La nostra amata Rovereto/ 9 – Di Paolo Farinati

Intervista a Beatrice e Daniela Barbacovi, titolari della Farmacia Barbacovi di Rovereto

Le piccoline Beatrice e Daniela Barbacovi con la mamma Margherita.
atrice e Daniela

Siamo quasi al termine di una fredda ma splendida giornata di metà dicembre.
La luna illumina tutte le montagne attorno a Rovereto, rese scintillanti dalla neve appena caduta di recente.
Percorro con stupore, come sempre, la via Santa Maria, la cosiddetta «Republica de Zinevra», saluto il mio asilo dedicato a Clementino Vannetti, quanti ricordi lontani.
Eccomi all’inizio di via Benacense, strada parallela al Corso Verona dove vi è l’ospedale della città dedicato a Santa Maria del Carmine.
Giungo alla farmacia della famiglia Barbacovi, da parecchi decenni una riconosciuta eccellenza roveretana nel settore per professionalità e cortesia.
Mi accolgono le gentili sorelle dottoresse Beatrice e Daniela Barbacovi.
 


Buon giorno, gentilissime Beatrice e Daniela. Dove e quando nasce la vostra storica farmacia?
«L’avventura della Farmacia Barbacovi ebbe inizio ad Arco a metà degli Anni Cinquanta, ad opera della dottoressa Margherita Bolego, nostra madre, oggi ultranovantenne e ancora figura importante, come collaboratrice nella Farmacia Bettinazzi.
«La dottoressa Margherita divenne poi titolare della Farmacia Al Cervo d’Oro, a Prun di Valpolicella, in provincia di Verona.
«Nel 1962, vinto il concorso per la sede di Aldeno, ritornò nell’amato Trentino, e lì rimase titolare fino il 1976, quando fu acquisita la Farmacia di Santa Maria a Rovereto.»
 
Quali sono oggi i protagonisti della farmacia?
«La dottoressa Margherita Bolego Barbacovi è stata parte attiva, vivace, in prima linea fino al 2014, anno dell’ultimo trasferimento della farmacia, qui nell’attuale sede di via Benacense.
«Il primo trasloco avvenne nel lontano 1986, preceduto da un’importante ristrutturazione nel 1983, dalla storica sede al numero 27 di via Santa Maria al numero 90 della stessa strada.
«Da lì ci fu un secondo spostamento in via Benacense nel 1993, per arrivare all’ultimo del 2014, in questi locali più ampi e più luminosi.
«La dottoressa Margherita Bolego Barbacovi mantiene ancora rapporti cordiali e attenti, telefonicamente, non solo con gli affetti cari, ma anche con chi desidera confrontarsi con la sua esperienza e godere della sua empatia.
«Il solco da lei tracciato, è portato avanti da noi due figlie Beatrice, che è pure direttore della farmacia, e Daniela, dal nipote Stefano, farmacista giovane ma già molto preparatore, dalle brave collaboratrici, a partire dalle storiche dottoressa Roberta e dalla signora Maria Grazia, nonché dalle giovani dottoresse Silvia, Francesca, Noelia e dalla signora Siria, ormai prossima alla laurea.»
 
Quali sono i prodotti e servizi che offrite alla clientela?
«L’attenzione alla persona, ai suoi bisogni è ciò che riteniamo basilare per una professione come la nostra. Per entrare nello specifico, da sempre accanto, ma separato dal reparto prescrizioni, abbiamo tutto quello che può essere utile al benessere della persona, a partire dai prodotti fitoterapici per approdare a quelli cosmetici.
«Quanto ai servizi, da anni è presente un infermiere che può essere valido completamento all’operato dei medici, nonché può intervenire nelle piccole necessità individuali in base a quanto normato dallo specifico mansionario.
«È presente anche su richiesta un primo incontro con uno psicologo.
Cooperiamo con il Banco Farmaceutico e con l’Aiuto Alimentare di Rovereto.»
 
La farmacia è luogo fondamentale per il benessere di grandi e piccoli. Come nasce in voi questa meritoria passione?
«Il prendersi cura dell’altro è alla base di ogni professione sanitaria, accompagnato da passione, dal piacere di conoscere, di aggiornarsi, in modo che l’ascolto si arricchisca reciprocamente di sapere.»
 
Quali sono le emozioni che provate ancora oggi nel fare il vostro lavoro?
«Ogni giorno è qualcosa di nuovo, con i suoi momenti piacevoli e le varie incombenze. Di certo non si è perso quel senso di novità, di interesse attivo dei primi anni ed è rimasta intatta la voglia di fare con attenzione, empatia, cortesia e professionalità.»
 


Voi siete una famiglia e persone conosciute e stimate da tempo in città. Cosa chiedete alla nuova Amministrazione Comunale per migliorare la nostra Rovereto?
«Il nostro lavoro è essenzialmente di servizio alla popolazione e di conseguenza anche alle Autorità. È una professione che per complessità ti riempie ogni attimo e che ti abitua a trovare da soli le risposte ai bisogni.
«Forse più che consigliare la nuova Amministrazione, ci permettiamo di ricordare che cerchiamo sempre di essere fattivi e di essere equanimi.»
 
I nostri giovani coltivano sempre i loro sogni. Come è meglio far conoscere loro le tradizioni, le bellezze e le opportunità proprie della nostra amata città?
«Rovereto è senz’altro una bella città, ben situata tra montagne e laghi, con una architettura che può ancora insegnare molto.
«Forse nel periodo estivo i ragazzi dovrebbero essere invitati a guardarsi attorno, fotografando, commentando palazzi e luoghi cittadini, ricuperandone la storia e magari osservando con attenzione planimetrie e mappe.
«E poi viaggiare con questa ottica, amanti del guardare e dell’approfondire la storia, cogliendo così il vero significato di quanto si ha davanti ai propri occhi.»
 
La parola innovazione è anche per voi pane quotidiano. Qual è il vero motore di questa filosofia personale e aziendale?
«Eric Fromm scrisse Avere o Essere, per noi equivale a Fare è Essere, perché c’è un piacere intrinseco nel rinnovamento, nell’aggiornamento. La scienza, compresa sicuramente quella farmaceutica, è in continua ricerca per rispondere adeguatamente alle sempre nuove necessità delle persone, ma anche al semplice ma importante desiderio di conoscere.
«Fare bene la nostra professione è l’obiettivo primario che diamo a noi stessi ed è alla base della crescita anche dei collaboratori. Per la nostra piccola azienda la conoscenza, la professionalità, l’aggiornamento, l’ascolto, l’empatia sono valori fondanti per il rapporto umano con i nostri clienti - pazienti.»
 
La convivenza con il Covid-19 non è semplice. Come vi siete organizzate?
«All’inizio della pandemia, pur non essendo ancora pervenute indicazioni e protocolli precisi, ci siamo organizzate al meglio, cercando protezioni utili per noi e per i clienti.
In quei giorni risultavano introvabili le mascherine, i guanti, l’alcool etilico, necessario per preparare i gel disinfettanti le mani, essendo scomparsi in breve i prodotti dell’industria. Mancavano persino i recipienti necessari per contenerli.
«Come DPI, avevamo mascherine fatte in casa, in attesa di quelle certificate come chirurgiche e FFP2.
«Fin da subito ci siamo imposti l’uso di diffusori di oli essenziali nelle posizioni strategiche del locale. Inoltre l’acquisto di paretine di plexiglass per ogni postazione lavorativa e la sanificazione due volte al giorno a battenti chiusi con ozono per una protezione estesa.
«Nostro nipote, dottor Stefano Perna, si è attivato immediatamente per la preparazione del gel igienizzante le mani e dell’alcool a 70° per igienizzare le mascherine, come da indicazione dell’Istituto Chimico-Farmaceutico dell’Esercito Italiano. La direttrice, dott.ssa Beatrice, si è prodigata a contattare le varie ditte e i vari magazzini per avere al più presto quanto necessario, a partire dalle mascherine e dai guanti, fino all’alcool etilico, ai termometri automatici a contatto, ai pulsossimetri.
«Su richiesta e autorizzazione delle Autorità si è avviata la consegna dei farmaci a domicilio dei pazienti fragili, onde evitare loro situazioni di rischio.»
 
Vi chiedo infine un messaggio di fiducia da far arrivare a tutti i nostri concittadini.
«Fate, organizzate alla sera il lavoro per il giorno dopo, segnatelo su un pezzo di carta. Specie gli anziani dovrebbero programmare il giorno che verrà, alternando ai piccoli lavori casalinghi, e in casa ve ne sono tanti, il mantenere vivi i rapporti con i conoscenti anche con il telefono.
«Poi consigliamo loro la lettura di libri e di giornali, l’ascolto della radio, il fare le parole crociate.
«Ai giovani diciamo di alternare lo studio con le attività fisiche. Li invitiamo ad aiutare i genitori nella cura della casa.
«Nel Fare si può trovare la forza e la serenità per affrontare tutte le difficoltà, anche quelle odierne.»

Paolo Farinati – [email protected]