«Bionoc’» porta a casa due medaglie al concorso «Birra dell’Anno»

Da Rimini il birrificio trentino prende un oro per la categoria «birre acide» con «Impombera» e un argento con la «Nociva», per le birre a ispirazione anglosassone

Photo credits Birrificio Bionoc.
 
Sabato scorso si sono tenute le premiazioni di «Birra dell’Anno 2017» concorso organizzato da Unionbirrai e ospitato durante Beer Attraction, evento leader per il settore delle birre artigianali italiane.
Da Rimini il Birrificio Bionoc’ porta a casa ben due premi: un oro per la categoria «birre acide» con la Impombera e un argento con la Nociva, nella categoria delle birre ad ispirazione anglosassone.
Due premi che hanno portato il birrificio ad un soffio dall’aggiudicarsi il premio per miglior birrificio dell’anno.
Birra dell’anno è il contest nazionale dedicato alle birre artigianali più rinomato d’Italia.
Giunto alla sua XII edizione, il concorso ha visto quest’anno sfidarsi ben 1.367 birre e 257 produttori in lizza per il podio, conferma che il concorso cresce di anno in anno in termini di partecipazione, ma anche in termini qualitativi.
 
Questo l’incipit della cerimonia di premiazione, presentata da Lorenzo «Kuaska» Dabove, il più conosciuto esperto di artigianali del Bel Paese, alla guida dei 72 giurati internazionali - da Belgio, Regno Unito, Germania, Polonia, Stati Uniti, ma anche da Messico e Brasile - chiamati a giudicare le produzioni brassicole italiane. Obiettivo della gara, premiare le 3 migliori birre per ogni tipologia di stile.
Grande l’emozione per Fabio Simoni e Nicola Simion - che dal 2012 mettono anima, cuore, mente e braccia nel progetto Bionoc’ - quando Kuaska consegna loro il primo premio: un argento per la categoria di birre «ad alta fermentazione, basso grado alcolico, d’ispirazione anglosassone» per la loro Nociva, la birra scura del «Noc» come viene chiamato Nicola dagli amici più stretti.
Una birra dove i sentori di caffè, torrefazione e cioccolato si abbinano ad un corpo leggero, che ne fanno una birra dissetante e di grande bevuta (per questo chiamata «nociva»).
 

 
Ma la sorpresa più grande è arrivata quando il birrificio è stato nuovamente chiamato sul palco questa volta per un oro nella categoria riservata alle birre acide per la «Impombera» (lampone, nel dialetto primierotto).
Tutto il team Bionoc’ sale sul palco della «Beer Arena» per ritirare il premio, perché questa birra è proprio frutto di un lavoro di squadra.
Ad inizio anno è infatti stata inaugurata la «Botique de la Bot» una barricaia dove insieme a Nicola Coppe - appassionato e specailizzato nella produzione di birre acide - vengono affinate le birre del birrificio in botti di rovere già utilizzate per la produzione di vino (ma anche di whisky), talvolta con l’aggiunta di frutta fresca.
 
È proprio quest’ultimo il caso della Impombera, realizzata con i lamponi prodotti in Primiero dall’Agriturismo Dalaip dei Pape, coltivatore di piccoli frutti locali ma da qualche anno produttore anche di buona parte del luppolo trentino utilizzato dal birrificio.
Un premio che il birrificio ha voluto dedicare al team, ma anche alla valle di Primiero.
«Il nostro territorio è la nostra ricchezza, valorizzarlo al meglio è per noi un obiettivo che abbiamo da sempre, perché crediamo nel valore e nell’unicità di quello che la nostra terra può offrire, – dice Fabio Simoni, responsabile commerciale del birrificio. – Ora dovremo impegnarci ancor di più per far sì che questo riconoscimento sia solo la conferma per chi beve e apprezza da sempre la nostra birra in tutt’Italia.»
 
Infatti il Birrificio Bionoc’ da qualche anno ormai collabora con la distribuzione Cuzziol che si fa ambasciatore delle birre dolomitiche in tutt’Italia e che quest’anno ha inserito il birrificio nel catalogo Grandivini, selezione dei migliori prodotti enogastronomici italiani e del mondo, segno che il percorso intrapreso da Fabio e Nicola verso l’eccellenza sta dando i primi frutti.
La storia di un’amicizia prima trasformatasi in impresa quella di Fabio e Nicola, che ogni giorno lavorano sodo e danno il meglio per portare il Birrificio - e con loro tutto il Primiero - come dicono loro, «al top».