L'accordo stabilì tra l'altro che il Marocco sarebbe entrato nella sfera d'influenza francese.
La Germania volle ostacolare l'intesa e Guglielmo dichiarò il suo interesse affinché il Marocco rimanesse indipendente dalle nazioni europee.
Gran Bretagna e Francia reagirono negativamente e la tensione montò al massimo, ma le grandi nazioni coinvolte non erano ancora preparate per la guerra e, con un susseguirsi di alterne iniziative diplomatiche, la crisi si concluse senza colpo ferire.
Anche come conseguenza del graduale isolamento della Germania, nel maggio del 1911 la Francia occupò Fez, in Marocco che divenne di fatto protettorato francese.
A questo punto risultava determinante per Guglielmo che la Germania possedesse una flotta tale da avere più peso in situazioni come quella di Agadir e quando la Gran Bretagna, nel 1912, decise di spostare delle navi dal Mediterraneo al Mare del Nord, il Kaiser appoggiò l'ammiraglio Tirpitz affinché nelle sedi opportune passasse il progetto della «quarta legge navale».
La Grande Guerra
Quando domenica 28 giugno 1914 fu assassinato l'erede al trono d'Austria Francesco Ferdinando, Guglielmo era a Kiel per delle regate con il suo yacht Meteor. Il capo di stato maggiore dell'esercito, Moltke, era alle terme a Karlsbad e il capo della Marina, Tirpitz, in vacanza in Engadina (Svizzera).
Assenti le più alte cariche militari, in quei primi giorni di luglio, a Berlino e Potsdam il Kaiser sottovalutò la forza e la volontà bellica dei potenziali nemici.
Disse che Nicola II difficilmente avrebbe protetto dei regicidi, che la Russia non era in grado di entrare in guerra e che la Francia era in piena crisi finanziaria e mancava di artiglieria pesante. Fatte queste osservazioni, partì per la consueta crociera estiva in Norvegia.
Il 19 luglio, tuttavia, Guglielmo II avvertì in via confidenziale le due grandi compagnie navali tedesche che gli avvenimenti sarebbero potuti precipitare dopo l'imminente ultimatum austriaco alla Serbia (che fu inviato il 23), e il giorno seguente dette disposizioni per il rientro della flotta a Kiel.
Il 27 approvò l'azione di Bethmann che aveva respinto la proposta britannica di una conferenza e il mattino dopo prese visione della risposta serba all'ultimatum austriaco.
Consigliò all'Austria di occupare provvisoriamente la capitale serba (poco dopo il confine), così da poter lui stesso cominciare una mediazione tra le parti.
Ma la notizia del bombardamento austriaco di Belgrado determinò la decisione russa di mobilitare l'esercito.
Il mattino del 30 luglio 1914, Guglielmo ricevette la notizia della mobilitazione russa e chiese alla Russia di revocare la mobilitazione. Ma la Russia rispose che sarebbe stato impossibile.
A questo punto Guglielmo, nell'eccitazione del momento, diede sfogo ai suoi sentimenti e diede a sua volta l'ordine per la mobilitazione generale; ordine che venne firmato dall'Imperatore alle 17 del 1º agosto 1914.
Poco dopo, l'ambasciatore tedesco a San Pietroburgo consegnava la dichiarazione di guerra, facendo scattare, così facendo, l'alleanza franco-russa e la discesa in campo di Parigi.
Per la maggior parte della durata della guerra le condizioni psicofisiche di Guglielmo II furono abbastanza precarie. Le opinioni espresse dall'Imperatore prima dello scoppio del conflitto dimostrano che non nutriva grande fiducia nella vittoria finale.
Si oppose ai bombardamenti di Londra, ma poi li autorizzò.
Sostituì più volte i capi di stato maggiore.
Nel timore dell’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America, vietò l’uso indiscriminato dei sommergibili, ma anche in questo caso fu poi costretto a dare il via libera alla guerra sottomarina globale.
Guglielmo II al tavolo delle operazioni con i generali Paul von Hindenburg (a sinistra) e Erich Ludendorff.
Quando entrarono in guerra anche gli USA, comprese che non c’erano speranze di vittoria. Prese in considerazione più ipotesi di conclusione della guerra, ma potere politico e potere militare gli impedirono qualsiasi decisione in tal senso.
Il sovrano lasciò l'esercito nelle mani dei due principali comandanti, Hindenburg e Ludendorff, i quali verso la fine della guerra riuscirono a influenzare l'apparato politico creando le basi per un regime militare.
La rivendicazione del potere da parte dell'esercito non danneggiò tanto il Reichstag, quanto piuttosto il Kaiser.
Il 26 ottobre 1918, di fronte all'impossibilità di proseguire la guerra, Guglielmo II convocò i due comandanti e parlò a Ludendorff in modo tale da costringerlo a dimettersi.
Le dimissioni presentate da Hindenburg furono, invece, respinte.
Il giorno dopo, il nuovo imperatore austriaco, Carlo d'Asburgo, comunicò a Guglielmo II che aveva deciso di concludere la pace. L’alleato per il quale aveva portato la Germania alla guerra l’aveva abbandonato.
La notizia indusse il governo tedesco, guidato ora da Massimiliano di Baden, a decidere se accettare le richieste di principio che avevano offerto gli Stati Uniti: il Kaiser decise di accoglierle.
A questo punto, sulla strada dell'armistizio, la sola speranza per il trono sembrava l'abdicazione, ma i socialisti erano per la repubblica.
Nella notte del 29 ottobre, Guglielmo II lasciò Berlino per Spa, in Belgio, sede del quartier generale dell'esercito.
Qui, fra i suoi generali, fu raggiunto il 1º novembre dal ministro degli Interni prussiano Bill Drews che gli comunicò delle sempre più numerose richieste per la sua abdicazione.
Guglielmo II rispose: «Come può lei, un funzionario prussiano, uno dei miei sudditi che mi ha giurato fedeltà, avere l'insolenza e la sfrontatezza di sottopormi una richiesta del genere?»
Il 4 novembre 1918, come risposta all'ordine di far salpare la flotta per una disperata e inutile battaglia sul mare, i marinai si ammutinarono e occuparono la città di Kiel. Nei giorni seguenti la rivolta si diffuse agli altri porti della Germania estendendosi all'interno del Paese.
Era scoppiata la Rivoluzione di novembre.
Il 7 novembre i ministri socialisti reclamarono ancora l'abdicazione dell'Imperatore, che rifiutò ordinando che venisse preparato un piano per marciare in Germania alla testa dell'esercito e restaurare l'ordine.
Due giorni dopo, il 9, scoppiò la rivoluzione a Berlino e Guglielmo fu ancora sollecitato ad abbandonare il trono: a Spa, il Kaiser, che nutriva speranze di potersi mettere a capo dell'esercito assieme a Hindenburg e sedare le rivolte, chiese al generale Gröner cosa ne pensasse.
Questi rispose che non c'era operazione militare che potesse avere successo. I rivoluzionari avevano in mano i principali nodi ferroviari e molti soldati avevano abbracciato la causa della rivoluzione.
Alle 11 di mattina arrivò un telegramma che annunciava la ribellione anche dei soldati della piazza di Berlino.
A quel punto Guglielmo parve cedere e decise di abdicare, ma solo come imperatore: egli avrebbe comunque conservato il titolo di re di Prussia e sarebbe rimasto con il suo esercito.
Guglielmo II in esilio con il primogenito Federico Guglielmo e il figlio di quest'ultimo Guglielmo, nei Paesi Bassi nel 1927.
L'esilio
Ma la situazione generale stava precipitando e quando capì che gli stessi soldati stanziati a Spa, dove si trovava, stavano per ribellarsi, il 10 novembre 1918 l'ormai ex imperatore varcò il confine con i Paesi Bassi.
Il giorno dopo la Germania firmava l'armistizio.
Il 28 novembre la consorte di Guglielmo II raggiunse il marito nei Paesi Bassi, al castello di Amerongen (presso Utrecht).
Lo stesso giorno Guglielmo regolarizzò la propria posizione firmando un formale atto di abdicazione che liberava tutti i suoi funzionari dal giuramento di obbedienza.
Il principe ereditario rinunciò analogamente ai suoi diritti.
Il 4 giugno 1919, a Parigi, il Consiglio supremo decretava che l’ex imperatore Guglielmo II dovesse essere processato.
Nel gennaio dell'anno successivo fu chiesta l'estradizione al governo olandese che però si rifiutò ripetutamente di concederla, limitandosi a farsi dare dall'ex imperatore la promessa, poi mantenuta, di astenersi da qualsiasi attività politica.
Nella primavera del 1920 Guglielmo acquistò il palazzo di Doorn dove si stabilì facendosi spedire dalla Germania mobili, libri e ritratti dei suoi antenati, e qui trascorse i restanti ventun anni della sua vita come un nobile di campagna a riposo.
Nel 1931, prima dell'ascesa del Nazionalsocialismo, Guglielmo si confidò con il nipote Luigi Ferdinando affermando che Adolf Hitler era il capo di un forte movimento che rappresentava tutta l'energia della nazione tedesca.
Due anni dopo, al momento della presa del potere nazista, venne firmato un accordo con Hermann Göring con il quale veniva concesso a Guglielmo e ai suoi figli un appannaggio a condizione che si astenessero dal criticare il Terzo Reich.
Tuttavia, di fronte alle persecuzioni agli ebrei del 1938, Guglielmo affermò: «Per la prima volta mi vergogno di essere tedesco».
Ciononostante, nel 1940, inviò le congratulazioni a Hitler per la sua vittoria nella Campagna di Francia. Il Führer era riuscito là dove il Kaiser aveva fallito.
Kaiser a Doorn nel 1931.
Ormai anziano, l'anno dopo, il 4 giugno 1941, Guglielmo II morì per complicazioni polmonari.
Hitler offrì la traslazione della salma in Germania con l'intento di tenere grandi funerali di stato poiché l'ex Kaiser rimaneva il simbolo della Germania e dei tedeschi durante la precedente guerra mondiale.
Ciò nonostante, come da disposizioni e volontà di Guglielmo II di non tornare mai in Germania fino a quando non sarebbe stata restaurata la monarchia, la salma rimase in Olanda e le autorità di occupazione nazista si organizzarono per un funerale militare in forma ristretta, con alcune centinaia di persone presenti.
Tra le persone a lutto c'erano il feldmaresciallo August von Mackensen, che decise di indossare la sua vecchia uniforme imperiale degli Ussari, l'ammiraglio Wilhelm Canaris e il reichskommissar per l'Olanda Arthur Seyss-Inquart, insieme ad alcuni altri consiglieri militari.
Tuttavia, la richiesta del decaduto Kaiser di non mostrare la svastica e le altre insegne naziste al suo funerale venne ignorata, come attestato dalle fotografie dell'evento scattate da un fotografo olandese.
Guglielmo II fu quindi sepolto nel mausoleo di Doorn, che da allora è diventato un luogo di pellegrinaggio per i monarchici tedeschi.
Piccoli ma entusiasti e fedeli gruppi di loro si riuniscono ogni anno in occasione dell'anniversario della sua morte per rendere omaggio all'ultimo imperatore tedesco.
G. de Mozzi
(Puntate precedenti)
Si ringrazia Wikipedia per le note e le fotografie che ci ha fatto attingere.