Palladio, Bassano e il ponte: invenzione, storia, mito

Al Museo civico Bassano del Grappa dal 20 maggio al 10 ottobre 2021 la mostra a cura di Guido Beltramini, Barbara Guidi, Fabrizio Magani e Vincenzo Tiné

Roberto Roberti, Il Ponte di Bassano, 1807, Olio su tela, 845x530 mm. - Museo Civico, Bassano.
 
Dal 29 maggio al 10 ottobre, i Musei Civici di Bassano del Grappa propongono «Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione, storia, mito», mostra a cura di Guido Beltramini, Barbara Guidi, Fabrizio Magani e Vincenzo Tiné.
L’esposizione è stata promossa dall’Amministrazione Comunale di Bassano del Grappa per celebrare la conclusione del lungo restauro del Ponte Vecchio conosciuto anche come il Ponte degli Alpini.
«Attendiamo con gioia l’apertura di questa importante mostra – dichiara il Sindaco Elena Pavan, – una mostra che, oltre a farci ripercorrere l’affascinate storia di questo singolare monumento divenuto simbolo di Bassano, rappresenta il primo di una ricca serie di appuntamenti volti a festeggiare la sua restituzione alla città.»
 

Sebastiano Lovison, Ponte Vecchio di Bassano, 1826 Incisione a bulino, 330x430 mm. - Museo Civico, Bassano.
 
A differenza della maggior parte degli architetti cinquecenteschi, Palladio è un architetto di ponti: ponti di pietra, di legno e di carta.
Questi ultimi sono senza dubbio quelli che avranno un impatto più marcato sulla cultura figurativa dei secoli successivi: pubblicati sulle pagine dei Quattro Libri, il trattato edito a Venezia nel 1570, diventeranno i protagonisti dei sogni degli artisti del Settecento.
Algarotti chiederà a Canaletto di fargli vedere il ponte di Rialto come lo aveva pensato Palladio, ma anche Bellotto, Carlevarijs e Piranesi faranno dei ponti uno dei soggetti privilegiati delle loro vedute.
 

Antonio Canaletto, Capriccio con edifici palladiani, 1750 ca. - Olio su tela, 580x820 mm. - Complesso monumentale della Pilotta, Parma.
 
La mostra racconterà il mito del ponte, ma contemporaneamente parlerà di un ponte concreto e reale da 500 anni, il ponte di Bassano, disegnato da Palladio, distrutto e ricostruito più volte in un’epopea che dal Settecento del Ferracina giunge al presente del «Ponte degli Alpini».
Il racconto della mostra si snoderà a partire da disegni originali di Palladio, libri cinquecenteschi, mappe antiche, dipinti del Settecento, fotografie di fine Ottocento, modelli di studio contemporanei.
La mostra è frutto di una sinergia fra il Museo Civico di Bassano, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza e il Centro Studi Internazionali di Architettura Andrea Palladio-Palladio Museum di Vicenza.
 

Antonio Canaletto (att.), Capriccio con ponte immaginario sul Canal Grande, seconda metà del XVIII sec. - Olio su tela, 580x820 mm. Complesso monumentale della Pilotta, Parma.
 
La mostra sarà accompagnata da un volume scientifico, in grado di fornire gli strumenti di lettura della storia del ponte di Bassano e dei suoi secoli di storia.
Il volume è articolato in tre sezioni. La prima, di taglio storico, contestualizza la fase di costruzione cinquecentesca del ponte all’interno dell’economia, politica e società bassanese dell’epoca, senza trascurare anche la “preistoria” del ponte, con i diversi attraversamenti dal medioevo in avanti.
La seconda sezione, di tema palladiano, renderà conto delle novità nelle ricerche su Palladio e i ponti in pietra e in legno, con particolare attenzione al ponte nella città di Bassano e a quello a Cismon del Grappa.
Una terza sezione riguarderà la «vita materiale» e le trasformazioni del ponte in un arco cronologico che va dalla sua costruzione sino al recente restauro, nonché alla forza del suo mito nelle arti figurative.